Immondizia campana conferita a Mazzarà: il crocevia è la natura dei rifiuti

Immondizia campana conferita a Mazzarà: il crocevia è la natura dei rifiuti

Immondizia campana conferita a Mazzarà: il crocevia è la natura dei rifiuti

giovedì 14 Aprile 2011 - 15:41

L’Ad di TirrenoAmbiente Innocenti prova a fare chiarezza, mentre continua il rimpallo di responsabilità tra Regione e palazzo dei Leoni. La dirigente della Provincia Musumeci: «Trasporto abusivo». Per la società di gestione della discarica sono “rifiuti speciali non pericolosi”

Sono parole forti quelle pronunciate dalla dirigente provinciale all’ambiente, Carolina Musumeci in merito alla vicenda del conferimento dei rifiuti campani nella discarica di Mazzarà Sant’Andrea. La stessa Musumeci è stata ascoltata questa mattina nella IV commissione consiliare di palazzo dei Leoni insieme all’assessore al ramo Carmelo Torre, che, subentrato da qualche settimana a Pietro Petrella, si è trovato subito ad avere a che fare con una brutta gatta da pelare.

Intanto continua il rimpallo di responsabilità tra Regione e Provincia. Da Palermo si parla ancora di “presunto arrivo di rifiuti”. In verità sul conferimento dei rifiuti campani nel Messinese non ci sono dubbi di sorta. Né sembrerebbero essercene sul fatto che nessuno, almeno ufficialmente, sapesse nulla circa il loro arrivo. Ma mentre da una parte l’assessore al ramo Giosuè Marino scarica la responsabilità alle province, dall’altra l’ente di corso Cavour, attraverso la dirigente, dichiara: «Ci troviamo davanti ad un trasporto abusivo di rifiuti». Il nodo è adesso rappresentato dalla natura dei rifiuti che sono stati conferiti a Mazzarà. Come scritto nell’ultimo articolo pubblicato sull’argomento (vedi correlato in basso), sulla base del dettaglio dati e di ulteriori verifiche effettuate su un campione significativo di formulari di trasporto, la Musumeci afferma che si tratta di rifiuti di origine urbana non sottoposti a raccolta differenziata (provenienti dagli impianti di Tufino e/o di Giugliano). «Per quanto riguarda la successiva fase di gestione dei rifiuti (si intende successiva alle operazioni eseguite presso gli impianti Stir sopradetti e riguarda, pertanto, lo smaltimento in discarica fuori Regione) ed avuto riguardo al fatto che i predetti rifiuti sono di natura urbana ed indifferenziati, la codificazione degli stessi non può essere assimilata ai rifiuti speciali bensì, al codice CER 20.03.01», continua la dirigente. “Tradotto” significa che servirebbero delle autorizzazioni per il trasferimento in altre regioni. Qualora così fosse, i carichi sarebbero stati erroneamente codificati con codice CER 191212 (sottoposti ad operazioni di triturazione e vagliatura meccanica) e CER 190501 (dopo la tritovagliatura sottoposto anche a biostabilizzazione aerobica, questo secondo codice sarebbe stato applicato in misura inferiore). Questo tipo di rapporto infatti, viene solitamente “applicato” ai rifiuti “speciali”, per i quali non servono autorizzazioni per il trasferimento da una regione all’altra, a differenza dei rifiuti urbani. Né tantomeno accordi interregionali o pagamento di ecotasse.

Sulla questione è intervenuto anche l’Amministratore delegato della Tirreno, Pino Innocenti, attraverso una lettera inviata alla Musumeci e a diverse autorità, nella quale si spiega: «La richiesta di poter conferire rifiuti speciali non pericolosi derivanti da trattamento di selezione e bio essiccazione di rifiuti urbani non differenziati (quelli con codice CER 191212 e 190501) provenienti dagli impiani di Sap.Na. Spa è pervenuta nel dicembre del 2010. In seguito a tale richiesta due volte i nostri tecnici sono andati a verificare presso i predetti impianti la qualità e la quantità dei cumuli da smaltire, potendo stimare in 30.000mc detto quantitativo. Dal 22 febbraio sono cominciati i conferimenti che, puntualmente, dopo presentazione di caratterizzazione di base, caratterizzazione analitica ed esecuzione di verifica di conformità, sono stati altresì sottoposti a verifica in loco. Quindi come confermato al momento dell’accettazione la nostra disponibilità si esaurirà definitivamente nel momento in cui sarà conferito il suddetto quantitativo che, rapportato a tonnellate, si presume possa raggiungere e non superare il totale di 25mila. I rifiuti da noi introitati – si legge ancora -, sottoposti a tutte le indagini necessarie alla determinazione dei criteri di ammissibilità in discarica per rifiuti non pericolosi previsti dalla vigente legislatura, sono classificati dalla normativa quali rifiuti speciali non pericolosi. Detti rifiuti hanno alla stessa stregua dei percolati, dai fanghi di natura industriale e dei rifiuti ospedalieri, tutti rifiuti non pericolosi, hanno libero accesso all’interno del territorio nazionale. Diversamente non riusciremo a comprendere quale sia la logica che consenta a Tirrenoambiente e a tutte le altre discariche in Sicilia di conferire fuori regione oltre 30mila tonnellate all’anno di percolati prodotti dalla discarica emarginata».

Resta comunque da sottolineare che, secondo quanto scritto dalla Musumeci, la Provincia non sarebbe mai stata investita o informata di quanto stava avvenendo: «A questo ente – si legge nella nota – non è pervenuta alcuna formale e preventiva comunicazione sul conferimento di rifiuti, di provenienza campana, presso la discarica di cui in oggetto, esercita dalla Società che legge per conoscenza. Di norma codesto dipartimento (il dipartimento regionale rifiuti, a cui è inviata la nota, ndr), relativamente ai conferimenti di rifiuti da parte di soggetti pubblici e privati, presso discariche ricadenti nella Regione siciliana, trasmette le comunicazioni e/o i provvedimenti alle province territorialmente competenti demandando alle stesse l’attività di controllo». Passaggio che, evidentemente, in questo caso non è avvenuto.

Nella commissione presieduta da Francesco Rella, l’audizione è stata fortemente sollecitata dal consigliere del Pd, Pippo Rao, voglioso di vederci chiaro su una vicenda che sembra ancora poter riservare dei colpi di scena. Prossimi passaggi: si attendono i risultati dell’indagine avviata dall’Arpa sulla natura dei rifiuti, mentre anche la Procura avrebbe avviato degli accertamenti per capire cosa sia accaduto.(ER-Redazione)

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