Paolo, un messinese dall'altra parte del mondo: "Vi racconto la mia vita in Australia"

Paolo, un messinese dall’altra parte del mondo: “Vi racconto la mia vita in Australia”

Giuseppe Fontana

Paolo, un messinese dall’altra parte del mondo: “Vi racconto la mia vita in Australia”

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domenica 05 Febbraio 2023 - 07:00

Partito dieci anni fa, dopo vari lavori ora è manager delle infrastrutture in uno studio tv: "Mi manca la Sicilia, ma ho scelto di vivere dove tutto funziona"

SIDNEY – Si chiama Paolo Castriciano, è nato a Messina ma ha scelto di andare via, schiacciato dal peso di un lavoro che non si trovava, di paghe sottodimensionate e condizioni non adeguate. Paolo, come tanti messinesi prima e dopo di lui, ha deciso di lasciare lo Stretto, senza spezzare quel legame forte con la sua terra, ma sognando un futuro diverso e trovandolo dall’altra parte del mondo. La sua storia lo ha portato in Australia, dopo vari giri per l’Italia, lavori in gelateria e dietro le quinte di una cucina. Adesso fa il manager delle infrastrutture in un studio televisivo di Sidney, dopo una crescita costante partita ormai 13 anni fa.

Paolo: “Volevo vivere un’esperienza all’estero”

La storia di Paolo parte da lontano: “Era il 2010 quando ho sentito un grandissimo desiderio: provare a fare un’esperienza all’estero. Quell’estate ho trovato un sacco di annunci di lavoro nella ristorazione, in Germania, Belgio e Austria, con partenza immediata. Ma, nonostante tutto, queste località non mi facevano sentire così elettrizzato. Nello stesso periodo una mia carissima amica, Xenia, era tornata da Sydney e mi aveva raccontato di quanto era bella ed esotica l’Australia: il capodanno con 30 gradi trascorso sulla baia di Sydney, le spiagge dorate, una fauna incredibile e l’Australia in un boom economico”.

“Facendo qualche ricerca con un altro mio carissimo amico, Francesco, abbiamo scoperto che il governo australiano e quello italiano hanno un ottimo rapporto e quindi fino a 33 anni puoi ricevere un visto ‘Working Holiday’ di 12 mesi con possibilità di rinnovo fino a 24 mesi. Oltretutto all’epoca la paga minima sindacale in Australia era di 18 dollari all’ora, ad oggi è salita a 22 dollari all’ora”.

“A Messina le paghe erano ridicole e il lavoro mancava”

“Quindi tutto cominciava ad avere senso per me – racconta Paolo -, bisognava solo mettere in campo un po’ di sacrificio lavorativo, mettere qualche soldino da parte, per poi partire all’avventura, senza troppe pretese ma con uno spirito di adattamento immenso. Ovviamente in quei periodi il lavoro come sempre scarseggiava a Messina, le paghe erano ridicole, la città stava cominciando ad offrire sempre meno. Quindi insieme a Francesco ho deciso di partire inizialmente alla ricerca di un lavoro nel resto d’Italia. Sono andato prima a Bologna, poi in Basilicata e in Toscana, senza trovare nulla. Infine siamo arrivati a Roma, dove ho lavorato in una gelateria di fronte la Fontana di Trevi”.

La partenza a inizio 2012

Ed è nella capitale che tutto cambia, con una telefonata che arriva, però, dallo Stretto: “Lì, durante la nostra permanenza a Roma, abbiamo ricevuto una chiamata da Messina: un siciliano stava per aprire un panificio-tavola calda in Australia ed aveva bisogno di personale, quindi stava organizzando una presentazione a Messina. Era arrivato il nostro momento, dovevamo solo offrire la nostra energia positiva per far sì che ci prendessero nel team, per poi partire per l’Australia. Ed è così che a dicembre 2011 ci siamo ritrovati ad avere appena un mese di tempo per fare tutti i documenti possibili per la partenza”.

