Politica

Luci e ombre della Giunta Basile: manca una visione politica su lavoro e disagio sociale

MESSINA – Fine anno è tempo di bilanci per l’amministrazione comunale. Luci e ombre, successi e insuccessi, difficoltà e obiettivi da raggiungere. La Giunta Basile, prima di Natale, si è presentata alla stampa e subito dopo abbiamo domandato a lettrici e lettori di esprimere sotto l’albero i propri desideri per la città. Giuste o sbagliate, le osservazioni dei lettori risultano interessanti. E ci sarà modo di fare un’analisi più approfondita. Se si guarda la città di Messina con occhi il più possibile oggettivi, emerge una debolezza nella risposta al disagio sociale ed economico, così come nel campo dell’efficienza dei servizi la strada è ancora in salita.

I maggiori punti deboli dell’amministrazione? Premesso che la macchina comunale è da rivitalizzare, e ci si augura che le assunzioni portino nuova linfa, la cura del territorio e la vigilanza sui cantieri risultano una priorità. Non ci sono solo gli incivili delle discariche abusive. E la Giunta non ha impresso una svolta soprattutto nella cura del territorio. Se già lo spazzamento rappresenta un punto debole, e le nuove assunzioni in Messina Servizi dovrebbero servire a potenziare quest’aspetto, alcune scelte, come la discussa corsia unica del parcheggio Papardo, alimentano le preoccupazioni sulla sicurezza in caso di necessità.

I passi avanti nel trasporto pubblico locale e nella differenziata

Così, anche quando ha ragione, su isola pedonale e cordoli come misure a favore della civiltà, l’amministrazione Basile rischia di passare dalla parte del torto se non interviene laddove esistano pericoli concreti, con adeguati correttivi per favorire il flusso nelle corsie d’emergenza, ad esempio. E il potenziamento di alcuni servizi, come i trasporti ad hoc a favore dei soggetti più deboli, siano anziani o con disabilità, è l’unico modo per passare davvero gradualmente a un nuovo modello.

Di sicuro, vanno promosse alcune iniziative dell’amministrazione: i progetti nel campo dell’edilizia scolastica e l’intenzione di potenziare le isole pedonali; lo sforzo per arrivare all’obiettivo dell’acqua 24 ore su 24; la messa in sicurezza di 70 torrenti; il futuro museo multimediale “Antonello” e molto altro. Tra i vari punti, meritano una menzione i passi avanti nei rifiuti urbani, con la differenziata che si attesta al 56 per cento; le 24 linee dello scuolabus di Messina Social City per un totale di 1100 utenti; i 28mila abbonamenti a prezzo scontato con MoveMe. Anche se non mancano gli elementi critici, dai villaggi non ancora serviti al meglio al problema tram, i miglioramenti di Atm in questo campo sono evidenti.

Da dimenticare la gestione dell’emergenza idrica e la richiesta dominante è quella di servizi efficienti

Da dimenticare, invece, la gestione di alcuni disagi, come l’emergenza idrica tutta l’estate e durante il primo stop per i lavori; il deficit d’attenzione sugli effetti di alcuni lavori in corso; la gestione di una polizia municipale alla quale la cittadinanza chiede presenza e garanzie nel rispetto delle regole.

Ma il punto più debole risulta la fragilità di una strategia politica per fronteggiare le due emergenze a Messina: l’assenza di lavoro e il disagio sociale. Se la richiesta maggiore, da parte della cittadinanza, è quella di avere servizi efficienti, dall’acqua a ogni altra esigenza, compreso liberarsi dai Tir in città, mancano una visione e una strategia efficaci per creare le condizioni a favore degli investimenti e di un’economia sana.

È vero, da sola l’amministrazione non ce la può fare, senza le sponde governative nazionali e regionali. Qualche segnale, come l’I-hub da riempire di contenuti e gli incontri con le imprese, c’è stato ma la strada è davvero in salita. Lo abbiamo evidenziato di recente: serve un piano strategico che tenga insieme tutto. Dalla disoccupazione agli incentivi alle imprese; dal problema casa all’emarginazione sociale di quote crescenti di persone. Non sono emergenze. Sono elementi strutturali di una società che non funziona. A che cosa serve la politica se non a cambiare le cose? E occorre, a tutti i livelli, una visione. Una visione politica, che non si compra al calciomercato. Il tempo passa e la crisi è profonda.