REDAZIONALE – Secondo le statistiche riportate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) nel primo trimestre del 2023 sono state aperte complessivamente 177.725 partite IVA, a fronte di una flessione pari al 6,4% rispetto al periodo equivalente del 2022.
A darne notizia è un organo interno al Ministero, ovvero l’Osservatorio sulle partite IVA, il quale ogni tre mesi presenta un aggiornamento tempestivo rispetto alle informazioni di natura economico-fiscale partendo dai dati dell’Anagrafe tributaria.
In questo modo offre una visione puntuale e aggiornata rispetto a quanto concerne le partite IVA, dando un punto di vista attivo rispetto a un aspetto fondamentale per l’andamento dell’economia.
Nel 2021 si è assistito a un exploit senza precedenti riguardo alle aperture di partite IVA, complice l’allentamento delle restrizioni sopraggiunte con la pandemia, la quale aveva portato a una fase di stallo all’interno dei diversi settori dell’economia.
Pertanto, nonostante le percentuali riportino che è in corso una flessione, in realtà sono diverse le persone che ogni anno si domandano come aprire partita IVA. Il lavoro autonomo è del resto sempre più diffuso nel Belpaese, che sotto questo profilo presenta una delle percentuali più alte all’interno dell’Unione Europea.
Dall’ultimo report pubblicato dall’Osservatorio sulle partite IVA emerge inoltre che:
Dall’analisi di questi dati è ben comprensibile l’andamento del lavoro autonomo in Italia, Paese che si posiziona sotto questo punto di vista al primo posto in Europa: un fenomeno che interessa in larga parte i giovani tra i 24 e i 35 anni.
C’è poi un’altra cosa da sapere. Attraverso la Legge di Bilancio 2023 il Governo ha posto delle novità inerenti proprio le partite IVA, così da stimolarne la crescita.
La novità più rilevante è da registrare nel fatto che hanno modo di accedere alla flat tax al 15% i lavoratori autonomi con ricavi non superiori agli 85 mila euro (il termine precedente era fissato a 65 mila euro).
Non hanno perciò diritto a usufruire della flat tax coloro che hanno ricavi superiori agli 85 mila euro. Per questi soggetti possono rientrare nel regime semplificato oppure in quello ordinario, entrambi caratterizzati da adempimenti fiscali e contabili obbligatori, nonché da una tassazione che include, tra le altre, anche l’IVA. .
Una precisazione. Nel regime forfettario non vige alcun obbligo di presentare una dichiarazione dell’IVA, dal momento che tale imposta non viene addebitata ai propri clienti, né detratta dagli acquisti.
Le nuove disposizioni messe in atto con la Legge di Bilancio 2023 sono operative dal gennaio 2023 e interessano i ricavi del 2022. Questo perché la documentazione da presentare nell’anno in corso (2023) riguarda sempre i redditi conseguiti nell’anno precedente (2022).
L’apertura delle partite IVA è un fenomeno rilevante in Italia, vista la percentuale importante per quanto concerne il lavoro autonomo: un fenomeno che sembra destinato a conoscere una ulteriore diffusione, specialmente tra i giovani.
La disoccupazione giovanile nel Belpaese è del resto sopra la media UE (siamo al terzo posto, sotto Grecia e Spagna) e secondo gli ultimi dati ISTAT è pari al 23,0%, con una flessione negli ultimi mesi dello 0,6%. Non stupisce, quindi, l’orientamento verso l’apertura di una partita IVA.