Opere compensative al Ponte: il Consiglio vota, litiga ma non conclude. Aspettando il sindaco

Opere compensative al Ponte: il Consiglio vota, litiga ma non conclude. Aspettando il sindaco

Opere compensative al Ponte: il Consiglio vota, litiga ma non conclude. Aspettando il sindaco

venerdì 22 Gennaio 2010 - 15:29

Dibattito lungo e spesso “fuori tema”, con scene poco gratificanti per un civico consesso. Approvati diversi emendamenti, non passano tre dei quattro presentati dall’Udc. Il passo finale rinviato a lunedì

E’ durato cinque ore il terzo round del consiglio comunale sulle opere compensative al Ponte sullo Stretto. La seduta più lunga, più polemica, per certi versi, e quella che ha messo maggiormente a dura prova i nervi dei consiglieri, tanto che a più d’uno i nervi sono proprio saltati. I fatti sono i seguenti: la maggior parte degli oltre trenta emendamenti presentati dai vari partiti sono stati approvati, all’appello ne rimangono solo tre e verranno messi ai voti, insieme alla delibera, lunedì mattina. Quando in aula, questa volta per davvero, dovrebbe venire il sindaco Giuseppe Buzzanca, che oggi si è occupato di altro. L’esito della votazione finale, però, è tutt’altro che scontato, visto che la posizione dell’Udc sarà quasi certamente condizionata dalla bocciatura di tre dei quattro emendamenti presentati dal partito scudocrociato. Se diamo per scontato che nemmeno il Pd darà il suo sì alla delibera, non è difficile prevedere che quasi certamente lunedì assisteremo ad un nulla di fatto che, in sostanza, sancirà l’inutilità di un lavoro durato oltre sei mesi.

Entrando nel merito di ciò che oggi è stato votato, vediamo gli emendamenti più rilevanti che sono stati approvati. Il primo porta la firma di Giorgio Muscolino (Udc), Nicola Barbalace e Giorgio Caprì (Pd) e, riguardo la metroferrovia, chiede di «realizzare una fermata in località viale Europa, all’interno dell’area attualmente occupata dall’ Esercito Italiano per conto del Ministero della Difesa, al fine di raggiungere, mediante servizi di bus integrati, le aree del centro cittadino e la tranvia. Realizzare altresì, all’interno della suddetta area, un parcheggio che possa consentire l’intermodalità con il sistema metropolitano». Dello stesso trio un altro emendamento approvato, che riguarda la realizzazione di uno svincolo autostradale in località Santo Stefano e uno in località Giampilieri, lo spostamento della barriera di pedaggio autostradale dall’attuale sito di Tremestieri, in un nuovo sito in località Giampilieri col contestuale allungamento del sistema della Tangenziale fino alla nuova barriera e la ristrutturazione dello svincolo denominato Villafranca Tirrena, con contestuale soppressione del pedaggio per lo svincolo stesso, tutti interventi con soggetto attuatore il Cas e l’Anas.

Via libera anche agli emendamenti di Ivano Cantello dell’Mpa, che chiede l’istituzione di un protocollo di legalità e il rafforzamento del presidio dei Vigili del fuoco. Sì anche alle proposte di Benedetto Vaccarino di eliminare la “massicciata” dei binari dismessi a Gazzi per realizzare una nuova strada ed eventualmente dei parcheggi, di Pippo Capurro (Pdl) e Sebastiano Tamà (Mpa) di prolungare il capolinea del tram fino alla nuova stazione di Gazzi e di Antonio Fazio (Pdl) di realizzare un depuratore nella zona nord e di impegnare Rfi a realizzare la Tav anche in Sicilia. Infine, approvati l’emendamento presentato da Giovanni Cocivera (istituire corsi di formazione professionale per maestranze locali) e uno di quelli avanzati dall’Udc, nella fattispecie quello che chiede alla società Stretto di Messina «di stipulare col Comune un accordo di programma rinnovato dal quale risulti con chiarezza che nessun onere dovrà gravare sulle casse comunali».

I no che peseranno sul voto finale sono quelli rifilati a tre emendamenti dell’Udc. Il primo, definito «demagogico» da Capurro e «ridicolo» da Felice Calabrò del Pd, chiedeva di «impegnare la Stretto di Messina a versare nelle casse comunali, entro tre mesi dall’approvazione della delibera, i 130 milioni previsti per le opere compensative, da investire nella messa in sicurezza delle aree alluvionate». Anche gli altri due fissavano impegni per la Stretto, «ad elaborare un’ipotesi progettuale che attraverso la posa in alveo dei piloni risparmi i territori dei villaggi di Ganzirri e Torre Faro» e «a realizzare le opere a terra solo dopo l’approvazione del progetto definitivo del Ponte».

Sul finire dei lavori il numero legale ha seriamente vacillato, vista la presenza in aula di pochi “eroi” che hanno resistito ai morsi della fame e ai richiami delle rispettive attività lavorative. Il momento “critico” è stato il voto sull’ammissibilità o meno di un emendamento, presentato da Nello Pergolizzi, che chiedeva di rivedere la decisione sulla stazione a Gazzi riproponendo, di fatto, lo spostamento a Contesse. Il Pd è uscito dall’aula, in polemica con una votazione che non avrebbe dovuto avvenire (la decisione sull’ammissibilità di un emendamento non spetta certo ai consiglieri), per poi rientrare «per senso di responsabilità» ma anche per dimostrare che, nonostante le tante, troppe assenze registratesi nel centrosinistra, senza il Pd sarebbe caduto il numero legale. Ennesima prova di una maggioranza che, in consiglio comunale, si dimostra troppo spesso numericamente inconsistente.

Vorremmo sorvolare, poi, su altri aspetti del dibattito di oggi, se di dibattito si può parlare, ma è inevitabile sottolineare che questo consiglio comunale, anche se non nella sua interezza per fortuna, non perde occasione di mostrare il proprio lato peggiore, perdendosi in beghe personali e in scontri da cortile. Scene squalificanti per quella che, qualcuno a volte lo dimentica, rimane la più alta espressione politica della volontà popolare. Sono stati sollevati argomenti (uno su tutti, il mal funzionamento dell’ufficio di presidenza) che nulla avevano a che fare, nemmeno lontanamente, con l’oggetto di discussione, le opere compensative al Ponte. Che poi alcune delle proposte avanzate attraverso gli emendamenti “sfiorino” soltanto la questione Ponte è un altro discorso, ma che quantomeno ha una parvenza di etichetta politica. Sul resto, come sempre, è meglio stendere un velo pietoso.

S.C.

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