Interdonato e il caso del “sequestro- ai tornelli di Rada S. Francesco: «Il bene comune non è personale»

Interdonato e il caso del “sequestro- ai tornelli di Rada S. Francesco: «Il bene comune non è personale»

Redazione

Interdonato e il caso del “sequestro- ai tornelli di Rada S. Francesco: «Il bene comune non è personale»

sabato 20 Dicembre 2008 - 11:29

Il presidente del Comitato Pendolari dello Stretto: «Fatto ancor più grave se si considera che Caronte&Tourist continua ad avere una concessione dichiarata illegittima»

Pietro Interdonato, presidente del Comitato Pendolari dello Stretto, torna sulla vicenda di Nicola Zanghì, il cittadino che nei giorni scorsi aveva denunciato di essere stato “sequestrato- ai tornelli della Caronte&Tourist perché privo di biglietto, dimenticato nell’auto dell’amico andato via.

«Non posso, nella qualità di Presidente del Comitato Pendolari dello Stretto – scrive Interdonato – far passare sotto silenzio la replica della Caronte&Tourist, in riferimento al caso del pedone “sequestrato alla Rada San Francesco- denunciato tramite la stampa. A proposito, ricordiamo che tali episodi si verificano frequentemente pertanto vorremmo ricordare alla Società che loro confondono il bene pubblico e comune, con il bene proprio e personale. Non è cosi. Sostare, entrare o uscire dalla rada S. Francesco non può e non deve necessitare di un titolo di viaggio, è come entrare ed uscire dall’Ancora».

«Il fatto è – aggiunge – che chi non viaggia o ha già viaggiato deve esibire ai controllori un biglietto o pagare la modica cifra di 50 euro e questo non ci sembra né lecito né equilibrato. Il controllore che chiede il biglietto lo fa a bordo di qualsiasi mezzo, vuoi bus, tram, metropolitana, non quando il viaggiatore è a terra. Questo è ancora più grave se si considera che la Caronte-Tourist continua a detenere un’area pubblica nonostante la concessione sia stata dichiarata illegittima con sentenza definitiva del Giudice Amministrativo».

«Inoltre non possiamo non rilevare ancora una volta che Caronte&Tourist non è una società pubblica e i suoi dipendenti non sono pubblici funzionari. Pertanto i pendolari, i pedoni o chiunque graviti su Rada S. Francesco non deve dimostrare nulla poiché il titolo di viaggio va esibito a bordo».

E’ opportuno, a questo punto, fare qualche passo indietro. Questa la denuncia di Zanghì: «Grazie ai tornelli installati di recente alla rada di San Francesco, oggi pomeriggio (il 18 dicembre, ndr) intorno le 18, per via di una spiacevole coincidenza, sono stato praticamente sequestrato dentro l’area del porto. Tornavo da Catanzaro insieme ad un collega (viaggio di lavoro) su un’auto che è stata fermata dalla Guardia di Finanza, proprio subito dopo l’uscita dalla Caronte. Finito il controllo di routine, decido di scendere dall’automobile e uscire dal porto a piedi: la mia auto si trovava nei pressi del Conad, mentre il collega doveva proseguire verso il Boccetta, una soluzione utile per entrambi. Arrivato di fronte ai tornelli (era la prima volta che li vedevo, ne avevo solo sentito parlare), l’addetto mi chiede di inserire il biglietto per uscire. Faccio presente che sono sceso dall’auto e che il biglietto è rimasto li.

L’uomo mi invita ad andare a prendere comunque il biglietto ed uscire. Corro verso il collega che stava gia partendo, ma non riesco a fermarlo, urlo addirittura, pur di avere il biglietto. Torno dall’uomo visibilmente amareggiato per l’accaduto, ma non vuol sentir ragione e mi invita ad esibire il biglietto, che ovviamente non ho. Spiego cortesemente la situazione, ma nulla. Parecchio innervosito, spazientito, vedendomi SEQUESTRATO entro un’area che ovviamente NON è privata, pur di uscire scavalco dal cancelletto per i disabili. L’uomo sa solamente dirmi -fai come vuoi… fai come vuoi-. Mi domando: perchè permettiamo questo? Perchè permettiamo che vengano calpestati i nostri diritti? La Sicilia è nostra. La Sicilia è mia. Ho sempre creduto che il lavoro servisse a migliorare le condizioni della comunità, non a rendere privato ciò che è di tutti. Affranto, amareggiato, vi scrivo questa email, sperando che qualcuno con un pò di buon senso, possa far un pò di luce su ciò che di grave accade nella nostra città».

Questa, invece, la replica di Caronte&Tourist: «Ci domandiamo perplessi, se tanta costernazione da parte del cliente sia solo figlia della beffarda serie di sciagurati ed incredibili eventi (fermo della finanza, fuga improvvisa del collega di lavoro e di conseguenza dell’unico biglietto utile) di cui è stato vittima il passeggero in questione, o che davvero derivi dall’“inaccettabile- operato professionale di taluni addetti ai lavori, rei di aver provato “miserabilmente- a rivendicare un titolo di viaggio testimoniante la corretta adempienza del cliente nei confronti degli oneri economici previsti dal servizio appena fruito.

Infatti, le Istruzioni Operative (ampiamente pubblicizzate) che regolamentano la logistica degli impianti di nostra competenza prevedono che i passeggeri in arrivo da Villa San Giovanni con autovettura al seguito possano richiedere al personale addetto in servizio, in via del tutto eccezionale, di uscire dalla Rada San Francesco, attraverso i tornelli previa semplice esibizione del biglietto di traghettamento in proprio possesso.

Una politica nata dalla necessità di ridurre il più possibile eventuali disagi per la nostra clientela, ma che evidentemente non sembra sufficiente a soddisfarla.

Qualcuno si stupirebbe se su di un autobus cittadino venisse richiesto l’esibizione del biglietto? O se il controllore sul treno facesse una multa a chi è sprovvisto di biglietto (magari perché portati via da un amico sceso nella precedente stazione) ?

In tante metropolitane (Parigi, Milano, ecc.ecc.) esistono stazioni dove va esibito il biglietto per uscire; senza biglietto (anche se smarrito, trattenuto da un conoscente, rubato, ecc.ecc.) non si esce senza aver ripagato il servizio di trasporto; anche in quel caso il Sig Zanghi si sarebbe sentito sequestrato? Ne dubitiamo; e riteniamo che avesse pubblicamente manifestato la stessa accusa a noi mossa, sarebbe stato oggetto di un procedimento penale e non certo di una risposta a mezzo stampa.

Ma per alcuni (confidiamo pochi) messinesi, evidentemente, l’applicazione delle normali regole, altrove considerate ordinarie, non è la norma ma l’eccezione; ed è evidente che tale eccezione genera un “costernato stupore- anche da parte di chi si qualifica “in viaggio di lavoro- e che per tale ragione dovrebbe tenere nella dovuta considerazione e rispetto anche il lavoro degli altri.

In ogni caso, Caronte&Tourist continua e continuerà a impegnarsi per perfezionare il sistema di pagamento del servizio di traghettamento pedonale in modo da prevenire qualsiasi possibile disagio alla clientela, anche quando quest’ultima “scopra- l’esistenza di un sistema di pagamento solo dopo aver usufruito del servizio».

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