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Reggio. Piazza De Nava, anche la fondazione “Girolamo Tripodi” contro la riqualificazione

REGGIO CALABRIA – Piazza De Nava, la fondazione Girolamo Tripodi prende posizione contro un progetto demolitivo considerato vicenda «scandalosa e offensiva»; parimenti, i promotori della fondazione ritengono giunto il momento «in cui occorre fare argine in maniera unitaria e compatta per fermare un progetto che colpisce al cuore l’identità storica e culturale di piazza De Nava».

No a di piazza De Nava e manomissione della statua

Tra le ragioni addotte, «la difesa e la tutela del monumento celebrativo dedicato a Giuseppe De Nava, che sorge al centro della Piazza»; opera realizzata dal grande scultore polistenese Francesco Jerace. «Fu questo, l’ultimo grande monumento creato dallo scultore, essendo stato eretto nel 1936, un anno prima della sua scomparsa e fu possibile realizzarlo grazie ad una raccolta di fondi popolare scaturita dal bisogno collettivo di esprimere, in tal modo, il ringraziamento sentito del popolo reggino al personaggio che più si era impegnato, nell’opera di ricostruzione della città di Reggio Calabria, dopo il devastante terremoto del 1908».
Invece il progetto prevederebbe fra l’altro «la manomissione del monumento, con la demolizione delle conchiglie d’ornamento della fontana, che costituiscono parte integrante dell’opera dell’artista polistenese».

Nel cinquantenario dei Bronzi, «cruciale rinviare l’apertura del cantiere»

Restano in piedi gli altri motivi ritenuti sufficienti per opporsi a quello che viene definito dai vertici della Fondazione «un delitto contro la Memoria, l’Identità, la Storia e la Cultura», anche perché andrebbe a menomare il miglior “biglietto da visita” possibile per i turisti nel cinquantenario del ritrovamento dei Bronzi di Riace, ospitati proprio dirimpetto, all’interno del Museo nazionale archeologico.

E poi, riflettono gli estensori della nota, attivare il relativo cantiere di fatto renderebbe «assai complicato anche lo stesso accesso alla struttura museale».Al di là dei singoli aspetti del progetto, questo consiglierebbe il rinvio dell’apertura del cantiere. Il che consentirebbe «una riflessione supplementare da parte del Mibac e, segnatamente, del ministro Franceschini per una profonda rimodulazione del progetto».
Il fatto è che «le piazze sono di tutti – rimando a quanto sta avvenendo a Reggio Calabria, ma non solo – e nessuno può pensare di appropriarsene per altri fini o per perseguire azioni che sono un oltraggio alle comunità locali».