In più parti della città apposta la segnaletica orizzontale e verticale, ma nessuno la rispetta
La nostra città da qualche anno comincia con molta lentezza ad ammodernarsi e questo XXI secolo segnerà la svolta nella cultura messinese, a via di repressione. Dispiace dirlo ma sembra l’unica soluzione possibile da attuare nella città dello Stretto perché il rispetto delle norme, anche basilari, viene spesso disatteso soprattutto nella strada. Tra le infrazioni più comuni, lo sappiamo bene, la sosta selvaggia è una delle peculiari caratteristiche del nostro modo di interpretare il codice della strada, e questa regola non scritta noi sembra la abbiamo nel nostro DNA e la tramandiamo come gene primario alle nostre generazioni future. E se già abbiamo i geni che ci impongono determinati comportamenti i nostri pargoli spinti dall’imitazione, base primaria dell’apprendimento, non possono che rinforzare tale elemento del nostro carattere. Ma siamo sicuri che le multe funzionino?
Da noi i divieti di sosta o i passi carrabili sono troppo invitanti per non ficcarci dentro la nostra auto e se c’è chi pure è capace di attraversare con l’auto la villa Mazzini per evitare l’ingorgo o la fila al semaforo, o si ha persino il coraggio di posteggiare davanti al palazzo del governo cittadino, come si può pretendere che alcuni segnali “di ultima generazione” possano essere presi in considerazione? Ma a questo ci penserà lo scout, si diceva, se non fosse che come deterrente non funziona granchè perché da quando è entrato in funzione nessun timore ha creato nei messinesi che continuano imperterriti nell’infrangere le basilari norme stradali.
Tra i segnali che con un po’ di ironia abbiamo definito di “ultima generazione”, gli stalli per i mezzi a due ruote opportunamente segnalati sia con cartelli verticali e con strisce bianche ben visibili sono quasi sconosciuti, ignorati dai più; quasi come i passi carrabili divengono punto privilegiato di parcheggio libero e vengono spesso ricercati soprattutto in prossimità di supermarket o attività di commercio. Ma i messinesi devono essere anche capiti; la poca familiarità con questi nuovi disegni bianchi e blu che ogni tanto compaiono improvvisamente qua e la può portare a qualche “ingenuo posteggio”. Quello nella foto, anche se poco visibile, nascosto tra i rami di un bellissimo albero cittadino di arance è uno dei luoghi dove l’infrazione viene più spesso messa in atto e nonostante giornalmente vigili in moto fanno a dovere il loro compito di repressione il cittadino continua nella sua culturalmente ormai dichiarata “voglia di trasgressione”. E consolante almeno pensare che questa volta, come tante altre, la politica c’entra niente. Se culturalmente siamo messi così male e se nemmeno la multa ci può, quale speranza, a quale ambizioso progetto dovremmo aggraparci per migliorare e migliorarci?
