Buzzanca saluta il 2008: «Sei mesi dedicati alle emergenze. Questione morale? Siamo garantisti»

Buzzanca saluta il 2008: «Sei mesi dedicati alle emergenze. Questione morale? Siamo garantisti»

Redazione

Buzzanca saluta il 2008: «Sei mesi dedicati alle emergenze. Questione morale? Siamo garantisti»

lunedì 22 Dicembre 2008 - 12:27

Bilancio di fine anno del sindaco: «Il vero problema: l'esiguità dell'organico della magistratura. Metà del tempo dedicato alla vicenda calcio. Fondamentali gli agganci con Roma e Palermo»

Il clima è festoso, la tavola è imbandita con stuzzichini, dolci e spumante, la sala giunta di Palazzo Zanca abbonda di sorrisi e pacche sulle spalle. L’ultima conferenza stampa dell’anno del sindaco Giuseppe Buzzanca, dedicata ovviamente agli auguri di Natale e a un bilancio consuntivo del 2008 che se ne va, sembra voler allontanare i demoni che quotidianamente rompono quel quieto vivere che a Messina, ormai, è pura utopia: le indagini della magistratura su Ateneo e membri della pubblica amministrazione, l’attenzione costante della stampa nazionale, i fari puntati della Corte dei Conti che tiene in allarme chi i conti, al Comune, deve farli quadrare.

Così il clima di festa si interrompe bruscamente quando Buzzanca si vede costretto a parlare della “questione morale-: esiste anche a Messina o si può continuare a far finta di nulla? Si può continuare a soprassedere sul fatto che il rettore sia stato sospeso per la seconda volta nel giro di un anno, che il presidente della Provincia sia indagato, che su due assessori della giunta Buzzanca siano accesi i riflettori della magistratura, con un avviso di garanzia (Scoglio) e una richiesta di rinvio a giudizio (Isgrò)? «Siamo garantisti – risponde il sindaco – d’altronde praticamente tutti i sindaci d’Italia sono stati raggiunti da provvedimenti giudiziari. E poi lo stesso presidente del Consiglio ha ricevuto un avviso di garanzia ma poi è stato prosciolto». Insomma, o siamo di fronte a condanne, oppure il problema nemmeno si pone.

«La questione morale – afferma Buzzanca – è un percorso che riguarda tutti, ci sono troppi moralizzatori, anche tra la stampa. Ho avuto un confronto telefonico con Gian Antonio Stella del Corriere, lui non può dimenticare di far parte di una casta, percepisce 350mila euro l’anno e grazie anche ai contributi statali di cui usufruisce il suo giornale». Il sindaco aggiunge che «ci sono persone che hanno interesse a gettare fango sulla città, e noi dobbiamo rimandarlo al mittente. Mi riferisco, ad esempio, ai fatti dell’Ateneo: capita che un corpo abbia un organo malato, questo non significa che lo sia tutto il corpo. Il caso Messina non è unico, il che non ci conforta ma non autorizza nessuno a gettare discredito sui giovani e sulle loro lauree».

La vera emergenza, secondo il sindaco, è un’altra: «L’organico della magistratura va impinguato. E’ vero che a Torino la giustizia è più rapida, ma qui i magistrati sono così pochi che alcuni di essi depositano circa 400 sentenze in un anno, quando la media è di 180». Già, le emergenze. Buzzanca confessa che praticamente tutti i primi sei mesi della sua amministrazione sono stati dedicati ad affrontarne ogni giorno una. «Circa metà di questi sei mesi durissimi – dice – sono stati occupati dalla vertenza del Messina calcio, nata per la scelta sciagurata di non iscrivere la squadra alla serie B, e purtroppo finita male». E ancora: «Abbiamo cercato di garantire i servizi essenziali, anche a costo di raschiare il barile, come i servizi sociali, il trasporto pubblico con l’emergenza Atm, che senza l’autorevolezza dei parlamentari regionali che abbiamo in giunta non so se saremmo riusciti a risolvere».

Qui nasce il discorso sul rapporto con i governi “amici-. «Ho avuto contezza del fatto – spiega Buzzanca – che un sindaco non può svolgere al meglio il proprio ruolo senza agganci nei governi regionale e nazionale. Penso, ad esempio, alle risorse liberate per il risanamento, per la viabilità, per le scuole. Oppure, per quanto riguarda il governo nazionale, quelle per la metropolitana del mare (fondi stanziati, però, precedentemente sia all’amministrazione Buzzanca che al governo Berlusconi, nda) e per il Ponte sullo Stretto (anche qui è poco chiaro a quali fondi si riferisca il sindaco, nda)». Buzzanca osserva che «è un momento di grande crisi, cerchiamo di rendere la città più vivibile concentrandoci soprattutto sul completamento degli approdi e sugli svincoli di Giostra e Annunziata».

Capitolo poteri speciali: «Verranno certamente prorogati, continuo a dire che li rivendico per me perché sono convinto che è il sindaco che deve assumersi questa responsabilità. Ma è chiaro che ci vogliono risorse economiche». Buzzanca mostra soddisfazione quando parla delle «piccole cose dalle quali, lo ripeto sempre, bisogna partire per farne di grandi. Abbiamo cercato di moralizzare il rapporto con la città estirpando, ad esempio, il problema della prostituzione o lavorando sul bullismo, mettendo in strada cento nuovi vigili urbani (nuova perplessità: di quali vigili si parla?). Con il Natale abbiamo voluto dare un segnale alla città, cioè che la nostra attenzione è rivolta al centro storico sì, ma anche a tutte le altre zone, che non mi piace definire periferiche. Bisogna creare una nuova economia a Messina, a partire dal turismo, dall’agricoltura e dall’artigianato, cercando di intercettare maggiori risorse della Comunità Europea». L’augurio finale è quasi una profezia: «Che il 2009 sia l’anno della città di Messina». Sperando che si avveri.

(foto Dino Sturiale)

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