Politica

La Beata Eustochia, i colpi di scena, le strategie: il “Cambio di passo” è in salita

Il “cambio di passo” si è fermato al palo. Non è servita a niente la seduta di oggi pomeriggio che doveva scrivere le sorti dell’amministrazione De Luca e tracciare i prossimi scenari politici e amministrativi per la città di Messina.

L’aula ha risposto numerosa all’appuntamento. I consiglieri erano quasi tutti presenti. Il dibattito è iniziato con quasi un’ora di ritardo sulla tabella di marcia, ma l’esordio era stato in un clima abbastanza disteso. Il sindaco De Luca si è presentato, come sempre, da solo. Nessun assessore accanto a lui, nessun esponente della giunta seduto tra i banchi a discutere quella che di fatto è una delibera proposta dall’amministrazione intera. Ma la grammatica di De Luca è questa: da solo a fronteggiare un’aula di 32 consiglieri, pronto a rispondere a tutti, a far valere le sue ragioni. In fondo alla sala però tutti i suoi fedelissimi. Presidenti e componenti delle partecipate erano tutti schierati a seguire dei lavori che in realtà non hanno portato risultati. Almeno sulla carta.

La Beata Eustochia

La seduta è stata rinviata di 48 ore a mercoledì pomeriggio. Il motivo? Alle 18 De Luca ha preso la parola per chiedere la sospensione di un’ora perché doveva allontanarsi per partecipare alle celebrazioni della Beata Eustochia. E allora in tanti si sono adirati. «Ma il sindaco non lo sapeva di avere questo impegno istituzionale? E’ rispettoso che lascia l’aula in un momento così delicato? Dovremmo stare qua ad aspettare a oltranza che torni quando è stato lui a chiamarci per discutere del suo “cambio di passo”?». Questi alcuni dei commenti che si sono scatenati dentro e fuori dall’aula.

Alla fine però il consiglio ha deciso di non concedere questa lunga sospensione e di rinviare a mercoledì. Una mossa che qualcuno ha letto come tentativo per provare a usare questo tempo per far “quadrare i conti”. Perché la cosa più rilevante che è emersa durante questa prima lunga seduta sul “cambio di passo” è che in questo momento il sindaco De Luca non avrebbe i 17 voti favorevoli a cui ha imprescindibilmente legato la sua decisione di continuare ad amministrare o dimettersi.

Sicilia Futura scombina i giochi

A regalare il vero colpo di scena durante una seduta che tutto sommato era partita senza troppi scossoni è stato il gruppo di Sicilia Futura. Il capogruppo Piero La Tona è stato il primo a prendere la parola quando il presidente Cardile ha aperto il dibattito sulla delibera. Un lungo intervento, un’accurata analisi di questi 18 mesi di amministrazione De Luca. Tanti riferimenti al modus operandi del sindaco, valutazioni politiche sull’esigenza espressa da De Luca di avere una maggioranza d’aula, la contestazione al fatto che il sindaco parla tanto di confronto ma dimostrando che finora il confronto è stato solo nelle parole e poco nei fatti. Poi anche la risposta di Sicilia Futura alla piattaforma programmatica del “cambio di passo”, le proposte, un commento punto su punto su quelle che sono state le richieste del sindaco.

All’improvviso però il colpo di scena. «Questo è quello che avremmo detto prima dell’ultima lettera del sindaco De Luca» ha detto La Tona. Agli esponenti di Sicilia Futura non sono andate giù le pesanti affermazioni nei confronti dei consiglieri comunali, definiti dal sindaco “morti di fame”. E così hanno deciso di abbandonare l’aula annunciando che non parteciperanno a un dibattito definito “sterile e inutile”. Torneranno quando si ricomincerà a discutere di atti amministrativi per il bene della città. Ma per loro la discussione sul “Cambio di passo” finisce qui.

Una durissima presa di posizione che ha spiazzato tanti. Senza i tre consiglieri di Sicilia Futura i numeri chiesti dal sindaco De Luca non ci sono più. Qualcuno ha vociferato che l’impegno istituzionale sia stato una facile via di fuga, anche se De Luca aveva chiesto solo un’ora di pazienza all’aula. Ma proprio in aula c’è chi assolutamente non vuole rischiare di tornare alle urne tra pochi mesi.

Cosa accadrà?

Insomma, il quadro adesso si fa più complicato. Perché comunque c’è la sensazione che De Luca abbia intenzionalmente alzato ancora la posta, inasprendo i toni con l’ultima lettera ai consiglieri, per arrivare alle dimissioni addossando le responsabilità al consiglio. Dall’altro lato ci sono pezzi di Consiglio che cercano di far quadrare i conti per evitare elezioni e pezzi che non hanno intenzione di avallare le richieste di De Luca.

Di certo c’è che per oggi il dado è tratto e sicuramente le conseguenze non tarderanno ad arrivare. In teoria ci sono 48 ore di tempo per capire verso dove si vuole andare. In pratica però c’è da esser certi che queste 48 ore non scivoleranno lisce come l’olio.

Francesca Stornante