Paolo: “C’era tanto scetticismo, ci deridevano”

“Ovviamente – prosegue Paolo – intorno a noi c’era tantissimo scetticismo. Molti ci deridevano, altri dicevano che avremmo fallito, ma io vedevo solo i tropici ed un’enorme esperienza di vita davanti. Nel 2012, dunque, siamo atterrati a Brisbane in Australia, dove il giorno dopo abbiamo cominciato a lavorare, tra mille difficoltà, con un datore di lavoro siciliano che ci sottopagava (2 dollari all’ora, per 12 ore di lavoro giornaliere). Quindi dopo neanche 2 settimane ci siamo licenziati. Io non sapevo neanche una parola d’inglese, senza quasi un soldo in tasca, senza una casa, ma con tantissima voglia di fare siamo partiti a occhi chiusi per Sydney dove abbiamo trovato subito lavoro”.

Paolo è ora un manager delle infrastrutture

Una scommessa riuscita: “Sydney aveva tanto da offrire e tuttora è così: si trova lavoro dopo 2 giorni, è sempre stato così da quando sono arrivato. E poi dal 2012 ad oggi la mia vita si è capovolta. Quando sono arrivato a Sydney ho cominciato a lavorare in un piccolo wine bar come cameriere in uno dei luoghi più ricchi di Sydney, Mosman (non domandatemi come, senza sapere l’inglese era tutto così divertente). Mentre oggi, dopo tantissime esperienze lavorative, sono cresciuto molto e lavoro per uno studio televisivo come manager delle infrastrutture. Quindi come dicono qui in Australia ‘The Sky is your Limit!’: non c’è limite per chi ha voglia di fare!”.

“La Sicilia mi manca, ma ho preferito vivere dove tutto funziona”

“Certo – prosegue – ogni tanto certo mi manca la mia bella Sicilia, la mia granita, la focaccia, l’arancino, la famiglia, gli amici e la vita italiana. A volte però bisogna fare delle scelte importanti. Io ho fatto la mia: ho preferito vivere in una città che mi ha sempre dato la possibilità di crescere e di esprimermi e di essere ascoltato. Dove tutto funziona come un orologio svizzero, dove tutto è trasparente e dove i diritti lavorativi e umani sono sempre stati rispettati. Paghe puntuali, versamenti per la pensione che si possono monitorare giornalmente, trasporti pubblici sempre puntuali, città pulite, parchi immensi e sempre verdi, scuole pubbliche funzionali, sanità pubblica eccellente”.

Il consiglio ai giovani

Paolo, da lontano, racconta la sua esperienza e dà un consiglio ai giovani che come lui ha fatto anni fa si guardano intorno in cerca della propria strada: “Quindi per concludere se potessi dare un consiglio ad i giovani, direi di dare un’estrema importanza alla lingua inglese, di terminare gli studi, e magari di prendere la laurea dopo le superiori, perché un giorno tornerà utile. Ma anche di viaggiare per piccole esperienze lavorative all’estero in Paesi come Inghilterra, Olanda, Norvegia, Danimarca, Canada o Australia: c’è solo da guadagnare, in tutti i sensi. Mettetevi in gioco sempre, perché tutte le esperienze vi torneranno utili, non date ascolto alla negatività, date spazio alla fantasia e abbiate sempre uno spirito di adattamento. Fidatevi: ci sono un sacco di Paesi che offrono delle possibilità immense. Il legame con la nostra terra è eterno, un giorno il ritorno sarà inevitabile, però anche la formazione dell’individuo è estremamente importante”.

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Un commento

  1. Stefania Curro' 5 Febbraio 2023 15:33

    Conosco Paolo da quando era ragazzino. Viveva con la sua adorata nonna nel mio pianerottolo e l’ho visto crescere. Quando ho saputo della sua partenza ho ammirato il suo coraggio. La voglia di realizzare i suoi sogni lo ha portato ad allontanarsi dai suoi affetti piu’ cari; oggi, leggere questo articolo mi ha commossa. Bravo Paolo, sono orgogliosa di te !

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