Perché la Sinistra è contro il Ponte?
Caro Pippo Rao,
scrivo a te perché tutti dicono che tu sei di Sinistra.
E io pure sono di Sinistra, anche se adesso mi viene qualche dubbio.
Sono la Signora Giovanna di Villaggio Aldisio, uno dei tanti quartieri piuttosto poveri della nostra città, ho quasi 70 anni e quando ero sulla trentina sono andata a stare per qualche anno a Reggio Emilia.
Lì mi hanno insegnato che per chi vive con uno stipendio che finisce sempre intorno al 20 di ogni mese c’è un solo Partito e c’è una sola Sinistra.
E così, anche se poi sono tornata qua, mi è rimasta sempre questa convinzione nel cuore e allora scrivo per avere qualche spiegazione da chi è sicuramente di Sinistra e ha letto di sicuro tanti libri più di me.
Leggo che Berlusconi, che è ricco e non vuole aiutare noi poveracci, ha deciso di riprendere il Ponte e ripenso alla marcia contro il Ponte che c’è stata tanti anni fa.
Ricordo che io ci volevo andare, ma avevo un ginocchio gonfio perché io di lavoro lavo le scale e sto inginocchio e allora non potevo camminare bene per cui avevo preferito passare la domenica a casa a riposarmi.
Al pomeriggio avevo chiesto a mio compare Nicola che abita vicino a me come era stata la marcia se c’era tanta gente e che cosa avevano detto. Ma compare Nicola, che è pensionato a 500 euro al mese e se la passa anche peggio di me, mi ha detto che non c’era andato perché a lui del panorama, degli uccelli e dei pesci gli interessa solo quando ha la pancia piena e siccome era il 22 del mese e il 20 erano finiti i soldi della pensione, aveva la pancia vuota e nessuna voglia di camminare un sacco contro il ponte.
A dire la verità, questa risposta non mi era piaciuta, perché alla marcia c’era quello che era prima il Partito e che adesso ha cambiato nome, il Partito che difende gli interessi dei poveri e anche compare Nicola è povero, per cui lui che cammina bene doveva andare a fare la marcia.
Mi è sembrato quasi un tradimento.
La sera poi ho visto la televisione e mi sono un po’ incoraggiata perché alla marcia c’erano proprio tante persone: tanti giovani, tanti ragazzi, anche bambini piccoli, che camminavano e ballavano contenti e si vedeva che erano proprio convinti che questo ponte non si deve fare perché porta solo guai. C’era anche quello che allora era il sindaco e tanti politici e mi ha fatto piacere che anche loro dicono no al ponte per difendere gli interessi dei poveri come me e compare Nicola.
Vedendo e rivedendo le immagini della marcia però, ho cominciato a notare una cosa ed è per questo che ti scrivo, caro Pippo, così me la spieghi e mi togli i dubbi che mi sono venuti.
Perché è molto brutto avere questi dubbi alla mia età e dopo tanti anni di fede nel Partito.
A dire la verità, di poveri, di operai, di disoccupati o di proletari, come mi hanno insegnato a chiamarli a Reggio Emilia, alla marcia ce n’erano pochini.
Tanti avevano cappotti belli e eleganti e quelle scarpe che sono molto comode per camminare ma costano quanto guadagno io a lavare le scale di una ventina di condomini.
Ma allora, è sicuro che a marciare contro il ponte si fanno gli interessi dei poveri?
Devi sapere che io ho 3 figli.
Uno che è tanto bravo e lavoratore, è dovuto andare a Bergamo per trovare lavoro.
Non è molto contento perché fa freddo e quando si trova a discutere con qualcuno, che so, di calcio o di politica, gli dicono “terùn de merda, tornatene al tuo paese” che non è una bella cosa, ma lui si consola pensando che ha un buon stipendio, ha messo su famiglia e è nato sullo Stretto di Messina, che è il posto più bello del mondo.
Degli altri 2 è il maschio che mi dà più pensieri.
Non ha voluto studiare. Ha cercato di trovare un lavoro qua ma non è riuscito e così di giorno dorme e la notte non ha sonno e esce.
Un paio di volte l’hanno fermato i Carabinieri perché aveva in tasca delle cose che non doveva avere, ma non era lui che le voleva vendere agli altri, ma dei cattivi amici che gli avevano detto di tenerle per un po’.
La femmina lavora da un paio d’anni in una pizzeria.
Prende 400 euro al mese e ancora non l’hanno messa in regola, però le hanno promesso che se continua a impegnarsi prima o poi la mettono in regola e le danno un aumento.
Per concludere, da allora sono passati 3 anni e la situazione della mia famiglia è rimasta la stessa.
Eppure, al Governo è stata anche la Sinistra che doveva farci stare meglio a noi poveri.
Peccato, perché io speravo che fermando quei farabbutti che volevano fare il ponte le cose sarebbero migliorate, anche per la mia famiglia.
E invece gnente.
Ora, credo che, se Berlusconi continua con le cose cattive che vuole fare, tu vorrai di nuovo fare un’altra marcia, però mi devi promettere che dopo sarà un pò più facile per mio figlio trovare un lavoro che così la finisce di andare in giro di notte e io potrò dormire più tranquilla.
E ti chiedo pure se servirà a mettere in regola mia figlia e a farle avere un piccolo aumento, che so, a 500 euro al mese.
Capisco che sperare che mio figlio grande torni a Messina è forse chiedere troppo, ma chi sa.
Grazie per le spiegazioni che mi darai, soprattutto se mi faranno continuare a mantenere quella grande fiducia nel Partito, ora si chiama PD, che mi ha accompagnato per tanta parte della mia vita.
La Signora Giovanna
