Mentre la città organizza una serie d'iniziative, si rivivono la prima dell'Aida e gli ultimi gesti in attesa dell'alba tragica
MESSINA – Il terremoto del 1908. Messina ricorda il sisma, 117 anni dopo, con una serie di iniziative. Di seguito pubblichiamo un ricordo del cittadino Rosario Soraci, che ripercorre le ore prima del disastro.
Il 27 dicembre del 1908, a Messina, è una sera tranquilla, bella come la città. Immagino i tanti i signori verso il Vittorio Emanuele per assistere all’opera di Giuseppe Verdi, Aida, morto solo sette anni prima. Mi sembra di vedere le carrozze che si fermano sotto i portici e i cocchieri che aiutano le signore a scendere.
Ricordando il terremoto del 1908, tutto tace ma non la natura
I cavalli hanno uno strano comportamento: sono irrequieti, come se sapessero che da lì a breve, l’apocalisse avrebbe travolto le nostre radici. Qualche mendicante, all’entrata del teatro, tenta di racimolare pochi spiccioli per un tozzo di pane tra i ricchi signori con i cilindri e costose pellicce.
Gli operai sono già a casa da parecchio, pronti per un’altra alba che li vedrà al cantiere. I cani ululano, le madri portano a letto i loro figli, cantano una filastrocca, spengono la fiamma della candela con un soffio, un altro bacio ai pargoli e tutti a letto.
Le onde del mare sono lente, calme. La luna si specchia sullo Stretto, i pescatori, con le lampare, sono pronti per un’altra lunga notte. I contadini hanno già messo il fieno nelle stalle… Tutto tace ma non la natura che, da lì a poco, tradirà ogni sentimento di vita, di pace, di speranza.
Alle vittime, oggi e sempre, il mio pensiero.
Rosario Soraci
