La lotta al sacco edilizio deve guardare anche al passato

La lotta al sacco edilizio deve guardare anche al passato

La lotta al sacco edilizio deve guardare anche al passato

mercoledì 26 Maggio 2010 - 07:56

Calabrò e Contestabile (Pd) sul provvedimento di stop alle concessioni edilizie per 60 giorni: «Ci vuole una task force che verifichi la regolare realizzazione delle opere compensative»

Va bene concentrarsi contro il cosiddetto “sacco edilizio”. Ma si può fare di più. Al centro del dibattito c’è ancora il provvedimento con cui l’assessore all’Urbanistica Giuseppe Corvaja ed il sindaco Giuseppe Buzzanca hanno chiesto lo stop alle concessioni edilizie per 60 giorni. Un’iniziativa che due consiglieri comunali del Pd (gruppo Genovese Sindaco), Felice Calabrò e Simona Contestabile, definiscono «in sé pleonastica», che «potrà avere qualche effetto benefico soltanto se al contempo si avrà la determinazione e la volontà di aumentare il personale tecnico in forza al dipartimento Urbanistica, altrimenti sarà l’ennesimo proclama; a tal proposito, infatti, non può essere taciuto che da più di un anno l’assessore Corvaja ha richiesto l’incremento del personale dipendente in forza all’assessorato de quo, e ciò senza alcun successo nonostante gli impegni assunti dal primo cittadino. Purtroppo la carenza di personale specializzato in un settore nevralgico per la vita dell’ente non consente di operare nel rispetto dei principi d’efficienza e buon andamento della Pubblica amministrazione».

A prescindere da questo, secondo Calabrò e Contestabile l’atto di indirizzo politico di Corvaja e Buzzanca «è carente poiché guarda solo al presente, non entrando, invece, nel merito di scelte passate. A tal proposito un nodo decisivo da affrontare, al fine di rendere più vivibile la nostra città e, nel contempo, calmierare lo scempio edilizio già attuato, è quello di verificare la regolare attuazione di quanto assentito. Sarebbe utile, infatti, verificare, nei fatti però, se tutte le lottizzazioni, dall’attuazione delle quali scaturiscono gli interventi più invasivi per il territorio, assentite negli ultimi anni (assentite da parte del consiglio comunale sulla base dei pareri positivi rilasciati dagli uffici preposti) siano state realmente realizzate e, quindi, soprattutto se siano stati realizzati i cosiddetti interventi compensativi d’interesse pubblico, quali strade, parcheggi, aree a verde attrezzato, servizi in genere. Ancora, sarebbe fondamentale verificare se tali opere, sempre che realizzate, siano state cedute al Comune per la libera fruibilità della cittadinanza tutta, così come previsto dalle apposite convenzioni connesse alle lottizzazioni».

«Occorrerebbe verificare – proseguono i due – se nell’ambito dei grandi insediamenti abitativi, vedi le innumerevoli costruzioni cooperativistiche, sia stata garantita la necessaria viabilità, ed in caso contrario intervenire per l’adozione delle idonee soluzioni. In ordine alla miriade di concessioni autoassentite, inoltre, vi sarebbe la necessità di verificare i calcoli economici presentati dai privati, al fine di accertare se quanto corrisposto a titolo di oneri di urbanizzazione e concessori corrisponda al quantum effettivamente dovuto. Tale verifica potrebbe verosimilmente rivelare ottime notizie per le deficitarie casse comunali». Verifiche, verifiche, verifiche. Questo chiedono Calabrò e Contestabile, verifiche «fondamentali per garantire un’edilizia che miri all’effettiva rigenerazione del tessuto urbanistico.

In definitiva, concludono i consiglieri, «unitamente ad una maggiore attenzione sugli interventi presenti e futuri, sarebbe auspicabile la costituzione di una task force dedita al controllo della regolare e reale realizzazione, nell’ambito dei piani assentiti già attuati ed in corso di attuazione, delle opere e degli interventi compensativi di primario interesse collettivo, in assenza dei quali l’obiettivo principale cui mirare, ovvero la tutela del territorio e la vivibilità del tessuto urbano, sarà impossibile da perseguire».

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