Politica

Scintille tra De Luca e l’aula. Il sindaco: “Asini volanti”. Le repliche: “Meglio asini che pecoroni”

Le ultime due sedute di consiglio comunale sono diventate l’occasione per l’ennesimo scontro in aula e sui social. Il sindaco Cateno De Luca ha deciso di inasprire sempre più gli animi e di alzare i toni dello scontro. Tutto questo dopo aver di fatto lanciato l’ennesimo guanto di sfida all’aula, tirata in ballo sulle possibili dimissioni del sindaco. Dimissioni che erano nate come “aut aut” nella querelle con il direttore generale dell’Asp di Messina Paolo La Paglia e con l’assessore regionale Ruggero Razza, ma che ora il primo cittadino ha scaricato sul consiglio comunale, facendo entrare l’aula in una vicenda in cui non c’entra nulla. De Luca praticamente ha chiesto una sorta di voto di fiducia. Così come già era accaduto esattamente un anno fa con il voto che poi portò al famoso Cambio di passo.

Dimissioni e mozioni

Oggi il consigliere Nello Pergolizzi ha presentato quella che dovrebbe essere la mozione da discutere in aula per “convincere” il sindaco a ritirare le sue dimissioni che diventerebbero effettive il 5 febbraio. E in tutto ciò il sindaco ha deciso di attaccare nuovamente il consiglio. Etichettando molti esponenti come “asini volanti”.

«Credo di aver dato prova di grande resistenza alla guida della città scontrandomi ogni giorno dentro e fuori il palazzo municipale per amore della città e per tenere fede all’impegno assunto a giugno 2018 con la mia comunità. La mia giunta comunale in questi anni ha dovuto lavorare con il freno a mano tirato perché ogni delibera discussa in consiglio comunale per noi è stata una vera e propria via crucis faticando dieci volte in più rispetto al necessario. Anche rispetto alla guida criminale e scellerata dell’Asp il consiglio comunale, tranne alcuni consiglieri comunali come Pergolizzi, Serra, Cipolla, Giannetto, De Leo, non ha voluto tutelare la città perché servi degli appetiti politici dei loro deputati di riferimento o colmi di odio nei miei confronti perché hanno dovuto tenere lontane le mani dalla marmellata» scrive De Luca.

De Luca contro l’aula

Si rivolge poi al consigliere Massimo Rizzo, senza però citarlo, “colpevole” di aver espresso la sua opinione su questo momento di grande confusione che Messina sta vivendo. De Luca parla di un consiglio comunale in cui si «tenta di mettere il bavaglio al sindaco arrivando a violare i regolamenti consiliari ed anche le leggi come è stato con il mancato dibattito e confronto sulla relazione del secondo anno di attività del sindaco». Parla di ripicche e balordaggini da parte dei consiglieri comunali. Li attacca perché ieri sera, durante la discussione sulla delibera che modifica il contratto di servizio Amam è venuto meno il numero legale e perché oggi alcuni consiglieri hanno scelto di astenersi dal voto, tutto legittimo e previsto da regolamento.

Una delibera che in un giorno e mezzo è stata discussa e approvata. Come la stragrande maggioranza degli atti dell’amministrazione De Luca che approda in consiglio. “Asini volanti e vigliacchi”. Così li ha etichettati pubblicamente il sindaco. «Nonostante siamo in piena pandemia buona parte del consiglio comunale continua a giocare» ha commentato il primo cittadino. Un consiglio che in questi ultimi giorni, giusto per citare due atti, ha votato le modifiche ai contratti di servizio di MessinaServizi e Amam che consentiranno al Comune di internalizzare molti importanti servizi affidandoli alle proprie società partecipate. 

“Meglio asini che pecoroni”

Durissima la replica del consigliere e capogruppo di Sicilia Futura Piero La Tona: «Saremo pure asini, ma non siamo pecoroni. Il Sindaco, come sua abitudine ci ha offeso perché il Consiglio non ha deliberato il servizio aggiuntivo all’ Amam per 2 milioni di euro l’anno per 6 anni e ci ha nuovamente offeso anche oggi perché la delibera è stata approvata con qualche ora di ritardo rispetto ai suoi immediati desideri e comunque con qualche perplessità d’aula.

I dubbi di La Tona

Mi chiedo: perché tutta questa fretta e questa ansia per affidare un servizio così costoso alla partecipata da lui controllata prima che il Consiglio abbia avuto modo di valutare e approvare a breve il bilancio 2021? Perché non aspettare e verificare con attenzione, così come suggerivano i revisori dei conti, che hanno raccomandato al Consiglio di fare attenzione a non sovraccaricare il bilancio, già precario a loro dire, con questa ulteriore grossa spesa? Perché non verificare se altre società non potessero fare lo stesso servizio a costi inferiori? Perché affidare sempre più servizi alle società partecipate, quelle stesse partecipate che dal Sindaco in passato erano considerate ed additate quale bancomat della politica? Cosa è cambiato rispetto alla campagna elettorale: tanto sicuramente, ed in particolare, forse il fatto che ora le controlla lui?

Sulla modifica del voto di astensione sempre rinfacciata al Consiglio, la richiesta è stata fatta già nel mese di dicembre 2019, ma è stata bocciata per sua valutazione dal dirigente competente. Perché il Sindaco ne chiede conto ancora al Consiglio e non al suo dirigente che ha espresso parere contrario? Perché il Sindaco si preoccupa del misero gettone di presenza (30 euro a seduta) dei consiglieri comunali e non si preoccupa delle indennità che elargisce a tutti i suoi amici tecnici delle partecipate a cui ha dato doppi e tripli incarichi? Allora forse siamo asini speciali, dotati di un poco di cervello e di coerenza! Ed è sempre meglio che essere allocchi o, peggio pecoroni al suo servizio perché, con un pastore di tal fatta, sempre meglio asini dalla testa dura e dalle spalle larghe che pecoroni remissivi e supini alle mutevoli esigenze del padrone».

“Non siamo scendiletto”

Anche il consigliere Pd Alessandro Russo ha deciso di non rimanere in silenzio di fronte questo ennesimo colpo al consiglio comunale. «Meglio asini volanti che aspiranti dittatorelli sudamericani. Non ci avrai mai piegati e sottomessi come pigia-bottoni per far passare le tue delibere senza neppure leggerle, un Consiglio di aspiranti schiavi ridotti a scendiletto». Per Russo è il sindaco a giocare sulla pelle dei cittadini con le dimissioni che ci sono, poi no, poi sì, poi forse. «Questo è “giocare con la pelle della città”, non il nostro controllare le carte, leggerle e studiarle. Questo osceno dare degli “atteggiamenti mafiosi” del Consiglio  per il solo ardire di chiedere spiegazioni e approfondimenti delle delibere è paranoico: se ci sono dati veri, denunci alla Procura». Russo è perentorio: «Nessuno ha paura delle elezioni».