Discarica di Mazzarà: imputazione coatta per l'A.D. della Tirreno Ambiente S.p.a.

Discarica di Mazzarà: imputazione coatta per l’A.D. della Tirreno Ambiente S.p.a.

Discarica di Mazzarà: imputazione coatta per l’A.D. della Tirreno Ambiente S.p.a.

martedì 17 Luglio 2012 - 20:09

Comune di Furnari, Codacons e residenti costituiti oggi parte civile in altro procedimento penale pendente dinnanzi al Tribunale di Barcellona contro l'AD della Tirreno Ambiente e l’ex Presidente della stessa, imputati per interruzione di pubblico servizio e per avere omesso di predisporre strumenti idonei alla captazione del biogas, le cui esalazioni hanno arrecato danni e molestie alla popolazione di Furnari

L’opposizione all’archiviazione proposta dall’Amministrazione Comunale di Furnari ha determinato l’imputazione coatta, da parte del G.I.P. del Tribunale di Barcellona P.G., nei confronti di Giuseppino Innocenti, Amministratore Delegato della “Tirreno Ambiente S.p.A.”, società che gestisce la discarica di Mazzarrà S. Andrea, per il reato di gestione abusiva di discariche.
Il Giudicante, infatti, ha ritenuto fondata la relazione del NOE dei Carabinieri di Catania che, all’epoca dell’accertamento, aveva chiesto anche il sequestro preventivo dell’impianto, ravvisando nella fattispecie una “attivita’ di rifiuti non autorizzata”.
Il Comune di Furnari ha oggi depositato la costituzione di parte civile in altro procedimento penale pendente dinnanzi al Tribunale di Barcellona P.G. contro il predetto Amministratore Delegato della “Tirreno Ambiente S.p.A.” e contro l’ex Presidente della stessa, prof. Sebastiano Giambò, entrambi imputati, in concorso, per interruzione di pubblico servizio e per avere omesso di predisporre strumenti idonei alla captazione del biogas, le cui esalazioni hanno arrecato
danni e molestie alla popolazione di Furnari. Nel medesimo procedimento, rinviato al 26 febbraio 2013, hanno depositato la costituzione di parte civile la CODACONS, in rappresentanza di 113
cittadini furnaresi, nonché, con altri legali, altri due gruppi di residenti. Queste gravi imputazioni dimostrano che, al di là dei proclamati propositi di correttezza e competenza tecnica profusi da media compiacenti, la popolazione furnarese è stata vittima, da anni, di una discutibile gestione della discarica di Mazzarrà S. Andrea, che ha procurato danni evidenti alla sua economia, al suo territorio e, presumibilmente, altri ulteriori potenziali danni, ancora non conoscibili né quantificabili che potrebbero pregiudicare la qualità della vita e la salute dei residenti.
Questa situazione si inserisce in un contesto altrettanto allarmante emerso nel procedimento penale “Vivaio” nel quale, con la sentenza di primo grado, sono state riconosciute precise responsabilità penali della mafia delle discariche e che hanno portato alla condanna a 14 anni di reclusione dell’ex Presidente della “Tirreno Ambiente S.p.A.”. Un contesto nel quale è apparso evidente il condizionamento della consultazione elettorale a Furnari nell’anno 2007, nonché gli illeciti introiti della criminalità organizzata e delle imprese ad essa collegate che ruotano intorno al sistema dei rifiuti della discarica di Mazzarrà S.A., imprese ultimamente colpite anche da un provvedimento di sequestro da parte della D.I.A.
Malgrado questi fatti inquietanti, non si può fare a meno di constatare l’insistenza e la determinazione ad utilizzare lo stesso sito alluvionale sul quale è stata realizzata la discarica per costruire un impianto industriale gestito dai medesimi soggetti e da una società che è destinataria di procedimenti penali in materia di violazione ambientale. Un sito, vale sempre ribadire, che dista appena 200 mt dal centro urbano di Furnari e circa un chilometro dalla foce del torrente, il quale insiste su un alveo imbrifero nel quale si trovano i pozzi di approvvigionamento idrico del Comune di Furnari.
Sulla scorta di questi fatti, l’Amministrazione Comunale di Furnari, rinnova l’invito alle Istituzioni e, in particolare, all’Autorità Giudiziaria a mantenere alta l’attenzione sull’impianto della discarica di Mazzarrà, occasione per la criminalità organizzata di perpetrare e conseguire illeciti guadagni.

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