Bimba morta a 5 mesi per complicanze al parto, condannati 2 medici

Bimba morta a 5 mesi per complicanze al parto, condannati 2 medici

Alessandra Serio

Bimba morta a 5 mesi per complicanze al parto, condannati 2 medici

sabato 24 Febbraio 2024 - 07:00

La piccola Vittoria è stata strappata ai genitori nel 2017. Sotto accusa il cesareo tardivo

MESSINA – Si chiude con due condanne il processo per la morte di Vittoria Melitta Aisha Tomasello, nata al Policlinico il 15 giugno 2017 e strappata ai genitori il 13 novembre dello stesso anno. La piccola si è spenta a soli cinque mesi, tutti passati in ospedale per le complicanze riportate al parto.

La sentenza

Per il giudice di primo grado la morte della bimba poteva essere evitata. Sotto accusa, per omicidio colposo e lesioni personali in concorso, sono finiti il ginecologo Antonio Denaro e l’ostetrica Marzia Villanti. La sentenza è di condanna a un anno e 3 mesi per il ginecologo, un anno per l’ostetrica. Entrambi dovranno pagare le spese processuali e, assieme al Policlinico, gli imputati dovranno inoltre pagare una provvisionale di 50 mila euro per i genitori e 10 mila euro per il fratello, assistiti dagli avvocati Alberto Gullino e Anna Scarcella.

L’accusa

Erano stati i genitori a chiedere alla magistratura di fare luce sul caso. Secondo l’Accusa i due sanitari del Policlinico avrebbero “con condotta sorretta da negligenza, imprudenza e imperizia, cagionato lesioni e successivamente la morte della bimba”, nata con taglio cesareo e successivamente sottoposta a trattamento ipotermico presso l’Utin con constatazione del decesso il 13 novembre 2017. “Morte avvenuta per arresto cardiorespiratorio insorto come complicanza di encefalopatia a sua volta insorta per sofferenza fetale occorsa in travaglio di parto”. Sotto la lente anche il monitoraggio del travaglio: il tracciato fu interrotto per circa mezz’ora.

Cesareo tardivo

Quando è stato ripristinato il monitoraggio, si è riscontrata l’assenza di battito cardiaco fetale ed è stato quindi eseguito il taglio cesareo, alle 2.47, con un ritardo temporale di 56 minuti rispetto alla diagnosi di decelerazione del battito.

Il processo

Queste le conclusioni cui era arrivata la Procura, che sembrano oggi condivise dal giudice, alla luce delle condanne. Per stabilire le effettive responsabilità dei sanitari bisognerà però attendere di leggere le motivazioni della sentenza e attendere l’ultimo grado di giudizio del procedimento.

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