Messina zona ultrarossa. De Domenico: "Vietare è più facile che controllare"

Messina zona ultrarossa. De Domenico: “Vietare è più facile che controllare”

Rosaria Brancato

Messina zona ultrarossa. De Domenico: “Vietare è più facile che controllare”

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lunedì 25 Gennaio 2021 - 14:55

L'esponente del Pd propone la rimodulazione dei divieti che stanno causando danni e non hanno contribuito al diminuire dei contagi

I dati di ieri hanno portato ad un triste primato di Messina nei contagi in Sicilia ed anche quelli dei giorni precedenti non erano rassicuranti. Mentre infuria la polemica su La Paglia e dimissioni del sindaco, il coordinatore regionale del dipartimento Pd Sanità Franco De Domenico si sofferma sull’ordinanza che ha fatto di Messina una zona ultrarossa, con restrizioni più severe fino al 29 gennaio rispetto al resto della Sicilia (già zona rossa) e per di più anche da una settimana prima. Il tema, anche alla luce dei contagi che non calano è sull’efficacia delle chiusure a tappeto anche ad esempio degli esercizi essenziali dell’allegato 23.

Il senso di alcuni divieti

Non mi sono mai iscritto al club di chi critica a prescindere- scrive De Domenico- e, pertanto, sostengo che ci si debba impegnare tutti a trovare soluzioni ad avere la lucidità di compiere scelte quanto più utili alla comunità, evitando di scegliere sulla base di coinvolgimenti emotivi o peggio di ingiustificabili smanie di protagonismo che non giovano a nessuno. Ed allora, avendo come obiettivo primario la lotta al contagio, ma anche la salute e la sopravvivenza economica dei cittadini, mi chiedo che senso abbiano alcuni divieti”.

L’ex deputato regionale elenca quindi i divieti ulteriori dell’ordinanza De Luca e che sono stati anche al centro di polemiche.

  • 1) 𝒄𝒉𝒊𝒖𝒔𝒖𝒓𝒂 𝒅𝒆𝒊 𝒎𝒆𝒓𝒄𝒂𝒕𝒊: i mercati sono all’aperto, a differenza dei supermercati, e ciò di per sé rallenta il contagio; i mercati costituiscono un freno all’aumento dei prezzi, specie dei beni di prima necessità; i mercati sono frequentati da chi vuole o deve risparmiare e sono gestiti da piccolissimi imprenditori, padri di famiglia, che non hanno la solidità finanziaria per reggere una chiusura così prolungata. Facile controbattere che nei mercati si creano assembramenti: vero ma, essendo recintati, è possibile contingentare facilmente gli ingressi, aumentare i controlli e sanzionare con la chiusura chi non rispetta le regole.
  • 2) 𝒄𝒉𝒊𝒖𝒔𝒖𝒓𝒂 𝒅𝒆𝒈𝒍𝒊 𝒆𝒔𝒆𝒓𝒄𝒊𝒛𝒊 𝒔𝒑𝒆𝒄𝒊𝒂𝒍𝒊𝒛𝒛𝒂𝒕𝒊 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒗𝒆𝒏𝒅𝒊𝒕𝒂 𝒅𝒊 𝒅𝒆𝒕𝒆𝒓𝒈𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒆 𝒊𝒈𝒊𝒆𝒏𝒊𝒛𝒛𝒂𝒏𝒕𝒊: sono beni di primissima necessità, il cui consumo, specie in questo frangente è aumentato notevolmente; sono esercizi abbastanza diffusi in città, con vasto assortimento e prezzi mediamente più bassi dei supermercati (per i quali il detersivo non costituisce il 𝑐𝑜𝑟𝑒 𝑏𝑢𝑠𝑖𝑛𝑒𝑠𝑠 bensì un completamento dell’offerta). La ingiustificata chiusura sta creando un danno che nessuno ristorerà mai agli imprenditori, né ai numerosi dipendenti, quando va bene in cassa integrazione, ma soprattutto un danno alle famiglie costrette ad acquistare quantità maggiori a prezzi più alti. Di contro si crea un ingiustificato vantaggio ai supermercati.
  • 3) 𝒄𝒐𝒏𝒄𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍’𝒐𝒓𝒂𝒓𝒊𝒐 𝒏𝒆𝒍 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒆 𝒑𝒓𝒂𝒕𝒊𝒄𝒂𝒓𝒆 𝒍’𝒂𝒕𝒕𝒊𝒗𝒊𝒕𝒂̀ 𝒔𝒑𝒐𝒓𝒕𝒊𝒗𝒂: anche questo è un provvedimento senza senso in quanto fa aumentare, ad esempio, la concentrazione di coloro che occupano la pista ciclabile senza mascherina (perché è consentito svolgere attività sportiva senza mascherina) in determinate fasce orarie e conseguentemente il rischio di contagio.

Rimodulare i divieti

Bisognerebbe- conclude De Domenico- invece, comprendere che questa 𝒛𝒐𝒏𝒂 𝒖𝒍𝒕𝒓𝒂𝒓𝒐𝒔𝒔𝒂 sta portando gravi disturbi, ansie e preoccupazione a tutti e che l’esercizio fisico costituisce una delle valvole di sfogo che bisognerebbe tollerare piuttosto che reprimere. Non voglio dilungarmi oltre perché le tematiche sarebbero tante (basti pensare alle 𝒑𝒐𝒍𝒊𝒕𝒊𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒐𝒄𝒊𝒂𝒍𝒊, 𝒂𝒊 𝒅𝒊𝒔𝒂𝒃𝒊𝒍𝒊, 𝒂𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒄𝒖𝒐𝒍𝒆, 𝒂𝒈𝒍𝒊 𝒂𝒏𝒛𝒊𝒂𝒏𝒊, 𝒆𝒕𝒄) però ritengo che, con serenità, 𝒖𝒏𝒂 𝒓𝒊𝒎𝒐𝒅𝒖𝒍𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒊𝒎𝒎𝒆𝒅𝒊𝒂𝒕𝒂 𝒅𝒊 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒊 𝒕𝒓𝒆 𝒅𝒊𝒗𝒊𝒆𝒕𝒊 𝒔𝒂𝒓𝒆𝒃𝒃𝒆 𝒂𝒖𝒔𝒑𝒊𝒄𝒂𝒃𝒊𝒍𝒆 nell’interesse della comunità, cosi come un ripensamento delle misure di controllo”.

