Le parti si invertono, stavolta l' -sos- parte dal comando provinciale dei Vigili del fuoco

Le parti si invertono, stavolta l’ -sos- parte dal comando provinciale dei Vigili del fuoco

Redazione

Le parti si invertono, stavolta l’ -sos- parte dal comando provinciale dei Vigili del fuoco

venerdì 07 Novembre 2008 - 09:42

Per Giuseppe Crisafulli del sindacato Confsal Vigili del Fuoco è necessario aumentare il numero dei distaccamenti ed ampliare gli mezzi e uomini attualmente a disposizione per garantire ai cittadini un efficiente servizio

Gli ultimi provvedimenti “finanziari- del governo nazionale i cui tagli hanno preso di mira anche i settori che garantiscono la sicurezza e l’incolumità dei cittadini, complicano ulteriormente la situazione in riva allo stretto, sia perché zona ad elevata sismicità, sia per l’elevato rischio incendi in estate e nubifragi in inverno, che la cronaca dell’ultimo periodo documenta essere sempre più frequenti nel comprensorio dei Peloritani e nei comuni della Provincia.

Per saperne di più sull’attuale stato di organizzazione del comando dei Vigili del Fuoco della provincia di Messina, abbiamo ascoltato il segretario provinciale aggiunto del sindacato Confsal Vigili del Fuoco Giuseppe Crisafulli, che ha delineato un quadro tutt’altro che rassicurante. «Allo stato attuale c’è persino il rischio di non riuscire sempre a garantire la necessaria tempistica di intervento per la gestione di un’emergenza. E questo perché il nostro organico è sottodimensionato di 15 mila unità sul territorio nazionale, con tutte le conseguenza che ciò comporta» .

Una realtà ancor più critica, afferma poi Crisafulli, per una provincia così ampia come quella di Messina, che comprende ben 108 comuni «il cui comando dei vigili del fuoco anzichè essere classificato come “s5-, cioè a servizio di una zona di media grandezza, dovrebbe essere considerato a servizio di “area metropolitana-, il che comporterebbe un aumento del personale, dell’attrezzatura e dei mezzi a disposizione». Messina, infatti, oltre la sede centrale di via Salandra, possiede i distaccamenti di Milazzo, Patti, Sant’Agata, Letojanni, Lipari, Santo Stefano di Camastra e due distaccamenti portuali per il soccorso a mare a Milazzo e Messina, complessivamente insufficienti per le esigenze del territorio.

E proprio in relazione all’esiguo numero di sedi distaccate, Crisafulli rivolge alle istituzioni una richiesta ben precisa: «Stagionalmente possiamo contare anche sul supporto del distaccamento di Roccalumera, chiediamo che anche quella sede venga resa permanente, in modo da fornire una zona di grande importanza come quella ionica che d’estate registra un’elevata presenza di turisti e, dunque, di mezzi e di uomini che all’occorrenza devono poter intervenire. Si potrebbero impiegare 28 unità».

Ma ciò che a tratti può apparire pesino paradossale è che Messina, il cui territorio come detto necessita di “uomini-, possiede uno dei tre poli di formazione della Sicilia (gli altri due hanno sede ad Enna e Trapani), per la preparazione di giovani da impiegare tra le file dei vigili del fuoco. Ragazzi che però, una volta concluso il corso di formazione, andranno a lavorare in altri comandi dell’isola o del paese, poiché nella nostra provincia si registra “il tutto esaurito-. «Il provvedimento del governo nazionale sulla stabilizzazione dei precari ha portato alla “nascita- di questi centri di formazione con il compito di “creare- nuove unità da impiegare stabilmente nel reparto dei vigili del fuco. Presso il polo di Messina, al momento, si stanno formando 46 giovani, che però, stando così le cose, finiranno per trovare lavoro altrove e non certo da noi che pur ne abbiamo grande bisogno». Per rendere l’idea , una sorta di fuga di cervelli in uniforme.

È proprio il caso di dire che unica “fiamma- di speranza, , è il decreto n1441 da poco approvato dalla Camera, unitariamente da maggioranza ed opposizione: «Il provvedimento- afferma Crisafulli – riconosce la specificità dei Vigili del fuoco, paritetica al comparto sicurezza e difesa, da realizzare attraverso successivi decreti attuativi e tale da colmare il notevole divario che attualmente esiste tra la nostra realtà e quella delle forze di Polizia».

Foto Dino Sturiale

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