A Bisconte strada “militare” di nome e di fatto

A Bisconte strada “militare” di nome e di fatto

A Bisconte strada “militare” di nome e di fatto

mercoledì 22 Aprile 2009 - 08:33

Il consigliere di Risorgimento Messinese Carreri denuncia la pessima condizione dell’arteria di collegamento che da Bissonte conduce a Cataratti e che giorno dopo giorno somiglia sempre più ad un percorso di guerra

Da nord a sud, in centro e in periferia: una città costellata da strade “bucherellate” che non si finiscono mai di conoscere. Questo il desolante quadro descritto più volte attraverso le segnalazioni di cittadini,la macchina fotografica del nostro Dino Sturiale, le innumerevoli interrogazioni presentate da consiglieri comunali e di quartiere.

Ultima in ordine di tempo quella del rappresentate di Risorgimento Messinese Nino Carreri: la lente di in gradimento, che poi più di tanto non deve ingrandire date le enormi dimensioni di buche ed avvallamenti delle carreggiate, si sofferma sulla strada militare di Bisconte, un percorso di guerra di nome e di fatto, che per il consigliere l’amministrazione sembra aver dimenticato.«Ci si ricorda di queste ultime strade quando i muri di sostegno – afferma Carreri – quando il manto stradale, ribellandosi alle sollecitazioni, si riempie di voragini, quando qualche sfortunato motociclista magari ci lascia la vita o quando una intera comunità rimane isolata. Questo ci fa ritenere che non sia una buona abitudine amministrativa quella di intervenire a cose fatte o a disgrazie avvenute».

“Riflessioni” che l’esponente di Risorgimento ha inoltrato all’assessore Isgrò, a cui si richiede un radicale intervento manutentivo di tutta l’arteria di collegamento che da Bisconte e Catarratti conduce a piazza d’armi e quindi a Montepiselli, alla vicina Gravitelli o ai colli Sarrizzo, soprattutto a seguito delle numerose segnalazioni pervenute dai cittadini: «La strada si trova in pessime condizioni da diversi mesi a causa dell’enorme quantità di traffico costituito principalmente dai residenti dei villaggi collinari, dagli avventori alla ricerca del polmone verde cittadino, dalle famiglie dei degenti del centro neurolesi ma soprattutto da una gran mole di mezzi pesanti che, nonostante il divieto di transito, continuano indisturbati a circolare».

Il manto stradale ridotto ad un colabrodo, purtroppo, è i comune denominatore di molte vie di collegamento: «Gli scoli delle acque piovane non sono correttamente canalizzati verso il vicino torrente e quindi si riversano sulla sede stradale che diventa impercorribile ai pedoni. Questo ultimo aspetto – conclude Carreri – diventa paradossale in una città che pur essendo “tagliata” dai numerosi torrenti non riesce a sfruttare questa presenza naturale per il convogliamento delle acque piovane e ricerca costosissime quanto inutili reti di raccolta che propongono costantemente problemi di manutenzione»

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