Galluzzo (Pdl) sui dirigenti della Provincia: «Si danno stipendi a persone inutili alla causa dell'ente». Rao (Pd): «Cercheremo di risolvere i problemi di concerto con Ricevuto, ma se non ci riuscirà chiederemo le sue dimissioni». Consiglio aggiornato alla settimana prossima, oggi alla Provincia era prevista una disinfestazione
L’atteso consiglio provinciale “bis” riguardante i temi dell’alluvione dell’ottobre scorso è andato in scena stamani a Palazzo dei Leoni e non sono mancati gli spunti d’interesse provenienti dai consiglieri provinciali e dal presidente della Provincia Nanni Ricevuto.
Partiamo da quest’ultimo, che oggi ha dato dimostrazione di “onestà intellettuale”, a detta del consigliere del Pd Pippo Rao, toccando dei nervi scoperti che se da un lato è stato bene affrontare, dall’altro fanno capire come il territorio provinciale, sia ancora troppo impreparato per affrontare seri temi come quello del Piano di Protezione Civile: «La Provincia – ha detto Ricevuto – si è dotata di una carta geologica volta a scoprire quale sia il rischio sismico e i rischi ad esso connessi per i territori di competenza, ma il fatto che molti comuni della provincia non abbiano fatto lo stesso rende qualsiasi sforzo vano ed è per questo che il piano di Protezione Civile non esiste ancora».
Parole molto chiare e per certi versi sconfortanti sono state rivolte da Ricevuto ai tecnici dell’ente da lui guidato: «Per completare e sistemare opere incompiute sono disponibili fondi Por e Fesr ma la cosa assurda – ha tuonato il Presidente – è che non ci sono le capacità, all’interno dell’ente per presentare progetti seri».
Un assist, per il consigliere Giuseppe Galluzzo (Pdl), che si è espresso senza possibilità di fraintendimenti: «Non esiste più la questione meridionale, esiste quella messinese, palermitana, catanese…Tutte queste lotte fraticide sono assurde soprattutto se consideriamo che l’immobilità deriva dalle stesse persone che lavorano all’interno delle amministrazioni pubbliche. Abbiamo una Ferrari che cammina come una 500 ed è colpa di dirigenti che non riescono a progettare neanche una strada. Questi soggetti credono che sia una perdita di tempo ascoltare il consiglio provinciale, quando è quest’ultimo che deve dare le linee guida per dire ai tecnici come operare. Stiamo continuando a dare stipendi a persone inutili», ha concluso il consigliere.
Senza mezzi termini anche il già citato Rao (Pd) che in un intervento “gridato” afferma: «vengano messe da parte le parole e si passi ai fatti, basta polemiche». E se da un lato Rao esprime unità di intenti con Ricevuto, nel cercare risorse e “visibilità” a Palermo e Roma, dall’altro è categorico nei confronti di Ricevuto: «Se il suo operato non darà i frutti sperati chiederemo con forza le dimissioni, dobbiamo mettere la parola fine a questa vergogna. Dove sono i governi amici, dove sono Lombardo e Berlusconi?».
Il consiglio è stato poi sospeso e aggiornato alla settimana prossima per una concomitante disinfestazione da svolgersi nei locali di Palazzo dei Leoni che avrebbe reso impossibile il prosieguo dei lavori.
In mattinata Ricevuto aveva rilasciato altre interessanti dichiarazioni, sopratutto sulla mancata attenzione del governo e dell’opinione pubblica nei confronti del disastro di Messina: «Nella gestione dell’emergenza si sono verificati degli errori fondamentali, su tutti quelli relativo al falso mito dell’abusivismo che ha inciso sulla scarsa considerazione nazionale. Verso il mezzogiorno si perpetuano pregiudizi. Siamo coloro che assalgono il territorio, secondo gli altri, ma non è così».
Ricevuto si è anche espresso riguardo i fondi che dovrebbero giungere in riva allo Stretto: «Abbiamo avuto solo promesse fino ad ora e in ogni caso le somme sono inferiori al necessario. Come Provincia abbiamo speso tutto lo spendibile per sistemare le strade provinciali dando fondo alla riserva in nostra dotazione, adesso abbiamo serie difficoltà nell’andare avanti. Faremo buon viso a cattiva sorte e sono pronto a contrarre personalmente debiti per il funzionamento dell’ente. Se non arriveranno risorse, siamo pronti a protestare violentemente».
