Navi ferroviarie. Durante la traversata i passeggeri non possono stare a bordo treno

Come se non bastassero i tanti disagi che affronta quotidianamente chi vuole spostarsi in treno dalla Sicilia al resto d’Italia e viceversa. Come se non bastasse che l’intercity Notte Milano-Palermo e viceversa impieghi 22 ore per percorrere i circa 1.400 chilometri di distanza, compresa la bellezza di due ore e mezza dall’arrivo alla stazione di Villa San Giovanni alla partenza da quella di Messina. Tempi adesso destinati persino ad allungarsi perché “il Comando di Bordo delle Unità Navali di Rfi dovrà accertarsi che, prima dell’inizio della traghettata, tutte le vetture ferroviarie siano vuote e che i passeggeri, ogni eccezione rimossa, si trovino presso il ponte salone passeggeri per rotta la durata della traversata”. E’ quanto si legge in una nota che Rfi ha inviato ai comandi di bordo delle navi Scilla, Villa, Messina e Logudoro. Un fatto curioso se si considera che da qualche anno è interdetto l'accesso ai passeggeri sulle navi Rfi, che prendono a bordo solo i passeggeri dei treni.

Già stamani si sono creati grossi disagi alle stazioni di Messina e Villa perché i viaggiatori non volevano scendere dal treno e si è reso necessario l’intervento della Polfer. E sarà interessante "capire" come dovranno scendere dal treno anziani e disabili.

Ma perché tutto questo? Il 29 e 30 giugno si è riunita la Commissione Compartimentale di Sicurezza al fine di rilasciare il certificato di sicurezza per la nave Scilla e riprendere regolare servizio nello Stretto di Messina dopo aver effettuato alcuni viaggi a merci in continuità territoriale verso il porto di Golfo Aranci, in Sardegna.

“La visita ha avuto esito non soddisfacente – scrive la Capitaneria di porto – per gravi non conformità (secondo Rfi in fase di risoluzione, ndr) inerenti la sicurezza della navigazione e le misure volte alla tutela dell'unità in caso di incendio. Nella fattispecie, la gaietta di ammaino del battello di emergenza risultava essere non operativa e pertanto il ’rescue boat’ non è stato ammainato nell’immediato con potenziale pregiudizio per la sicurezza dei passeggeri a bordo. L'unità è sprovvista di imbarcazioni di salvataggio, e pertanto le zattere di salvataggio devono essere radunate tramite il battello di emergenza in dotazione, tra l'altro indispensabile in caso di recupero di uomo in mare”.

Per quanto riguarda la prevenzione degli incendi a bordo, “al fine di garantire l'incolumità dei passeggeri presenti, gli stessi devono lasciare il mezzo ferroviario prima delia partenza dell'unità per recarsi nel ponte passeggeri dell'unità durante la traversata nello Stretto di Messina. In caso di incendio nel ponte binari, certi che nessun passeggero è ivi presente, potrà essere attivato l'impianto antincendio fisso a schiuma ad alta espansione, al fine di evitare che le fiamme possano protrarsi per l'intera unità”.

Nel corso della visita della commissione, si è constatato “che due postazioni preposte all'erogazione della schiuma espansa non erano pienamente funzionanti e pertanto il rateo di schiuma erogata, poteva non essere soddisfacente per estinguere l'incendio nel predetto locale”.

La Capitaneria di Porto invita Rfi “a voler effettuare con le modalità prescritte dal proprio manuale di gestione Ism le manutenzioni prescritte volte all’eliminazione delle gravi non conformità riscontrate, con il rilascio della relativa dichiarazione da parte della ditta autorizzata per l’aspetto relativo al mezzo di ammaino, nonché la verifica da parte dell’Organismo Riconosciuto relativo al buon esito della manutenzione a regola d'arte relativa al succitato impianto antincendio” e ad effettuare “il report relativo all'analisi delle non conformità riscontrate con le eventuali modifiche di procedure ed istruzioni finalizzate a prevenire il verificarsi di nuove situazioni di potenziale pencolo alla sicurezza della navigazione, tutela dell'ambiente marino e sicurezza dell'ambiente di lavoro a bordo di tutte le unità”.

(Marco Ipsale)