Appello dei “liberali siciliani” agli uomini liberi e forti

Appello dei “liberali siciliani” agli uomini liberi e forti

Redazione

Appello dei “liberali siciliani” agli uomini liberi e forti

lunedì 16 Febbraio 2009 - 23:05

I rappresentanti locali del PLI si rivolgono a tutti coloro che hanno rifiutato di aderire agli attuali contenitori politici. E a i corregionali: «Decidano di concorrere al miglioramento dell’Isola, nel quadro dell’unità inscindibile della Nazione Italiana, per la quale il Meridione d’Italia ha pagato un prezzo culturale e sociale altissimo»

«Il forzato bipolarismo italiano non è in grado di rappresentare la complessità della società italiana, avendo originato un quadro politico basato su “partiti senza idee”, mentre nella società restano presenti ma inespresse tante “idee senza partito”». E’ questo il messaggio con il quale si apre l’appello politico dei liberali siciliani, facenti parte del Pli (Partito Liberale Italiano).

Un documento firmato da Enzo Palumbo, avvocato, già senatore liberale e componente laico del CSM, Girolamo Cotroneo, ordinario di Storia della Filosofia all’Università di Messina, Giuseppe Gembillo, ordinario di Storia della Filosofia all’Università di Messina e Giuseppe Giordano, associato di Storia della Filosofia, Università di Messina, attraverso il quale si analizza e commenta l’attuale quadro politico italiano.

«Il bipartitismo che si preannunzia, ancora più forzato ed innaturale, è destinato ad aggravare ulteriormente il distacco tra la società civile e quella politica, accentuando la crisi della rappresentanza politica, su cui si fonda il metodo liberale di governo delle società complesse – si legge dal comunicato stampa. Le maggiori formazioni politiche sono ormai ridotte a meri contenitori, ove vige un assoluto sistema padronale-solitario (a destra), condominiale (a sinistra) esclusivamente finalizzato prima alla brutale conquista e poi alla spregiudicata gestione del potere, e regolato dal metodo della più squallida cooptazione. Leaderismo, artificiosi sbarramenti elettorali, candidature imposte dall’alto, indecorosa spartizione delle risorse pubbliche, istituzioni asservite al privato interesse, disinvolto trasformismo dei protagonisti politici, sono queste caratteristiche peculiari del sistema politico che si è andato affermando a partire dalla riforma elettorale del 1994, e, ancora peggio, dopo quella del 2006».

«Consapevoli che il sistema rischia di degenerare in uno scenario caratterizzato da plebiscitarismo e da autoritarismo, sino alla preannunziata svolta presidenzialistica – continuano i rappresentanti del Pli – e che la società civile rischia di perdere ogni possibilità di scelta libera e consapevole, i liberali ritengono che sia giunto il momento di testimoniare la loro autonoma presenza, mettendo il loro patrimonio ideale e le loro esperienze personali a disposizione dell’opinione pubblica, coprendo il deficit di rappresentanza di cui soffre la società italiana e ponendosi in radicale antitesi rispetto ad ogni concezione proprietaria nei movimenti politici e nelle pubbliche istituzioni. I liberali sono convinti che non spetta agli epigoni del comunismo e della sinistra democristiana di dare lezioni di liberalismo alla destra italiana; e che non può riuscire a questa destra, di volta in volta monopolista, dirigista, nazionalista ed euroscettica, che tende a collocarsi nel Partito Popolare Europeo, di praticare gli ideali liberali che in Europa e nel mondo sono patrimonio dell’ELDR e dell’Internazionale Liberale, a cui il PLI idealmente si collega».

Novanta anni dopo quello rivolto da un grande siciliano come Sturzo ai cattolici di allora, i liberali siciliani avvertono oggi l’esigenza di rivolgere anch’essi un “appello ai liberi e forti”, indirizzandolo questa volta a tutti i liberali italiani, «sia a quelli che hanno rifiutato di confondersi negli attuali contenitori politici, sia a quelli che avvertono il disagio della loro inascoltata presenza in casa altrui, sia a quelli che hanno rinunziato ad ogni partecipazione per disaffezione verso la politica, perché riscoprano la passione dell’impegno politico, ripartendo dai valori del liberalesimo praticato e non solo declamato. Donne e uomini Liberi, ma anche Associazioni Culturali e Movimenti Locali, che in questi anni bui hanno supplito alle assenze della politica, devono sapere che possono trovare la loro casa in un Partito che non ha mai smesso di praticare gli ideali e gli insegnamenti di Croce e di Einaudi, di Gaetano Martino e di Aldo Bozzi, di Giovanni Malagodi e di Salvatore Valitutti, e che da ultimo ha avuto la capacità di squarciare il velo dell’oscurità mediatica presentando proprie liste in occasione delle ultime elezioni politiche».

Appello rivolto in particolare ai Siciliani: «Perché decidano di concorrere al miglioramento dell’Isola, nel quadro dell’unità inscindibile della Nazione Italiana, per la quale il Meridione d’Italia, ed in particolare la Sicilia, ha a suo tempo pagato un prezzo culturale e sociale altissimo, che oggi rischia di essere vanificato dalla deriva secessionistica che va pervadendo la società politica, nella pervicace lucida strategia dei pochi determinati a perseguirla, nell’acquiescenza dei molti che vi prestano interessata copertura, e nell’indifferenza dei tanti che non avvertono il rischio mortale della rottura della solidarietà nazionale».

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