cronaca

Omicidio-suicidio a Gioiosa Marea, il dietro le quinte del dramma familiare

GIOIOSA MAREA – Un solo fendente, profondo, che ha lasciato senza vita la compagna di una vita. Poi l’accanimento contro sé stesso: tanti colpi, inferti con lo stesso coltellaccio da cucina appena usato per affondare sulla donna. I loro corpi sono finiti a terra poco distanti uno dall’altro, in una pozza di sangue e, accanto al corpo di lui, il coltello trasformato in arma.

E’ così che sono stati ritrovati Tindaro Molica Nardo e la moglie Maria Bonina Buttò, ormai senza vita. E sono questi gli elementi che lasciano pochi dubbi sul fatto che si tratti di un omicidio-suicidio. Tesi avvalorata anche dalle prime testimonianze raccolte, che hanno descritto agli investigatori una coppia affiatata, ma all’interno della quale i contrasti non mancavano, soprattutto nell’ultimo periodo.

A trovarli e dare l’allarme è stato un parente, che ha richiamato sul posto una delle due figlie, poi sono arrivati anche i vicini, nello stabile di via Casani, a ridosso di Capo Skino, un’ambulanza e i carabinieri.

Gli uomini dell’Arma hanno sequestrato l’appartamento e, coordinati dal procuratore capo di Patti, Angelo Cavallo, anche lui giunto sul posto, hanno immediatamente avviato gli accertamenti. Una squadra di esperti scientifici ha effettuato i rilievi, rilevando le tracce di sangue e sequestrando il coltello, che sarà analizzato. Ascoltati anche i primi testimoni, mentre il medico legale, la professoressa Elvira Ventura Spagnolo, ha effettuato un primo esame dei corpi. A lavoro ci sono i carabinieri della Compagnia di Patti, ai comandi del tenente colonnello Salvatore Pascariello, e del Reparto Operativo del Comando provinciale, guidati dal tenente colonnello Francesco Falcone. A coordinare l’inchiesta è il sostituto procuratore di Patti, Federica Urban.

I passaggi dell’inchiesta

I corpi dei due coniugi sono stati trasferiti all’obitorio del Policlinico di Messina, in attesa dell’autopsia. Gli accertamenti proseguiranno oggi e nei prossimi giorni per chiarire la dinamica. In casa dai primi rilievi non sono stati trovati biglietti o messaggi con messaggi di ultime volontà, anche per questo si pensa ad un “raptus”. Con l’esame medico legale saranno chiariti quanti fendenti effettivamente hanno raggiunto la donna e come è morto esattamente l’uomo, e incrociando con gli altri rilievi scientifici sarà possibile chiarire chi è morto per primo e quando risale esattamente il fatto, per non tralasciare alcuna pista alternativa. Ma saranno gli esami scientifici a fare luce sui dettagli, pezzi di un puzzle che, incastrati, compongono il quadro di quello che, comunque siano andate le cose, è un dramma familiare.

Una comunità sotto choc

Sotto choc la comunità gioiosana, dove il brigadiere dei finanzieri in pensione di 65 anni, e la moglie, cuoca sessantunenne, erano conosciuti e benvoluti. “Erano una coppia benvoluta, con tanti amici, nessuno se l’aspettava, siamo vicini ai familiari – ha commentato la prima cittadina Giusy La Galia – nessuno se l’aspettava, erano una coppia affiata, ma questo deve farci riflettere su quanto sia importante far emergere alcuni segnali e coglierli per tempo”.