Politici e opinion maker messinesi sembrano incapaci di esprimere una visione del territorio e del Mezzogiorno coerente con la dimensione europea dell’attraversamento stabile tra la più grande isola del Mediterraneo e il continente europeo
Partito Ciucci, la città si interroga ancora una volta su quello che sta per accadere.
Protestano i contrari al Ponte, polemizzando più sull’operato del sindaco, del presidente della Provincia e sull’AD della società concessionaria che sull’opera in sé.
Eppure, è innegabile che Peppino Buzzanca e Nanni Ricevuto siano le figure più legittimate a dare voce alle convinzioni e alle richieste dei Messinesi sul tema Ponte sullo Stretto.
Entrambi si dichiarano totalmente favorevoli alla realizzazione dell’opera, ma proclamano ai quattro venti che …non firmeranno l’Accordo se non saranno accettate tutte le loro condizioni. Non una di meno.
Specularmente, i più fieri esponenti della contestazione alla grande opera immiseriscono le loro ragioni ideali in una patetica critica alle persone (Buzzanca, Ricevuto, Ciucci, etc.) strillando che la città viene svenduta per un piatto di lenticchie.
Facendo così capire che basterebbe aggiungere qualche pezzo di salsiccia alle lenticchie per far loro accettare l’opera.
A costo di essere ripetitivi, insistiamo sul nostro punto di vista: chi continua a definire il Ponte opera inutile ed è onestamente convinto che non serva al rilancio della nostra regione, del Mezzogiorno e alla captazione dei traffici mercantili tra Europa e Africa, non può permettersi di cambiare parere in conseguenza del completamento dell’impianto di illuminazione della Nuova Panoramica.
E viceversa.
I due elementi di giudizio non sono assolutamente confrontabili: sarebbe come giudicare l’opportunità di realizzare un grande insediamento industriale in base al costo del caffè in vendita alla mensa aziendale.
Non si può svilire lo storico collegamento stabile tra la più grande isola del Mediterraneo e il continente a strumento per ottenere la copertura di qualche torrente cittadino.
Favorevoli e contrari sembrano invece aver dimenticato che nell’Accordo di Programma del 2003 – sottoscritto anche dal Ministro dell’Economia Tremonti e dall’AD delle Ferrovie Moretti – era previsto il completamento delle principali fasi funzionali della linea AV/AC Battipaglia-Reggio Calabria. Intervento che ha molto più valore, per Messina, per la Calabria e per tutta la Sicilia, di qualsiasi opera locale ed è, ad oggi, un impegno totalmente disatteso.
Non che Buzzanca e Ricevuto debbano trascurare le richieste di interventi volti a migliorare la viabilità o la qualità della vita della città, ma a ogni rivendicazione va il dato il peso che merita e, soprattutto, va individuato l’interlocutore giusto.
Se il discorso vale per chi crede nel Ponte, a maggior ragione vale per chi ne contesta le attuali modalità di realizzazione.
Restiamo molto perplessi, infatti, di fronte alle posizioni assunte dalla CGIL, dal PD e dall’Udc messinesi.
In un’ottica di vero sviluppo socioeconomico dell’Area dello Stretto, esporre insulsi cartelli su improponibili scambi tra Ponte e messa in sicurezza del territorio, o reclamare posti al tavolo delle trattative appare spudoratamente strumentale all’ottenimento di miseri vantaggi di posizione nelle guerricciole locali, piuttosto che il frutto di una lungimirante visione a favore dei Messinesi e dell’intero Mezzogiorno. E pone in secondo piano quella che è, secondo il parere unanime di economisti, trasportisti e della stessa logica comune, la vera opera connessa al Ponte: la tratta ferroviaria AV/AC Battipaglia-Reggio Calabria.
Peccato! L'ennesima occasione persa da parte della sinistra per qualificarsi come forza capace di governare e non di criticare soltanto.
P.S. Un acuto osservatore dei fatti della città, Lucio D’Amico, scrive sulla Gazzetta del Sud che … il fronte del “Nì” va sempre più saldandosi con quello del “No”..
Un’affermazione che meriterebbe una riflessione e un approfondimento da parte di chi è favorevole all’opera.
