Politica

Morti sul lavoro, “lo Stato s’indigna, s’impegna, poi getta la spugna con gran dignità”

MESSINA – Morti sul lavoro: l’ultima vittima è l’operaio edile Lorenzo Petrolo, caduto da un’impalcatura a San Fratello. E viene in mente una canzone di Fabrizio De André, “Don Raffaè”: “Prima pagina venti notizie/Ventuno ingiustizie e lo Stato che fa/Si costerna, s’indigna, s’impegna/Poi getta la spugna con gran dignità”. Versi che esprimono alla perfezione la scarsa incisività e l’assenza dello Stato, della Regione. Istituzioni, dove siete?

Nel frattempo, i primi mesi del nuovo anno registrano, e non è una novità, diversi morti nel territorio messinese. Le ferite del lavoro e di un’economia precari contribuiscono a un mix esplosivo di mancanza di tutele, scarsa attenzione alla sicurezza, debolezze strutturali di un sistema troppo fragile per tutelare i lavoratori e garantire benessere su basi meno improvvisate,

In una sorta di Spoon River, di tombe non frutto del caso ma di un’assenza di cura e d’attenzione a un’economia a misura di lavoratori, ricordiamo ancora una volta alcuni caduti nei luoghi di lavoro. 3 aprile 2023: Nunzio Micale, titolare di una ditta, perde la vita mentre lavora in un cantiere edile all’ospedale Papardo di Messina. 23 marzo 2023: Giacomo Marcimino, dipendente di un’industria meccanica, muore sul posto di lavoro, a Maregrosso. 4 marzo 2023: il geometra Antonino Cilona cade dal tetto di un capannone a Milazzo.

La provocazione di Tempostretto

Da qui la recente provocazione di Tempostretto: “Basta parole. Servono atti concreti con un’intesa reale fra imprese, sindacati e lavoratori. Altrimenti, si decida di chiudere tutto. Se lo Stato non è in grado di garantire la sicurezza dei propri cittadini nei cantieri e nelle fabbriche, si dia un sussidio momentaneo a chi lavora e si chiuda tutto, in attesa di garantire tutte le condizioni di sicurezza”. Dopo esserci confrontati sul tema con rappresentanti di Cgil e Uil, intendiamo tornare sull’argomento e concentrarci sulla carenza cronica, a livello regionale, d’ispettori del lavoro.

“Contrasto al lavoro nero e necessità di fermare la mattanza”

Per l’occasione, mettono in risalto Ivan Tripodi, segretario generale della Uil Messina, e Pasquale De Vardo, segretario generale Feneal Uil Tirrenica Messina Palermo: “Proprio in merito alla situazione lavorativa di Lorenzo Petrolo chiediamo che sia fatta piena luce senza lasciare nulla di intentato poiché abbiamo appreso che, soltanto oggi, alcune ore dopo il grave incidente mortale, l’azienda in questione ha provveduto ad effettuare alla Cassa edile di Messina la formale dichiarazione di apertura cantiere con decorrenza 4 aprile. Quindi, è necessario il doveroso approfondimento per accertare lo status lavorativo di Lorenzo Petrolo”.

E ancora: “Questa nuova tragedia sul lavoro evidenzia la necessità di procedere a una forte azione di controllo e repressione nei luoghi di lavoro di tutti i Comuni del territorio provinciale. Soltanto qualche giorno fa si è tenuto, presso la prefettura di Messina, il Tavolo permanente di coordinamento per la sicurezza sui luoghi di lavoro nel settore edile, durante il quale abbiamo evidenziato che è venuto il tempo delle azioni concrete. I fatti, evidentemente, passano attraverso un’attività di contrasto al lavoro nero che deve essere coniugata con un’adeguata formazione poiché, è bene ribadirlo senza sosta, i lavoratori sono l’anello debole di una catena, in molti casi caratterizzata da indecente cinismo, che fa leva sul bisogno e sulla necessità di reddito. Pertanto, nell’esprimere vicinanza e profonda solidarietà alla famiglia del povero Lorenzo Petrolo, ribadiamo l’esigenza di fermare questa atroce mattanza che offende le coscienze di tutti i cittadini“.

Il 28 aprile la giornata mondiale della sicurezza sul lavoro

A sua volta, la Filca Cisl così s’esprime: “Perdiamo, oltre che un nostro iscritto, anche un amico – sottolineano il segretario provinciale della Filca Cisl Antonino Botta e il componente della segreteria Carmelo Pintaudi – e piangiamo l’ennesima vittima sul lavoro nel nostro territorio. Esprimiamo il nostro rammarico per un incidente che, probabilmente, poteva essere evitato, verificatosi tra l’altro pochi giorni prima della celebrazione della giornata mondiale della sicurezza sul lavoro che si terrà il 28 aprile. È inaccettabile che, ancora oggi, si possa ancora morire mentre si sta svolgendo onestamente il proprio lavoro. Bisogna potenziare al massimo le misure per la sicurezza sul lavoro che finora sono state introdotte per cercare di porre fine a quella che ormai è diventata una “guerra” quotidiana. Il nostro Paese deve dimostrare di essere civile, dando la massima attenzione alla sicurezza degli operai sui luoghi di lavoro, per far si che situazioni del genere non si verifichino più in futuro”.

Parole che facciamo nostre ma che non sono sufficienti. Bisogna agire per incalzare le istituzioni. E subito,