Ieri è salito a 31 il numero delle vittime. Oltre 300 i volontari presenti, per i lavori urgenti in corso prevista una spesa di 10 milioni di euro. Oggi Buzzanca a Palermo per definire i propri compiti di soggetto attuatore dell’ordinanza ministeriale
Trentuno vittime accertate, sei dispersi, due feriti ancora in gravi condizioni, più di mille e seicento sfollati. Questi sono solo alcuni dei numeri di una tragedia, l’alluvione del 1. ottobre scorso, la cui eco si sentirà per molto tempo ancora. Mentre il sindaco Giuseppe Buzzanca è a Palermo per definire col governatore siciliano, nonché commissario per l’emergenza, Raffaele Lombardo i propri compiti di soggetto attuatore dell’ordinanza ministeriale, proviamo a fare il punto della situazione.
Nel pomeriggio di ieri è purtroppo salito a 31 il bilancio delle vittime accertata. Al Policlinico, infatti, è deceduta Katia Panarello, 28 anni, di Giampilieri Superiore, che dal giorno del disastro che le ha portato via anche la madre, Carmela Olivieri, lottava tra la vita e la morte. Purtroppo non ce l’ha fatta. Sono altri i due i feriti del nubifragio considerati in gravi condizioni: sono i genitori di Simone Neri, il sottocapo della Marina Militare che prima di morire aveva salvato altre otto persone a Giampilieri. Entrambi sono ricoverati per gravi ustioni, la madre nel centro di Catania, il padre in quello di Palermo. E se a Giampilieri non si registrano altri dispersi, cinque sono i corpi che si cercano senza sosta a Scaletta Zanclea, più uno ad Altolia. Ancora senza un nome, invece, il corpo di una donna rinvenuto a Giampilieri che non figurava tra i dispersi.
Impressiona il dato sulle evacuazioni. Sono 1.656 gli sfollati, di questi 1.092 sono in albergo, gli altri hanno trovato una sistemazione, ovviamente provvisoria, da amici e parenti. Altri numeri importanti riguardano lo stato dell’arte sulla presenza di Protezione civile e volontari nelle aree colpite: 12 i presidi territoriali per fronteggiare il rischio di altre possibili frane, 8 i posti di blocco pronti a intervenire, in caso di piogge, per chiudere al traffico le strade, mentre presidi del 118 sono permanenti a Briga, Altolia, Molino, Pezzolo, Guidomandri, Scaletta marina (inferiore), Itala marina e Itala superiore, Giampilieri. Sono più di 300 i volontari presenti sui luoghi, con sede a Roccalumera e Mili, tre le cucine da campo per soccorritori e volontari. Rimangono perimetrate le cosiddette “aree rosse”, ovvero le zone considerate ancora a forte rischio.
Per i lavori urgenti in corso si prevede una spesa di 10 milioni di euro, con cantieri aperti da Anas, Rfi, Cas, Provincia, Comune e Protezione civile regionale. Secondo i tecnici la situazione maggiormente critica è quella di Giampilieri, dove secondo le prima stime occorreranno almeno altri 20 giorni di lavoro per sgombrare le strade dal fango. Attività frenetica anche a Scaletta Zanclea, dove per ritrovare i copri degli ultimi dispersi si lavora anche con l’ausilio dei sommozzatori. Discorso a parte meritano le strade provinciali: quelle che attraversano le zone alluvionate rimangono chiuse al traffico, con accesso consentito solo ai mezzi di soccorso. Programmati, in questo ambito, lavori per circa 5 milioni di euro. Per quanto riguarda il pilone autostradale di contrada Racinazzi, a Scaletta, rimasto lesionato da un grosso masso durante il nubifragio, il Cas, finito sotto la lente anche del presidente dell’Anas Pietro Ciucci («senza risultati positivi, revocheremo la concessione»), assicura che la stabilità dello stesso non è in pericolo e che è già partito un monitoraggio della struttura. Tra gli interventi previsti anche l’installazione di un radar-meteo che possa consentire la previsione di eventi alluvionali con una precisione maggiore rispetto ai bollettini meteo lanciati dalla Protezione civile (si pensi che la sera del disastro era prevista la stessa allerta per Sicilia, Calabria, Basilicata e Campania!).
Per quanto riguarda gli interventi a medio-lungo termine, presto il Genio Civile redigerà un elenco di opere possibili anche in base agli studi e ai progetti provenienti dal cosiddetto “tavolo interassessoriale”, costituito da Regione, Provincia, Comune e Protezione civile. Importante ricordare che la Provincia ha avviato una collaborazione con l’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) per la valutazione dei rischi di pubblica incolumità e per la viabilità. Due i progetti già inoltrati per la messa in sicurezza delle strade di accesso a Scaletta Zanclea e Itala: il primo riguarda la realizzazione di “rampe di fuga” da usare solo in caso di emergenza per collegare le zone collinari a strada statale ed autostrada; il secondo la realizzazione di galleria paramassi sulla statale 114 per l’accesso a Scaletta.
(foto Dino Sturiale)
