La perizia, decisiva per stabilire eventuali responsabilità, doveva essere consegnata in questi giorni ma ora sarà depositata ad ottobre
Era atteso per la metà di giugno il deposito alla Procura di Messina della perizia sul disastro del primo ottobre scorso che provocò 37 morti. Ma il fascicolo articolato e complesso sta richiedendo più tempo del previsto e così i periti nominati dalla Procura hanno chiesto ed ottenuto altri quattro mesi di tempo. Bisognerà, dunque, attendere ottobre per conoscere le conclusioni alle quali sono giunti i consulenti Gabriele Scarascia Mugnozza, Andrea Failla e Concetto Costa, l’idrogeologo Aronne Armanini ed il fisico Antonio Speranza. Si tratta della seconda proroga dopo quella già richiesta a febbraio ed in scadenza proprio in questi giorni. Un nuovo contrattempo per i magistrati che da mesi stanno lavorando su questa vicenda, il procuratore capo Guido Lo Forte, gli aggiunti Franco Langher e Vincenzo Barbaro ed i sostituti Francesca Ciranna ed Adriana Sciglio. Per il momento nel registro degli indagati sono state iscritte solo due persone: il sindaco di Scaletta, Mario Briguglio ed un tecnico dello stesso comune con l’ipotesi di omissione d’atti d’ufficio. Secondo quanto avrebbe accertato i Carabinieri Briguglio avrebbe prodotto in ritardo, rispetto alla richiesta della Procura, il Piano di Protezione civile comunale. Un piano che fra l’altro non era stato trasmesso né alla Prefettura di Messina, né alla Regione, né agli altri organi compunteti per la valutazione e l’approvazione. Ma si tratta solo di una parte dell’imponente fascicolo in mano al pool di magistrati della Procura di Messina che stanno aspettando la consegna della perizia per individuare altri responsabili fra amministratori, funzionari e tecnici. La Procura chiese ai consulenti di rispondere ad una serie di quesiti per stabilire se il disastro sia stato favorito da imperizia o negligenza di chi sarebbe dovuto intervenire per mettere in sicurezza zone già flagellate dal nubifragio dell’ottobre del 2007.
