Il Consiglio conferma la liquidazione di Patrimonio Messina Spa, la giunta De Luca dice no

Il Consiglio conferma la liquidazione di Patrimonio Messina Spa, la giunta De Luca dice no

Redazione

Il Consiglio conferma la liquidazione di Patrimonio Messina Spa, la giunta De Luca dice no

martedì 08 Febbraio 2022 - 09:36

Argento, Fusco e Cannistrà: «In due anni e mezzo non ha raggiunto nessun obiettivo. Ci eravamo opposti alla sua istituzione e adesso i fatti ci danno ragione»

Porre in liquidazione la Patrimonio Messina Spa, società partecipata costituita il 1 luglio del 2019 con lo scopo di valorizzare i beni immobiliari di proprietà comunale. La proposta di delibera, che ha ricevuto parere favorevole da parte del ragioniere generale, del Collegio dei revisori e il preventivo controllo di legittimità da parte della segretaria generale, è stata istruita dal Dipartimento Servizi finanziari e tributari su volontà del Consiglio comunale, sottoscritta da tutti i capigruppo, ad eccezione del Gruppo Misto.

«Già due anni e mezzo fa – commentano i consiglieri comunali del M5s, Andrea Argento, Giuseppe Fusco e Cristina Cannistrà – avevamo votato contro la sua istituzione, convinti che la società fosse l’ennesimo inutile “carrozzone”, e che l’attività poteva essere svolta dal Dipartimento Patrimonio con maggiori risorse umane e finanziarie. Siamo stati dei “facili profeti” e adesso i fatti ci danno ragione, considerata la totale inoperosità della terza partecipata targata Cateno De Luca».

«Dal luglio del 2019 ad oggi – proseguono – abbiamo presentato interrogazioni e accessi agli atti, chiedendo chiarimenti sui tempi necessari per raggiungere il primo dei 14 obiettivi previsti nel contratto di servizio (inventario patrimonio immobiliare), sul funzionamento della gestione amministrativa dei beni patrimoniali e sulla percentuale di incasso dei fitti relativi agli immobili. Il tutto a fronte delle criticità sollevate dalla Corte dei Conti, che più volte in passato aveva evidenziato l’assenza di rivelazioni sistematiche sulla consistenza del patrimonio comunale. La società, che aveva il compito di gestire un patrimonio composto da circa 2000 immobili, in quasi tre anni non è riuscita a portare a termine nulla, con percentuali di incasso, dei fitti, che non riescono nemmeno a coprire i costi di manutenzione: ci riferiamo in particolare alla mancanza dell’inventario dei beni di proprietà dell’Ente, ancora non stilato, all’assenza di attività di dismissione del patrimonio immobiliare e alla mancata attivazione degli sportelli informativi territoriali dedicati agli assegnatari degli immobili. Insomma, un totale fallimento. La proposta di dismissione della partecipata – concludono – ha inoltre l’obiettivo di non gravare ulteriormente alle casse del Comune, alla luce della situazione di pre-dissesto ancora in atto, certificata dall’ulteriore rimodulazione del piano di riequilibrio».

Previti: “Atto illegittimo”

La giunta De Luca aveva replicato, per bocca della vicesindaca Carlotta Previti, già all’indomani dell’atto di dicembre: “Privo di fondamento normativo e pertanto illegittimo”.

La Previti aveva ricordato la delibera 97/2021 della Corte dei Conti sezione Emilia Romagna sulle partecipate del Comune di Ferrara, che scriveva: “L’utilizzo effettivo presso la società di risorse umane nella forma di dipendenti distaccati non sembra apparire in contrasto con la finalità del parametro legislativo espresso dalla lettera B dell’articolo 20 del Decreto Legislativo 175/16 (Tusp) inteso ad individuare, nell’assenza di dipendenti o nell’esorbitanza del numero di amministratori rispetto ai dipendenti, un elemento di inefficienza aziendale, determinante la necessità di razionalizzazione”.

2 commenti

  1. ma i signori che lavorano per questa partecipata lavorano pro bono.
    E poi partecipata di chi che paga solo il comune , diciamo noi cittadini per un servizio inesistente.

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  2. Conoscere, gestire e valorizzare il patrimonio della Città è dovere di ogni amministrazione.
    A noi messinesi è stato negato da sempre il diritto di sapere che i beni comuni sono gestiti correttamente; troppo spesso ho letto di furbetti ed amici degli amici che godono dei beni comuni senza averne diritto.
    Se l’ufficio di cui si parla non aveva veramente raggiunto i traguardi prefissati, sarebbe stato giusto che il Consiglio Comunale ne chiedesse il potenziamento o la rimozione del dirigente.
    La soppressione dell’ufficio è atto di sconsideratezza molto grave che di fatto ci toglie ogni speranza di poter vedere il patrimonio comune gestito in maniera trasparente e nell’interesse della Città.
    Auspico che i SS. Consiglieri possano fare un passo indietro ed eventualmente trovare Loro un rimedio che porti a migliorare la gestione del patrimonio.

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