A Carnevale ogni scherzo vale…ma non in Consiglio: nervi tesi, scontri e colpi di mano

Un pomeriggio lunghissimo. Il martedì di carnevale andato in scena in consiglio comunale è stato scandito da attese infinite, sospensioni più lunghe della discussione, strategie andate in fumo, colpi di mano, bracci di ferro e tensioni che sono esplose fuori dall’aula, lontano dal dibattito ufficiale. E se è vero che a Carnevale ogni scherzo vale, quello che ha vissuto oggi l’aula purtroppo è l’amaro specchio di un consiglio comunale ormai frantumato, nervoso, tanto da non riuscire a chiudere una discussione sul rinnovo delle vicepresidenze dopo le dimissioni di Nino Interdonato e Nicola Crisafi. Le premesse avevano già fatto intuire che la seduta sarebbe stata tutt’altro che facile. Iniziata alle 13.15, rinviata di un’ora per mancanza del numero legale, ripresa alle 14.15, poi una serie di lunghe sospensioni fino alle 18, quando a dispetto di tutto ciò che era accaduto fino a quel momento la presidente Emilia Barrile ha dato il via alla votazione. Nervi tesissimi, non sono mancate le parole grosse tra alcuni consiglieri che hanno contestato la direzione dei lavori della presidente. Ad avvelenare un clima già di per se precario è tornato alla ribalta il caso Sindoni e quella delibera sulla decadenza che aveva paralizzato il consiglio prima della sfiducia. Sembrava ormai acqua passata. Ma non per l’ex vicepresidente Nino Interdonato che si è dimesso dopo aver ritirato quella delibera poi ritenuta illegittima e aver incassato anche una denuncia per abuso in atti d’ufficio dalla collega Sindoni perché era stato proponente di quell’atto. L’intervento di Interdonato ha dettato la linea della seduta che si è più volte impantanata fino a bloccarsi per oltre un’ora in attesa del segretario generale Antonio Le Donne.

«Io e il collega Crisafi abbiamo scritto che non ci dimettevamo solo per motivi politici o contrasti con la presidente, ma soprattutto per la mancata chiarezza negli atti che ci sottopongono. Nessuno ci ha risposto. Voglio sapere se oggi tuti i consiglieri possono ambire alla carica di vicepresidenti, compresa la collega Sindoni. La delibera sull’ineleggibilità perché non è stata riproposta all’aula? La può presentare chiunque, perché non è stato fatto? Ho sbagliato io o qualcun altro? Le Donne sosteneva la delibera a prescindere dalla presentazione del ricorso della collega. Questa vicenda va chiarita. Fermiamoci un atto e riflettiamo. Altrimenti rischiamo di prendere tutti quanti un grande abbaglio» ha detto Interdonato seguito a ruota dal collega Crisafi. «Le nostre dimissioni provengono da una responsabilità che Interdonato avrebbe avuto come proponente della delibera di decadenza della collega Sindoni, quindi adesso vogliamo chiarezza. Le mie dimissioni hanno un taglio soprattutto politico e non si possono non considerare le dimissioni a catena dei colleghi presidenti delle commissioni. Bisognava affrontare questa situazione».

Un caso che ha nuovamente intrappolato l’aula e che è servito forse anche come escamotage per mettere in luce le gravi divisioni politiche che ormai tengono in ostaggio l’aula e far uscire allo scoperto la presidente Barrile che, nonostante i profondi attacchi arrivati da diversi pezzi di consiglio, non ha mai messo in discussione il suo ruolo. Infatti, a rincarare la dose ci ha pensato il capogruppo di Sicilia Futura Nino Carreri: «Il problema politico si è posto quando la presidente ha cambiato partito, si è posto di nuovo con le dimissioni di Interdonato e Crisafi, si ripropone ogni qualvolta in quest’aula si registrano numeri strani come per la sfiducia, dove la presidente dichiarava la sua terzietà ma così non è stato. La presidente deve prendere atto di questo problema politico. Se quell’atto è legittimo portiamolo al voto, diversamente questo sarà un vulnus che non ci permetterà di lavorare in serenità».

Le Donne, una volta giunto in aula, ha risposto a Interdonato: «Sono i consiglieri a poter presentare quella delibera, la sottoscriverei cento volte, se qualche consigliere ritiene di poterla presentare tale e quale sarei d’accordo perché l’impianto complessivo della delibera tiene» continuando a difendere la legittimità di un atto che chiaramente nessun consigliere si è voluto accollare. Interdonato a quel punto ha alzato la posta: «Pretendo che prima di andare avanti si voti la decadenza della Sindoni. Andiamo per ordine. La delibera è legittima? La riproponiamo, la presidente la firma, la discutiamo tra 24 ore e poi si procede su tutto il resto».

Ad un certo punto è stata la stessa Sindoni a chiedere chiarezza: «Il segretario Le Donne continua a sostenere la giustezza di questa delibera. Ho fatto una denuncia per abuso di atto d’ufficio, ma se è convinto metta in discussione per la terza volta la delibera sull’ineleggibilità. La firmi chiunque, se ne prenda carico la presidente Barrile che non si è dimessa e chiudiamo questa continua umiliazione».

Ne è seguita una capigruppo di fuoco, un’altra sospensione, poi la presa di posizione della presidente: «La consigliera Sindoni è consigliera comunale a tutti gli effetti, non è stato votato nessun atto di decadenza quindi è tutto legittimo, procediamo con la votazione dei vicepresidenti».

Su queste parole, Interdonato ha deciso di abbandonare l’aula affermando di non sentirsi tutelato da questa procedura, insieme a lui anche i colleghi La Paglia e Carreri con l’intervento durissimo del capogruppo: «Abbandoniamo l’aula e preannunciamo ricorso su ogni atto che voterà il consiglio comunale fino a quando non si scioglierà questo nodo». In forte contestazione è uscito anche Nicola Crisafi.

La presidente è comunque andata dritta come un treno e ha dato il via alla votazione dei due vicepresidenti. La prima tornata ha visto votare 21 consiglieri (Abbate, Barrile, Burrascano, Cantali, Contestabile, Gennaro, Perrone, Cucinotta, Parisi, Scuderi, Pagano, Caccamo, Rella, Amadeo, Amata, De Leo, Trischitta, Consolo, Sindoni, Faranda, Rizzo) che hanno diviso così le loro preferenze: 18 voti per Pierluigi Parisi di Forza Italia, 7 voti per Pippo De Leo del Gruppo Misto, 5 voti per Donatella Sindoni di Grande Sud, 2 voti per Simona Contestabile dei Progressisti democratici e 3 schede bianche. Un voto sbilanciato totalmente sull’asse di centro-destra, con le preferenza dell’asse Centristi-Ncd e Forza Italia su Parisi. Scheda bianca per gli accorintiani Rella e Caccamo e per l’unico Pd in aula Gaetano Gennaro.

Per eleggere i due esponenti dell’Ufficio di presidenza serviva però la maggioranza assoluta delle preferenze su almeno un candidato, quindi 21 voti che non c’erano. Si è proceduto alla seconda votazione ma a quel punto è caduto il numero legale perché i presenti in aula si sono ridotti a 18. E’ finita così la lunga giornata di Carnevale del consiglio comunale. Con un nulla di fatto e tante polemiche. Tutto rinviato di 24 ore.

Francesca Stornante