Concorso all'Asp, interviene l'Assostampa: "Troppe anomalie"

Concorso all’Asp, interviene l’Assostampa: “Troppe anomalie”

Concorso all’Asp, interviene l’Assostampa: “Troppe anomalie”

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sabato 15 Dicembre 2012 - 10:01

L'Assostampa di Messina interviene in merito al bando per un posto di addetto stampa all'Asp 5 e chiede la convocazione urgente del sindacato e la sospensione della selezione in autotutela. "Troppe anomalie nell'avviso- spiega il segretario provinciale Giuseppe Gulletta- non vorremmo trovarci di fronte a un bando costruito "a mò di vestito per qualcuno".

L’Assostampa interviene in merito al concorso, bandito dall’Asp di Messina, per un posto di addetto stampa e chiede al commissario straordinario Manlio Magistri la revoca della selezione in autotutela, alla luce di alcune palesi anomalie che, secondo il sindacato dei giornalisti, rendono annullabile l’avviso stesso.

Il segretario provinciale dell’Assostampa, Giuseppe Gulletta, nel rilevare tutte le anomalie ed il mancato rispetto di numerosi punti previsti dalla normativa in materia di uffici stampa negli Enti pubblici, con una lettera inviata al Commissario Magistri il 10 dicembre chiede sia la sospensione in autotutela del bando, che la convocazione urgente del sindacato per definire i termini della vicenda ed apportare le opportune modifiche all’avviso. “Non vorremmo pensare- dice Gulletta- di trovarci di fronte ad un bando costruito “a mo’ di vestito” per qualcuno”.

Leggendo i requisiti e i punti indicati dalla selezione il sindacato teme che vi possa essere la possibilità di un bando “su misura” o comunque non attinente a quanto previsto dalla normativa. Il bando fa infatti riferimento alla legge 150/2000 che è la norma che disciplina gli uffici stampa nella Pubblica amministrazione. ma l’unico requisito richiesto dall’art.9 citato nell’avviso è l’iscrizione all’albo dei giornalisti e non il possesso della laurea in Scienze della Comunicazione o titolo equipollente, che può essere casomai tenuto in debito conto nell’ambito del curriculum del candidato. La laurea inoltre non è obbligatoria per gli incarichi co.co.co. La legge prevede espressamente la laurea solo per il giornalista che svolge l’incarico di capo ufficio stampa. Il legislatore inoltre ha richiesto l’intervento delle organizzazioni rappresentative della categoria dei giornalisti e la Fnsi e l’Associazione Siciliana della stampa, hanno titolo anche nella predisposizione del bando, ma non sono stati consultati. Il bando dell’Asp non fa riferimento in alcun modo ad alcuna graduatoria né ai criteri di punteggio (come invece vuole la legge), ma si limita ad indicare nel curriculum formativo e professionale “tutti gli elementi utili ai fini della valutazione della qualità professionale ed esperienza” che il candidato deve produrre senza indicarne la natura, elencarne la tipologia e, appunto i punteggi da attribuire in maniera chiara e certa a ciascuno di questi titoli. I titoli specifici per l’espletamento di concorsi per addetto stampa in Sicilia, con l’attribuzione dei relativi punteggi, sono indicati nel decreto Assessorato EE.LL. 16/3/2000 pubblicato sulla Gurs n. 27 del 9 giugno 2000 e sono chiarissimi. Nulla si dice poi sulla composizione della commissione che deve effettuare la valutazione comparativa dei candidati, se non che verrà nominata dal Commissario. Per poter valutare un giornalista è invece necessaria anche la presenza di un giornalista da designare secondo le procedure previste dalla normativa regionale. Tra i documenti da presentare c’è il certificato di iscrizione all’Ordine dei giornalisti”, ma l’Azienda sanitaria, in quanto ente pubblico, è tenuta a riconoscere la forma sostitutiva dell’autocertificazione.

In sostanza il bando è la riproposizione di quello emanato lo scorso anno, già contestato aspramente (e inutilmente) dall’Assostampa per gli stessi motivi e l’aggiudicazione successiva dell’incarico è anche oggetto di un procedimento pendente presso il Tar di Catania dopo un pronunciamento del Consiglio di Giustizia Amministrativa a seguito di un ricorso presentato da tre candidati.

4 commenti

  1. Piccola domanda:

    CHE SE NE FA L’ASP5 DI UN ADDETTO STAMPA?

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  2. Per una procedura corretta – nell’ambito della legge 150/2000 e della legge regionale – non si può più parlare di uffici stampa nella pubblica amministrazione, ma di strutture per la comunicazione, ovvero di aree, dove l’ufficio stampa è solo una parte della struttura. Per la corretta applicazione delle legge e non incorrere nelle giuste eccezioni dell’Assostampa, occorrerà comportarsi alla luce della Direttiva Frattini per l’applicazione della legge 150, ovvero il DPR 422 Decreto Presidente Repubblica 21 settembre 2001, (in GU 4 dicembre 2001, n. 282) “Regolamento recante norme per l’individuazione dei titoli professionali del personale da utilizzare presso le pubbliche amministrazioni per le attività di informazione e di comunicazione e disciplina degli interventi formativi”. Il decreto fissa le norme per lo svolgimento dei concorsi fra cui il possesso dei titoli di cui laurea e iscrizione all’Ordine sono solo una parte di quelli occorrenti. Ma attenzione. E’ errato parlare solo di uffici stampa. La norma disciplina l’intera area della Comunicazione di cui l’ufficio stampa è solo una parte. In questo senso ogni concorso emanato da una pubblica amministrazione solo per l’ufficio stampa è irregolare e come tale nullo.
    Se gli amministratori pubblici, invece della spocchia incapace ed inconcludente, avessero anche l’intelligenza di informarsi chiedendo una consulenza agli esperti del settore non sarebbe una cattiva idea…

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  3. E quindi la domanda di cui sopra arriva a proposito ed è conseguenziale anche se io amplierei la prospettiva del problema: “Che se ne fa l’Asp 5 SOLO di un addetto stampa?”, se non ha una struttura che gestisca i molteplici aspetti della comunicazione pubblica? Che non è, come si presuppone quindi, solo l’ufficio stampa, ma la struttura polivalente che garantisce una puntuale informazione al cittadino-utente di quel servizio pubblico. Ma non solo. Serve soprattutto all’Istituzione per gestire l’investimento sulla comunicazione attraverso il cosiddetto “Piano della Comunicazione” elemento sconosciuto alla totalità degli addetti ai lavori…

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  4. “Se gli amministratori pubblici, invece della spocchia incapace ed inconcludente, avessero anche l’intelligenza di informarsi chiedendo una consulenza agli esperti del settore non sarebbe una cattiva idea…”

    Bisognerebbe capire, IN ITALIA, quanto detti amministratori pubblici sono autonomi nel loro livello decisionale. Vedi, le leggi vigenti sono chiare in proposito, e questa tendenza a non applicarle con rigore ma a prodursi in bizantinismi vari pur di potersene servire a proprio piacimento, mi rende molto ma molto sospettoso e cinico. Se ti va … parliamone , qui !

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