Epifani a Messina: «Amarezza per come è stata dimenticata la tragedia dell’alluvione»

Epifani a Messina: «Amarezza per come è stata dimenticata la tragedia dell’alluvione»

Epifani a Messina: «Amarezza per come è stata dimenticata la tragedia dell’alluvione»

sabato 28 Novembre 2009 - 10:45

30 mila le presenze secondo la Cgil, circa 15 mila per le forze dell'ordine. In prima fila gli alluvionati, a seguire lavoratori di tutte le categorie, immigrati e studenti. Durante il comizio riferimento a Termini Imerese, «una delle ragioni forti della mobilitazione di oggi». Su photogallery tutte le immagini del corteo

Questa mattina, per circa un’ora e mezza, dalle 11, orario di partenza del corte da Piazza Antonello, alle 12.30, quando il lungo serpentone ha fatto il suo ingresso a Piazza del Popolo, la città dello Stretto è diventata il cuore del mezzogiorno d’Italia: quello dei tanti lavoratori iscritti al sindacato della Cgil e delle forze politiche di opposizione che hanno aderito alla giornata nazionale di lavoro, sviluppo, legalità, sicurezza del territorio, il cui “sottotitolo” è stato “L’impegno per il Mezzogiorno parte da Messina”.

In testa al corteo, 30 mila le presenze secondo fonti Cgil, 15 mila per le forze dell’ordine, il segretario nazionale del sindacato Guglielmo Epifani che intorno alle undici ha fatto arrivo di fronte Palazzo Piacentini sede del Tribunale, dove si è soffermato a parlare con i giornalisti. Diversi i temi affrontati, grande spazio ovviamente alle tematiche riguardanti la crisi economica, la situazione dei precari, gli effetti dello scudo fiscale e un giudizio complessivo sulla politica messa in atto dal governo nei confronti del sud che, a detta del segretario, non va considerato una zavorra «come invece stanno facendo Berlusconi ed i suoi ministri – ha affermato – ma una realtà che contiene già in se tutta le potenzialità per poter risorgere. C’è però bisogno di un supporto concreto».

“Scontato” il riferimento al nubrifragio di Messina, in prima fila una delegazione dei villaggi alluvionati: «Siamo alle solite – ha proseguito Epifani – il grande equivoco è nato con le infelici dichiarazioni sull’abusivismo, rilasciate in modo frettoloso all’indomani della catastrofe, ed è proseguito con la “leggenda” delle new town. Non è immaginabile far vivere le persone in città artificiali, in modo coatto. C’è inoltre forte amarezza per come la tragedia dello Stretto sia stata dimenticata, a dimostrarlo anche la bocciatura dell’emendamento alla finanziaria». Una battuta anche sulla costruzione del Ponte sullo Stretto: «Non rappresenta una priorità. Bisogna prima mettere in sicurezza il territorio e dare ai cittadini la certezza di un lavoro. Poi eventualmente ci si potrà pensare. Messina oggi è stata scelta come simbolo di tante questioni che vanno affrontate con assoluta emergenza: la mancanza di lavoro, la disoccupazione, la difesa del territorio ed un concreta politica di investimenti».

Il segretario nazionale, cercando così di divincolarsi tra la folla (nel frattempo il resto del corteo giungeva in via Tommaso Cannizzaro), ha conquistato la testa del corteo, sempre affiancato dal segretario generale della Cgil di Messina Lillo Oceano, impegnato a fare gli onori di casa. Nel corso di tutto il tragitto Epifani, “separato” dal resto dei manifestanti da un cordone di servizio d’ordine disposto a cerchio, ha mantenuto un dialgo serrato con lo stesso Oceano senza però negarsi a quanti hanno cercato di avvicinarlo: tra questi il pacifista Renato Accorinti, i lavoratori dell’Esa, le lavoratrici della ditta Castello, e tanti cittadini che hanno chiesto di portar fare con lui una foto. Il corteo, a passo sostenuto, fatta eccezione per qualche breve pausa dovuta appunto a strette di mano e dichiarazioni rilasciate alla stampa, è giunto in piazza del Popolo intorno alle 12.30. Sul grande palco montato al centro, prima dell’inizio del discorso di Epifani, sono state elencate i nomi di tutte le delegazioni, le associazioni, i gruppi di lavoratori che oggi hanno riempito le strade della città: tra questi anche il segretario della Cgil Lombardia Nino Basotto, regione gemellata con l’odierna manifestazione. Quando il segretario sale sul palco, il lungo serpentone di manifestanti non ha ancora fatto il suo ingresso completo nella piazza: si riempiono gli spazi ancora vuoti, si cerca di sistemarsi negli ultimi angoli rimasti vuoti.

«Il Mezzogiorno – ha detto Epifani durante il comizio – non è una zavorra ma una risorsa per il paese. In questo governo, invece, c’e’ l’idea che sia un problema ma non è così. Il Sud e’ una parte del paese che ha un terzo degli abitanti e non può essere un’area da lasciare a se stessa. Come ha detto Draghi le distanze tra il Mezzogiorno e il resto dell’Italia nella crisi si vanno accentuando. Bisogna farla finita con il sottrarre fondi al Sud. Non si possono utilizzare questi soldi per tutt’altro». Inevitabile un riferimento al caso Termini Imerese: «E’ una delle ragioni forti della giornata di mobilitazione di oggi. Perché e’ il simbolo di ciò che si deve evitare. Se chiude Termini non risorge un altro stabilimento in grado di dare lavoro a 3.000 persone. Il governo, quando lo scorso anno ha varato il provvedimento sulla rottamazione, avrebbe potuto chiedere certezze per gli stabilimenti di Termini e di Pomigliano».

Il balletto delle cifre, come detto in apertura, tiene banco anche in questa occasione, ma una cosa è certa: a quasi due mesi dalla tragedia, Messina riesce a riconquistare uno spazio nei tg nazionali e, quasi sicuramente, anche sulle prime pagine dei giornali. Ma da lunedì? Ci sentiremo di nuovo soli…

EDP-ER

In photogallery tutti gli scatti della manifestazione realizzati da Gaetano Saccà

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