Ecco perché gli incendi di questi giorni aggravano il dissesto idrogeologico del territorio

Ecco perché gli incendi di questi giorni aggravano il dissesto idrogeologico del territorio

Daniele Ingemi

Ecco perché gli incendi di questi giorni aggravano il dissesto idrogeologico del territorio

Tag:

venerdì 06 Agosto 2021 - 07:00

Con l'arrivo delle piogge crescerà il rischio di frane ed eventi alluvionali

Gli incendi “dolosi” che da giorni interessano vaste aree della Sicilia, incluso il messinese, rischiano di avere pesanti conseguenze in autunno, all’arrivo dei primi temporali e delle prime vere perturbazioni autunnali. I danni al patrimonio arboreo dell’Isola sono davvero ingenti. Ma i guai non finiscono qui. Una volta affrontata l’emergenza degli incendi “dolosi” ci toccherà, nei prossimi mesi, dover fare i conti con un’altra bomba ad orologeria.

Quella legata al dissesto idrogeologico di un territorio morfologicamente molto giovane, in continuo mutamento, e quindi particolarmente esposto ai processi “erosivi”. Peraltro, gli incendi di questi ultimi giorni hanno interessato zone ad elevato rischio idrogeologico nel comprensorio interno della città, dove nei secoli scorsi si sono susseguiti vari eventi alluvionali, alcuni anche particolarmente rilevanti (si pensi alle alluvioni del 1700 e 1800). 

Incendi di queste dimensioni, caratterizzate da temperature elevatissime capaci di cambiare la composizione chimica dei terreni più superficiali, determinano la formazione di uno strato di cenere finissima che rende momentaneamente impermeabile la superficie del suolo in occasione di forti precipitazioni, come quelle che possono caratterizzare la parte finale dell’estate e il periodo autunnale.

Quando un violento temporale o un nubifragio si abbatte su un’area vulnerata da un gigantesco incendio lo strato di cenere accumulato in superficie, rendendo il terreno impermeabile, permette lo scorrimento superficiale delle acque piovane e l’innesco di fenomeni erosivi che modificano le condizioni di stabilità, fino ad innescare movimenti franosi o colate di fango che si precipitano a valle. Specie nelle zone caratterizzate da una forte pendenza, una condizione tipica di molti fondovalle dei Peloritani. 

Poi bisogna tenere conto del fatto che il fuoco, bruciando le radici degli alberi, fa venire meno l’azione di ancoraggio fra la pianta e il suolo, destabilizzando l’intero versante in caso di fenomeni precipitativi particolarmente violenti, con tanto di effetto di ruscellamento verso valle, non più ammortizzato dagli alberi.

Se a ciò aggiungiamo la presenza di aree fortemente urbanizzate le conseguenze potrebbero essere davvero notevoli. Purtroppo, come confermato da molti studi di letteratura, in molti casi le zone devastate da grandi incendi hanno poi dovuto fare i conti, durante la stagione delle piogge, con fenomeni alluvionale. Solo in Italia in passato abbiamo avuto il caso di Sarno e la più recente alluvione lampo nel Gargano, i cui effetti vennero enfatizzati dai terreni devastati dagli incendi estivi.

Oggi purtroppo questo tipo di fenomeni, causa la mancata tutela e prevenzione di un territorio già di suo in affanno, sono destinati ad aumentare. Mentre il sistema di Protezione Civile non è ancora preparato a far fronte adeguatamente a questo rischio, sempre più connesso al cambiamento climatico (intenso come estremizzazione dei fenomeni atmosferici) e all’aumento di frequenza dei fenomeni meteorologi estremi.

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007