Nel 2018 l'arresto di Coppolino. Com'è finito il processo. Tutti i nomi
E’ di 4 condanne e 4 assoluzioni il bilancio del processo di primo grado nato dall’inchiesta sfociata, nel 2018, nell‘arresto dell’ex assessore comunale di Barcellona, Angelo Coppolino. Processo relativo in particolare a presunte coperture di vario genere sull’iter di due edifici, in realtà abusivi, sequestrati e riferibili, secondo l’Accusa, allo stesso rappresentante di giunta. Concussione, induzione indebita, abuso d’ufficio e falso i reati inizialmente contestati a vario titolo.
Tutte le condanne
Ieri sera il Tribunale di Barcellona (presidente Orifici), ha condannato Coppolino a 9 anni e 10 mesi. Condanna anche per il vice comandante della Polizia Municipale Salvatore Di Pietro (4 anni e 10 mesi), i tecnici comunali Francesco Livoti e Giuseppe Bonomo (entrambi ad un anno e 5 mesi). Tutte le cariche si riferiscono all’epoca dei fatti.
Tante le assoluzioni parziali per Di Pietro e Coppolino, riconosciuto però colpevole dei fatti più rilevanti che erano stati contestati. L’ex esponente dell’esecutivo cittadino è stato anche interdetto dai pubblici uffici in perpetuo, mentre 5 anni di interdizione sono stati comminati a Di Pietro. Il collegio ha concesso la sospensione della pena a Livoti e Bonanno, che dovranno comunque risarcire il Comune di Barcellona: 5 mila euro a testa loro, 50 mila euro Coppolino, 30 mila euro Di Pietro. Il collegio ha infine trasmesso alla Procura i verbali con le dichiarazioni di due testimoni, rilasciate in udienza nel 2019. I quattro imputati sono stati difesi dagli avvocati Salvatore Silvestro, Giuseppe Calabrò, Giuseppe Lo Presti e Gaetano Pino.
Le assoluzioni
Scagionati del tutto, perché assolti da tutte le accuse contestate a vario titolo, Carmelo Rucci (funzionario settore edilizia), l’ex segretario generale Santi Alligo, il legale Domenico Floramo e Felice Coppolino, difesi dagli avvocati Giovanni Randazzo, Paolo Turiano, Sebastiano Campanella e Adriana La Manna. Una parte delle accuse sono state dichiarate prescritte.
La vicenda
Il processo riguardava le vicende che seguirono il sequestro dei due immobili, nel 2016, e i successivi scossoni in Giunta, legati agli interessi privati dell’assessore. I presunti abusi dei due immobili che ospitavano un b&b e un ristorante sarebbero stati coperti dal personale del municipio, secondo l’Accusa. Il processo ha però stabilito che non tutti furono responsabili dei reati ipotizzati dalla Procura e non tutti gli atti sospetti erano falsi.
