Non c’è spazio per concordare la pena, secondo la Corte d’Appello di Messina, nel caso della sparatoria avvenuta al M’Ama il 22 luglio 2017.
All’apertura del processo di secondo grado i difensori di Alessandro Cutè e Gianfranco Aloisi – gli avvocati Salvatore Silvestro e Carlo Autru – avevano chiesto di concordare la pena e il procuratore generale Enza Napoli si era detta d’accordo. Accusa e difesa erano arrivati ad una condanna a 6 anni ed 8 mesi per entrambi ma la Corte (presidente Celi) non l’ha ritenuta congrua ed ha aperto il processo.
A quel punto il PG ha discusso a lungo, ripercorrendo la vicenda e il processo di primo grado, definito in abbreviato pochi mesi dopo i fatti e chiuso con la condanna di entrambi i giovani a 16 anni ed 8 mesi. Il PG Napoli a quindi chiesto la conferma di quel verdetto. Il processo proseguirà il prossimo 29 maggio per dare la parola agli avvocati difensori, poi i giudici entreranno in camera di consiglio.
Il giovane Cutè ed Aloisio erano stati fermati poco dopo il far west scoppiato nel locale notturno della riviera nord. Dentro c’era una festa e il buttafuori negò loro l’ingresso, che reagirono tornado poco dopo in motorino e sparando cinque colpi di pistola. Uno raggiunse una ragazza di Briga Marina, che rischiò la vita.