In audizione i rappresentanti dei tre sindacati confederali. Oceano (Cgil): «La vera priorità è la messa in sicurezza del territorio». Genovese (Cisl): «Tocca a noi pianificare ed evitare che il Ponte diventi un corpo estraneo calato dall’alto». Lotronto (Uil): «Che intenzioni ha Rfi per il futuro?»
Concentrare in pochi giorni quel dibattito che avrebbe dovuto svolgersi in tanti anni è compito arduo. Ma è quanto sta tentando di fare la commissione Ponte del Comune, presieduta da Nicola Barbalace. Oggi pomeriggio si è riunita in seduta straordinaria, ospitando in audizione i segretari di Cgil, Cisl e Uil. Ne è venuto fuori l’ennesimo confronto con le ennesime perplessità, sia sulla delibera relativa alle opere compensative, sia sul reale impatto che l’opera avrà sulla città in termini ambientali, economici e occupazionali.
Il segretario generale della Cgil Lillo Oceano, affiancato dal segretario del comparto Trasporti Pino Foti, ha ribadito quanto più volte espresso in altre occasioni: «La vera priorità del territorio è la messa in sicurezza, soprattutto dopo quanto accaduto un mese fa». Oceano “fatica” a parlare di progetto, visto che siamo ancora alla fase preliminare, e sottolinea: «Il nostro territorio fatica tremendamente a sopportare ulteriori colate di cemento». Il segretario della Cgil definisce «inadeguata» la documentazione allegata alla delibera sulle opere compensative, tanto da poter concludere che «non si può seriamente entrare nel merito di nessuna di queste opere». Poi concede un’apertura: «Ben vengano, comunque, quegli interventi volti a migliorare qualitativamente la città, purché supportati da rigida valutazione ambientale». Inevitabile la stoccata al governatore Lombardo: «Destinare 100 milioni alla ricapitalizzazione della Stretto di Messina dopo aver stanziato 20 milioni per l’alluvione di Messina è un’offesa a questa città». Su due spunti emersi nel corso del dibattito, quello della ricaduta occupazionale della “internazionalità” dell’opera nel quadro del “corridoio 1 Palermo-Berlino”, Oceano conclude: «Perderemo più posti di lavoro di quanti ne otterremo. Il corridoio? Si inizi, allora, dall’allargare l’alta velocità ferroviaria fino alla Sicilia».
Secondo il segretario generale della Cisl, Tonino Genovese, accompagnato da Enzo Testa della Fit, il Ponte «è un’opportunità». Ma un’opportunità da saper cogliere, anche e soprattutto nella «pianificazione». Se, infatti, «non spetta a noi decretare la fattibilità o meno dell’opera, tocca a noi controllare tutto il resto». Ed è qui il punto: «Messina non c’è, così come Reggio Calabria, segno ne è il fatto che non ci siano sedi della Stretto di Messina nelle due città». Secondo Genovese le priorità sono «forza lavoro e qualità della vita dei cittadini». E da questo punto di vista «non abbiamo minimamente contezza della ricaduta occupazionale del Ponte, potremmo dire 4 mila all’anno, ma è uno sparare a caso». Altro aspetto fondamentale: «Il controllo dell’impatto ambientale deve rimanere nel territorio». E poi l’equivoco di fondo: «O si è contrari al Ponte, o si accetta la tesi che il Ponte è un corpo estraneo calato dall’alto e ci si accontenta di chiedere opere “compensative”. Bisogna cambiare e pensare a un ridisegno della città che si integri col Ponte». Secondo Genovese, rispetto a quanto previsto dal progetto preliminare e dalle opere compensative, è possibile «una terza via progettuale», che prevede, tra le altre cose, «la stazione ferroviaria a Contesse». E’ il progetto redatto dall’arch. Tinaglia e già acquisito agli atti dalla commissione. Genovese conclude con una richiesta, reiterata all’amministrazione di Palazzo Zanca: «Istituire una task force comunale sul lavoro».
Più sintetico Pippo Lotronto, segretario uscente della Uil Trasporti. Lotronto, che ricorda come negli anni ’90 proprio la Uil avviò una raccolta firme per la realizzazione del Ponte, si chiede con preoccupazione cosa preveda per il futuro Rfi: «Nel momento in cui le Ferrovie abbandonano la città, il Ponte verrà realizzato in funzione di cosa? Finirà per essere davvero una “cattedrale nel deserto”?». Concetto condiviso da Nino Carreri di Risorgimento Messinese: «I posti di lavoro che eventualmente arriveranno col Ponte non potranno sostituire quelli che perderemo con la dismissione in atto di Rfi. Mi sorge un dubbio: passeranno i treni sul Ponte?». Secondo Gaetano Gennaro del Pd «questo è l’ultimo momento di confronto possibile sul Ponte, e dobbiamo chiederci: questa città può avere uno sviluppo, a prescindere dalla sua realizzazione?». Infine Giorgio Muscolino (Udc): «Si sono persi anni nel dire Ponte sì, Ponte no. Adesso il rischio è che sia troppo tardi per tutto. Il territorio, così com’è, è impreparato, e non c’è dubbio che, a prescindere dalla delibera sulle opere compensative, la nostra classe politica nazionale dovrà difendere la posizione che verrà fuori dal consiglio comunale, che è l’espressione della città».
