Come se non bastasse, la normativa regionale sul riscatto delle case popolari aggiunge confusione a confusione
Una norma vessatoria. Così Rosario Ansaldo patti (nella foto), responsabile della Lega per le Autonomie locali, definisce la verifica di tutti i beni immobili esistenti sul territorio regionale e di qualsiasi provenienza (Stato, Regione, Provincia, Comune ecc.) al fine di individuare eventuali interessi di pubblica utilità dal punto di vista artistico o archeologico, introdotta dalla Regione in ottemperanza dell’articolo 12 del Decreto 42/2004.
La nuova normativa, a detta di Ansaldo Patti, aggiungerebbe «complessità a complessità a tutta la problematica riguardante il riscatto da parte degli aventi diritto degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (D.D.G. n.6434)».
L’assessore comunale al Patrimonio Franco Mondello è intervenuto nei confronti della Regione per criticare la normativa, ma Ansaldo Patti incalza: «Invitiamo anche il sindaco e il vicesindaco, che con fatica esercitano anche l’attività di deputati regionali, ad intervenire direttamente sul Governo perché vengano apportate le modifiche necessarie. Riteniamo, infatti che dei semplici -colpi di carta- (lettere alla Regione ecc.) non siano sufficienti».
«Riteniamo altresì – continua Ansaldo Patti -, che il sindaco, nell’interesse della cittadinanza e degli utenti, dovrebbe anche prestare attenzione a tutto il Dipartimento e agli uffici del Patrimonio e Alloggi che sono quasi al collasso. Poco il personale, ancorché qualificato e dotato di spirito di sacrificio. Appare abbandonato a sé stesso e non in grado di svolgere neppure l’ordinaria amministrazione. Mancano i tecnici e quelli che ci sono (alcune unità) sono precari. Non è in grado di fornire le interlocuzioni indispensabili di carattere tecnico alla Sovrintendenza. Non è in grado di scoprire eventuali -abusivi-, né è in grado di procedere ai relativi contratti per gente (soprattutto molto anziana) in attesa da anni di mettersi in regola e di acquisire il sospirato alloggio. Non ha possibilità di comunicare con gli utenti ai fini dell’aggiornamento dei canoni.»
La situazione, che sembrava dovesse migliorare con il passaggio delle pratiche dall’Iacp al Comune, nel 2005, non ha registrato, invece, progressi. Anzi, Ansaldo Patti riferisce che l’Iacp ha trasmesso le pratiche non nominativamente, ma solo con l’indirizzo dell’immobile e l’indicazione del foglio di mappa e della particella».
«Attendiamo dal Sindaco – conclude Ansaldo Patti -, al quale abbiamo chiesto reiteratamente udienza senza ricevere risposta, e dall’assessore Mondello, precise e pubbliche indicazioni soprattutto agli utenti. La semplice comunicazione di avere inviato una lettera alla Regione siciliana non basta. Il sindaco, oltre ad interessarsi della Messina del 2020, si interessi dei drammi quotidiani dei suoi concittadini e di coloro che fanno parte degli uffici comunali, per tentare di risolverli.»
