La giunta divisa sul nuovo Prg: approvate le linee guida, ma l’Udc si astiene

La giunta divisa sul nuovo Prg: approvate le linee guida, ma l’Udc si astiene

La giunta divisa sul nuovo Prg: approvate le linee guida, ma l’Udc si astiene

martedì 15 Giugno 2010 - 13:37

Il partito centrista si riunirà venerdì per esaminare il documento alla luce del Piano paesaggistico. Buzzanca: «Primo passo per definire nuove regole. L’Udc? Una posizione sulla quale non ho elementi per fare commenti»

L’approvazione delle linee guida che dovranno condurre alla nascita del nuovo Piano regolatore segna un momento importante nella vita politica dell’amministrazione Buzzanca. La delibera che, è evidente, rappresenta un passaggio chiave di questo mandato e non solo, non porta con sé in dote il sì dell’Udc. Gli assessori centristi che hanno partecipato alla seduta odierna, Franco Mondello, Pinuccio Puglisi e Salvatore Magazzù, si sono infatti astenuti, lasciando in stand-by la propria posizione. L’Udc, è stato comunicato oggi, esaminerà il documento solo venerdì 18, quando si terrà una riunione di partito per «verificare se gli atti di pianificazione territoriale siano in linea all’adottato Piano Paesaggistico». Piano che, lo ricordiamo, è stato un cavallo di battaglia dell’Udc ed in particolare dell’ex vicesindaco Giovanni Ardizzone, ma che al tempo stesso presenta diversi punti di “confusione”, testimoniati dall’enorme mole di osservazioni presentate da più un parti per fare chiarezza, da un lato, e per “ridimensionare” i vincoli che il Piano paesaggistico fissa, dall’altro.

Il sindaco Giuseppe Buzzanca non si lancia in polemiche: «La posizione dell’Udc è dettata dall’esigenza di fare degli approfondimenti. Ci faranno le loro proposte che noi accoglieremo così come accoglieremo le proposte di qualunque soggetto della città. Non ho altri elementi per fare commenti sulla posizione assunta dal partito». Per il resto le considerazioni di Buzzanca sono di puro stampo istituzionale: «Il provvedimento predisposto dall’assessore alle Politiche del territorio, Giuseppe Corvaja è il primo passo, come previsto dalla legge, per avviare gli step necessari per la stesura del Prg e definire nuove regole e linee guida per orientare il proprio sviluppo territoriale».

Il documento approvato dalla giunta è molto lungo e articolato, e richiama nella parte riepilogativa dello stato di fatto quello che l’assessore Corvaja, innescando una mini-crisi poi rientrata, aveva presentato alcuni mesi fa. La parola d’ordine è “recupero”, sotto molti punti di vista. Quello che potremmo definire “di principio” è enunciato come «recupero del senso di città», che evidentemente a Messina manca. Ma dal punto di vista operativo recupero è anche la riqualificazione, vista come alternativa all’edificazione, motore unico della Variante oggi in vigore. Uno dei passaggi chiave delle linee guida riguarda il «recupero delle aree ed il riuso di edifici dismessi e/o sottoutilizzati o sottratti alla fruizione dei cittadini (aree militari, parco ferroviario); tali aree dovranno servire per la creazione di nuove centralità per attrezzature e servizi». Obiettivo è anche «recuperare e restituire alla città le zone Zir e Zis (oggi di competenza dell’Asi), ormai non più qualificabili come zone a vocazione industriale o artigiana, costituenti anch’esse “nuove centralità” da creare o rigenerare prevedendo la individuazione, in sostituzione, di altre zone con destinazione industriale e/o artigianale».

Altri punti focali (sintetizziamo, il documento completo è consultabile in approfondimenti): «Individuare le aree della città con maggiori presenze di abusivismo edilizio ed in esse operare con i Piani Particolareggiati di Recupero al fine di normare definitivamente tali aree dotandole, se necessario, delle urbanizzazioni primarie; valorizzare portici e gallerie pedonali con negozi e attività; limitare l’edificazione nelle zone destinate all’agricoltura, non coincidenti necessariamente con le aree agricole, ad opere ed infrastrutture pubbliche, servizi per l’agricoltura, anche e soprattutto biologica, l’agriturismo e l’ambiente; accelerare il processo di integrazione della Zona Falcata alla città, chiedendone all’Autorità Portuale la restituzione alla città e la conseguente fruizione ai cittadini». Ci sono poi alcuni passaggi “burocratici”: «Sperimentare la “Banca del Volume” (es: aumento di volume senza oneri concessori in cambio dell’adeguamento sismico di tutta la struttura, anche con l’utilizzo di materiali che consentano il massimo risparmio energetico); esitare le richieste di Condono Edilizio in via preventiva alla redazione del nuovo Prg, al fine di avere piena certezza dei reali volumi esistenti».

Fondamentali, dunque, i “capitoli” dedicati al lungomare, alla fascia tirrenica e ai villaggi collinari. «L’attuale Fiera campionaria – si legge – riqualificata e restituita interamente alla città, dovrà rappresentare il terminale di un lungomare attrezzato che giungerà sino a Capo Peloro dove, nel più rigoroso rispetto dell’ambiente, dovrà essere incentivata la realizzazione di strutture turistico alberghiere, ricreative ed infrastrutture per la nautica da diporto. La parte più a nord di questo lungomare dello Stretto, con la riserva dei Laghi di Ganzirri e la punta di Capo Peloro, luogo di grandi suggestioni mitologiche, potrà ospitare importanti attività culturali legate al mare quali un Acquario ed un Museo della civiltà marinara». Circa la costa tirrenica, «rappresentava un tempo una delle zone di maggior valore paesaggistico del territorio messinese, ma è stata profondamente compromessa dalla crescita di insediamenti di seconde case di scarsa qualità ambientale ed architettonica. Tuttavia, bisogna comunque puntare ad una valorizzazione di quest’area a partire dalla tutela delle spiagge, da una riqualificazione funzionale ed ambientale degli insediamenti esistenti, puntando alla realizzazione di strutture ricettive a basso impatto ambientale. La realizzazione di un campo da golf potrebbe rappresentare un importante volano per lo sviluppo turistico». Infine «i villaggi collinari, da Mili a Castanea, da Tipoldo alle Masse saranno inseriti all’interno di un vasto Parco agricolo collinare, dove potranno svilupparsi attività agricole tradizionali di pregio ed il turismo rurale ed enogastronomico, anche attraverso il recupero del patrimonio architettonico rurale».

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