L’ennesimo sbaglio a discapito degli imprenditori

L’ennesimo sbaglio a discapito degli imprenditori

Letizia Salvo

L’ennesimo sbaglio a discapito degli imprenditori

giovedì 20 Ottobre 2011 - 11:05

Molti dei nostri lettori ci hanno segnalato un articolo uscito sul Giornale di Sicilia giorno 18.10.2011, che si occupa di far presenti i frequenti errori burocratici che ostacolano l’attività delle imprese. Quanti di voi cittadini commercianti, imprenditori, siete stati vittima di un “errore” di questo genere?
A seguire riportiamo l’articolo:
Felice dopo un brutto periodo di magra per avere finalmente ottenuto un appalto, Silvano si era presentato di primo mattino al Comune con la busta appena arrivata e contenente il Durc, il documento unico per la regolarità contribuitiva. Non l’aveva ancora aperta, sicuro com’era di essere in regola con tutti i pagamenti. Silvano si vide restituire le carte dal responsabile del procedimento. Cos’era successo? L’Inps aveva annotato un’irregolarità per presunti debiti relativi al 2007. Eppure, dal 2007 in poi, di Durc regolari ne aveva ricevuti ben 12. Si scoprì più tardi che questi debiti non esistevano.
L’Inps aveva commesso un errore per colpa del quale Silvano aveva perso il lavoro e di conseguenza i suoi dipendenti. “Di storie come questa è costellato il mondo dell’imprenditoria italiana”- dice Michele Cappadona, presidente dell’Agci Sicilia – “ Vicende paradossali, dove chi rispetta la legge si ritrova a pagare colpe che non sono sue”. Perché più che la legge, conta la sua applicazione. E questa applicazione, troppo spesso astrusa e contorta, passa dalle mani della burocrazia. E se la burocrazia sbaglia , le conseguenze se le sconta l’imprenditore.
Il caso del Durc è emblematico. Era stato introdotto per assicurare trasparenza negli appalti pubblici e favorire le imprese sane e in regola con la legge. Ma nel tempo si è trasformato in un incubo per le stesse imprese che avrebbero dovuto favorire. In sostanza, ogni impresa ha l’obbligo di presentare il Durc, per ogni gara. E così , chi sa di essere a posto con il pagamento di tasse e contributi, invia le carte agli uffici preposti. “ Questi uffici hanno 30 giorni di tempo per rilasciare il documento” – spiega Michele Cappadona- “Un tempo eccessivo, tanto più che il Durc ha valore trimestrale”. Altro problema del Durc è l’eccessiva rigidità : “Ci sono stati numerosi casi in cui il Durc non è stato rilasciato per piccolissime somme risultanti a debito. Così non si punisce certo chi evade.” Il paradosso dei paradossi però, si crea quando le aziende, in attesa di riscuotere crediti pubblici, si trovano con le casse vuote e quindi costrette a rimandare il pagamento dei contributi. Così, però, non ottengono il Durc e di conseguenza non possono riscuotere i crediti vantati. In pratica, un circolo vizioso, un meccanismo perverso che prima ti fa lo sgambetto e poi ti impedisce di rialzarti. “ Un caso che non riguarda solo il Durc – continua Michele Cappadona – Per esempio, la legge prevede che se un’impresa non è perfettamente in regola con il pagamento delle tasse, Equitalia è tenuta a bloccarle qualsiasi trasferimento superiore ai 10 mila euro proveniente da un ente pubblico. Si tratta di una misura ingiusta. Spesso, infatti accade che il contribuente si trova a fronteggiare pretese ingiuste o erronee, la cui risoluzione, a causa della lentezza della burocrazia, porta via molto tempo. Tempo durante il quale, magari Equitali blocca i crediti impedendo all’impresa di assolvere alle proprie obbligazioni. Qui sta il paradosso. E poi perché bloccare i pagamenti pubblici? E quelli dei privati?
Altro incubo delle imprese (di quelle sane ovviamente), è il ritardo, con cui spesso alcune prefetture rilasciano i certificati antimafia, altro documento che si rende spesso necessario per operare con la pubblica amministrazione ma che si traduce in un appesantimento burocratico con i tempi di rilascio a volte oltre l’anno. Tutte queste criticità secondo l’Agci Sicilia, dimostrano che alle imprese spesso, più che aiuti in denaro, basterebbe una buona amministrazione, capace di monitorare gli uffici e trovare soluzioni appropriate nell’ottica della semplificazione e dello snellimento burocratico. Per il Durc per esempio basterebbe fissare una soglia oltre la quale si considera un’impresa morosa ed evitare così di bloccare il rilascio di questo documento per pochi euro. Contro la stop dei pagamenti pubblici da parte di Equitalia, invece, basterebbe alzare l’importo oltre il quale scatta il blocco, portando da 10 mila a 100 mila euro.

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