"Donne e Teatro per combattere la crisi"

“Donne e Teatro per combattere la crisi”

“Donne e Teatro per combattere la crisi”

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venerdì 08 Marzo 2013 - 11:40

Parla Angelo Campolo, direttore artistico della compagnia teatrale impegnata nella riscrittura di “Otello” e nel nuovo laboratorio

“La crisi sta uccidendo il teatro. O perlomeno il sistema con cui fino ad ora è stato concepito. Tutto è male? No, durante la crisi c’è più bisogno di emozionarsi e pensare in modo condiviso, perciò occorre rimboccarsi le maniche e studiare, rischiando, nuove idee e strategie per andare avanti”. A parlare è l’attore Angelo Campolo, reduce come protagonista maschile dalla tournée di “Trovarsi” di Pirandello con Mascia Musy regia di Vetrano e Randisi, e direttore artistico della compagnia Daf – Teatro dell’Esatta Fantasia, presieduta da Giuseppe Ministeri.
Tante nuove iniziative per i mesi che verranno.

“Intanto un grazie alle donne: sono principalmente loro che alimentano l’interesse per il teatro, in scena, dietro le quinte e in sala. Spesso sono loro a trascinare gli uomini a vedere spettacoli. E proprio dalla donna ripartiremo con il nostro studio sulla riscrittura di “Otello” insieme ad Annibale Pavone, Federica De Cola, Margherita Smedile e Tino Calabrò”.

Quali i prossimi appuntamenti? “Il 7 aprile saremo in scena in provincia di Messina, a Sant’Agata Militello. Il 20 marzo io e Federica interpreteremo un estratto del nostro “studio” nell’aula magna dell’università di Messina ad un convegno sulle Pari Opportunità. Quest’estate monteremo lo spettacolo definitivo che distribuiremo la prossima stagione”. Una produzione a tappe? “Per forza. Oggi è impensabile immaginare di mettere in prova uno spettacolo con i tempi di una volta. L’alternativa è rinunciare. Noi preferiamo stare in movimento e approdare gradualmente ad una riscrittura completa del testo”. Perché riscrivere Otello oggi? “Un classico, scrive Camilleri, è come una grande torta a strati. Ognuno si sceglie il gusto che vuole.

C’è il tema del femminicidio e, ribaltando l’iconografia tradizionale dei personaggi, abbiamo scoperto la possibilità di raccontare la dimensione coniugale di due eterni secondi come Iago e Emilia, sconfitti dalla vita, che si rifanno sulla freschezza e l’ingenuità di tre ragazzi, Otello Desdemona e Cassio, spingendoli a imboccare la strada sbagliata. Il nostro lavoro parla di un’infanzia perduta e di donne “uccise” da logiche di rivalsa maschile”.

Altri progetti in cantiere? “Stiamo lavorando ad una rassegna che sia un omaggio alle donne di fantasia di tutti i tempi. Pensiamo ad un percorso che coinvolga spettatori di tutte le età, attraverso la musica, le favole e il teatro”.

L’esperienza del laboratorio continuerà? “Veniamo dai tre anni de “Il Gioco Più Serio” nel quale abbiamo coinvolto circa cinquanta persone, oltre ad attori professionisti e maestri della scena come Abbondanza, Scaldati e Vetrano e Randisi. Quel percorso si è concluso felicemente lo scorso anno. Adesso ripartiremo con una nuova proposta più ricca e particolare che presenteremo in primavera. Saremo sempre io e Annibale Pavone, in collaborazione con Francesca Cannavò e altri professionisti. L’offerta del progetto sarà più ampia e spazieremo dalla recitazione alla scenografia, dall’illuminotecnica alla scrittura. Tutto per creare la città ideale di Romeo e Giulietta. Ma per adesso non diciamo di più”.

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