L’Acr grida al complotto: ci sarebbe un disegno per far morire il calcio a Messina

L’Acr grida al complotto: ci sarebbe un disegno per far morire il calcio a Messina

L’Acr grida al complotto: ci sarebbe un disegno per far morire il calcio a Messina

domenica 02 Maggio 2010 - 18:10

Nel corso dell’ennesima atipica conferenza stampa, la proprietà ha denunciato quanto sarebbe accaduto: «personaggi, con la complicità di qualche calciatore ancora in rosa, avrebbero influenzato il campionato in corso per deprimere il valore patrimoniale del club». Presentato esposto alla Procura Federale, pronto ad essere inviato anche alla Magistratura. -Solo- questo dietro il fallimento sportivo stagionale?

Dietro il disastroso campionato dell’Acr Messina ci sarebbero delle “persone”, anche atleti attualmente in organico, che avrebbe remato contro la proprietà al fine di far scomparire definitivamente il calcio in città. E’ la denuncia lanciata questo pomeriggio dopo la sconfitta contro il Trapani dal presidente Alfredo Di Lullo e dal patron Arturo Di Mascio, supportati dall’avvocato Roberto Bonavita. In tal senso sarebbe già stato depositato un esposto alla Procura Federale, mentre domani il malloppo di atti e documenti che attesterebbero tale “disegno” dovrebbe essere inviato alla magistratura ordinaria. Inoltre sarebbe stata già presentata una denuncia per furto ad una caserma dei Carabinieri.

Tali fatti sono stati annunciati nel corso dell’ennesima conferenza stampa “insolita”, attesa per più di un’ora dopo il fischio finale del match (convocata senza un orario definito) e aperta ai tifosi, circa quaranta, che hanno ascoltato e sono poi intervenuti ponendo direttamente delle domande alla proprietà. I “fatti gravi”, così come sono stati definiti, riguarderebbero una serie di episodi avvenuti nel corso di questa stagione e che avrebbero di fatto frenato il cammino di una squadra costruita per puntare al salto di categoria e che a due giornate dal termine rischia invece seriamente di trovarsi invischiata negli spareggi per non retrocedere. L’avvocato Bonavita, sostenendo ciò, ha parlato di «personaggi, soggetti che hanno fatto calcio a Messina in passato, che forse anche con la complicità di qualche calciatore ancora in rosa», avrebbero costruito tale circuito. I coinvolti? «Circa cinque», ha affermato l’avvocato. L’obiettivo? «Quello di far abbassare il valore patrimoniale della società, per poterla poi rilevare». E tutto ciò sarebbe anche legato alla recente trattativa per la cessione del club, fermatasi ad un’offerta “fatta a parole” e ritenuta “poco soddisfacente”. Club che oggi Di Lullo e Di Mascio hanno dichiarato di non voler assolutamente vendere.

«I documenti parlano chiaro – ha affermato poi Di Lullo -, i nomi usciranno nei prossimi giorni, non possiamo dire altro nel rispetto della magistratura che dovrà fare il suo lavoro. Quello che posso dire è che fare calcio a Messina non è assolutamente facile, però andiamo avanti e finché ci saremo noi il calcio qui non scomparirà». Il presidente parla anche delle recenti contestazioni della tifoseria, assolutamente comprese: «Capisco il loro stato d’animo, pure noi ci siamo sentiti traditi. Con i soldi che abbiamo speso sono state costruite due squadre che oggi lottano per la promozione. Ci siamo fidati sbagliando, errori che non faremo più il prossimo anno». Intanto c’è la stagione attuale da salvare, per evitare che la rovina si trasformi in disastro. La maggior parte dei tifosi, venuti a conoscenza di questo presunto “cattivo atteggiamento” di qualche atleta ancora in organico, ha chiesto che non vengano più schierati i diretti interessati, addirittura qualcuno ha ipotizzato che venga mandata in campo la formazione juniores. Il patron Di Mascio ha puntualizzato: «Ci sono perfino giocatori che hanno già firmato preliminari di contratto con altre società per la prossima stagione. Però dobbiamo mantenere la categoria e non possiamo far giocare altri. L’obiettivo è ancora questo ma stiamo già lavorando sul futuro». Rivelando poi che sono stati avviati i contatti con un dirigente, anch’esso con un passato nel Messina alle spalle (Salerno?).

Rimanendo nel presente, la speranza è che questo terremoto, l’ulteriore di una stagione travagliata, ricca di colpi di scena e decisioni a sorpresa che hanno reso instabile il clima intorno alla squadra, possa non influire sulle ultime due sfide che il Messina dovrà disputare per evitare di dover giocare i playout. La Giustizia, riscontrata la sussistenza o meno di quanto sostenuto dalla proprietà, farà il suo corso, ma non si può non sottolineare come i fallimenti della stagione 2009/2010 possano essere in qualche modo ricollegati anche a quanto è avvenuto dentro e fuori lo spogliatoio in questo anno: la mancanza di organizzazione denunciata a più riprese dai tesserati, le quasi sistematiche epurazioni dirigenziali e tecniche che non hanno dato punti di riferimento, i problemi filtrati riguardo la corresponsione degli stipendi, etc. Una squadra può essere qualitativamente e tecnicamente forte, ma senza il necessario “supporto” può rendere molto meno di formazioni che lottano, fanno gruppo e nel campo sputano l’anima. La condizione atletica mostrata oggi nella sfida con il Trapani ha detto chiaramente quanto siano evidenti le carenze fisiche, oltre che a livello di umore, di una squadra che sta concludendo un campionato vissuto per buona parte allo sbando.

Se si ha voglia di definire un progetto serio, anche queste sono cose che dovranno inevitabilmente essere chiarite. Insieme a tante altre che forse conosceremo nei prossimi giorni.

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