Vietare è più facile

L’esponente del Pd invita a riflettere sull’importanza di cambiare il paradigma di approccio alla crisi. I divieti e le proibizioni spesso vengono scambiati con il rigore ma quasi sempre costituiscono la soluzione di chi non è in grado di gestire in altro modo e si arrende. Controllare e organizzare consente, invece, di mettere solo quei divieti necessari senza per questo limitare il rigore e la legalità, ma ciò richiede impegno costante, flessibilità e rapidità delle decisioni (anche tornando indietro quando sono sbagliate) e non sempre costituiscono la via più facile.

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14 commenti

  1. La scuola non ha mai aperto… MENTRE IERI NELLE VARIE CHIESE C’ERANO LE PERSONE ANCHE FUORI DATO CHE ERANO STRAPIENE…MA SI SA IN CHIESA IL BRUTTO E CATTIVO VIRUS NON PUO’ ENTRARE.

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  2. Deve andar via, con le buone…o con le cattive!

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  3. Tutti a maniche corte a gennaio????

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    1. Certo la foto è evidentemente di un altro periodo. Ma rappresenta bene ciò che accade anche oggi. E’ innegabile.

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    2. La foto non è di ora ma onestamente quella foto rappresenta quello che c è attualmente nei supermercati…… oggi in uno di essi c’ era l’ apoteosi della gente e tutti erano incuranti del pienone ……l ‘ho notato stando a osservare da lontano che la gente era proprio impassibile di stare tra gli assembramenti ,come se il covid non esistesse………se le troupe televisive e giornalistiche girano in questi posti ne vedranno a non finire assembramenti 😖😖😖😖

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      1. Ringrazio tempostretto per la correttezza e attenzione che dimostra in ogni scritto inviato e chiedo scusa per l’errore fatto in totale buona fede ……nel riportare la mia testimonianza non ho avuto la mente fredda per riflettere che stavo commettendo una scorrettezza nel dire proprio tutto…… grazie come sempre per l’onestà che vi contraddistingue 😁

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    3. Ritengo che la foto sia solo di esempio del tipo di attività, che agosto o gennaio, maniche corte o lunghe, è, più dei piccoli esercizi, caratterizzata da questi assembramenti e per di più al chiuso, al contrario dei mercati che sono all’aperto o degli ambulanti

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    4. Bo perché a dicembre sotto le feste non erano pieni in quel modo no?
      Peggio ovviamente però soffermiamoci su una foto con gente in maniche corte.. Bah.

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  4. Oggi è il 25, a momenti ci siamo già arrivati al 29, l’ordinanza è ancora qua e lui, purtroppo, anche. Il danno è già bello e fatto. Noi stiamo subendo restrizioni insensate, fatte sulla base del nulla, di nessuna scienza conosciuta (tanto per dire: al tabacchi fino alle 18:30 non c’è contagio e dopo invece si? Abbiamo il coronavirus a orario). Andasse ad amministrare in questo modo Milano o Venezia, che gran risate.

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  5. Onestamente leggere commenti da chi non ha mosso un dito o scritto mezza parola contro la cattiva gestione sanitaria della città che ci ha fatto sprofondonare come la più infetta d’ Italia mi fa pensare solo che ognuno voglia solo speculare sulla pelle di chi si prende la responsabilità di decisioni impopolari magari ma che fra 15 giorni daranno sicuramente risultati!!

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    1. E quale fine indagine statistica l’ha condotta a dedurre che Messina sarebbe la più “impestata” d’Italia?

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      1. Pur di difendere l’indifendibile perdono il senso della realtà. Sono talmente presi dal loro capetto che si coprono di ridicolo! Per fortuna molti cittadini stanno prendendo consapevolezza della pochezza intellettuale e umana di questo soggetto!

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  6. Si è rotto il flessibile della caldaia ho avuto grossi problemi. Che senso ha chiudere le ferramenta? Li si possono creare assembramenti? Certo al sindaco e amici assessori tutto questo non interessa tanto a loro questo non puoi succedere. Hanno sempre qualcuno a disposizione per risolvere il problema.

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  7. La situazione dei ricoveri a Messina e della disponibilita’ dei posti letto non lasciava altre soluzioni che non delle chiusure rigide. Si cominciano a intravedere gli effetti positivi con una se pur lieve diminuzione dei casi ( che ci vogliono almeno due tre settimane affinche’ si manifesti). Abbiamo avuto anche una decina di morti giornalieri. Lasciare alla responsabilta’ dei singoli la sorte della situazione sarebbe stato un disastro, se si considera che ancora oggi, in piena zona rossa, si vede gente girare arrogantemente senza mascherina. Temo che appena si allenteranno le misure passera’ il messaggio del liberi tutti, e in quindici giorni saremo punto e daccapo. In maniera allucinante si e’ trasformata la grave questione dell epidemia in un derby politico tra oppositori e sostenitori del sindaco. Una comunita civile avrebbe fatto quadrato e si sarebbe rimboccata le maniche per uscire tutti insieme dal tunnel…..ma questo, ai tempi attuali, tristemente non e una via percorribile.

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