Opere compensative al Ponte, oggi il dibattito in Consiglio. Il botta e risposta “virtuale” tra Caminiti e Barbalace

Opere compensative al Ponte, oggi il dibattito in Consiglio. Il botta e risposta “virtuale” tra Caminiti e Barbalace

Opere compensative al Ponte, oggi il dibattito in Consiglio. Il botta e risposta “virtuale” tra Caminiti e Barbalace

lunedì 11 Gennaio 2010 - 16:19

Arriva in aula la delibera: tra le novità sulle quali si animerà il dibattito lo spostamento della stazione centrale e della marittima a Contesse. Al parere negativo del dirigente il presidente della Commissione Ponte, primo firmatario dell’emendamento, risponde così

Oggi il sindaco Giuseppe Buzzanca siederà tra i banchi del consiglio comunale. E questo già la dice lunga sull’importanza della seduta: in aula arriva la delibera sulle opere compensative al Ponte, per certi versi “storica”, anche se priva di quella concretezza che non può esserci in mancanza di reali certezze sulla copertura finanziaria sia del Ponte stesso che delle opere sulle quali si discuterà. Il documento originario, redatto dall’ing. Giovanni Caminiti, dirigente dell’ufficio Grandi Opere del Comune, è stato profondamente cambiato da 14 emendamenti presentati sostanzialmente da due consiglieri: Nicola Barbalace del Pd, presidente della Commissione Ponte che ha esaminato la delibera (4 i suoi emendamenti), e Giorgio Muscolino dell’Udc (10 portano la sua firma). La maggior parte di questi emendamenti è stata, però, “bocciata” da Caminiti stesso, che ha espresso parere positivo in pratica solo sulla proposta di Muscolino di «realizzare una fermata della Metropolitana dello Stretto in località viale Europa, all’interno dell’area attualmente occupata dall’Esercito Italiano per conto del Ministero della Difesa». Il mutamento maggiore, proposto invece da Barbalace, riguarderebbe lo spostamento della stazione centrale da Gazzi, come previsto da Caminiti, a Contesse, e soprattutto il trasferimento della Marittima dalla sede attuale, mantenuta dal documento del dirigente, a Contesse anch’essa. Agli argomenti messi nero su bianco da Caminiti nel suo parere negativo Barbalace risponde punto per punto, in un “virtuale” botta e risposta.

STAZIONE A CONTESSE: PRO E CONTRO

Le perplessità di Caminiti riguardano innanzitutto l’aspetto urbanistico. «L’area di proprietà delle Ferrovie – scrive il dirigente – risulta racchiusa a monte da un’area ad alta densità abitativa con destinazione prettamente popolare (case Unrra), ed a valle dall’area del demanio marittimo». Si tratta comunque di un’area di 92 mila metri quadri, peraltro già occupata praticamente per intero da linea ferrata. «Il reperimento di eventuali aree, necessarie per consentire la localizzazione della stazione – aggiunge Caminiti – è possibile solo a scapito dell’attuale sottostazione elettrica che per ovvi motivi, necessiterebbe di una nuova localizzazione e messa in esercizio prima della relativa dismissione». Su questo punto Barbalace replica stizzito: « Parliamo di costruire il più grande ponte del mondo ad unica campata e ci spaventiamo di spostare la sottostazione elettrica che è una cabina di trasformazione?». E ancora, secondo Caminiti la stazione di Contesse creerebbe disagi sia logistici che sociali: «le uniche strade che consentono di raggiungere l’area – scrive – sono piccole arterie di quartiere, salvo la via Marina ancora in fase di progettazione; inoltre l’area non risulta servita da mezzi pubblici in quanto il capolinea del tram è a Gazzi e gli autobus si fermano sulla S.S. 114, in prossimità del bivio per Minissale e del “XXIV artiglieria”. La realizzazione di adeguate arterie di collegamento gommato e relativi parcheggi, oltre alla necessaria integrazione urbana (visiva e funzionale) verso la città sarebbe a scapito degli attuali insediamenti abitativi».

Anche su questi fronti secondo Barbalace gli argomenti di Caminiti non sono sufficienti. «Con la nostra proposta – spiega – prevediamo di intubare sia la ferrovia, dalla nuova stazione verso nord, sia la Via del Mare, inoltre dal mio punto di vista la realizzazione del Ponte dovrebbe fornire l’occasione di ridisegnare la città: una nuova stazione a Contesse creerebbe le condizioni per nuova viabilità e per la riqualificazione di un’area oggi “condannata” dai centri commerciali e senza vie di fuga. Mi lascia perplesso, poi, dire che una stazione non si può realizzare perché non arrivano gli autobus, un servizio non è un’infrastruttura. Tra l’altro abbiamo previsto nell’emendamento Gazzi come stazione di transito e l’intermodalità con la tranvia. Insomma, dire questo equivale a un modo, nemmeno tanto dolce, di affermare che per l’Amministrazione la città finisce a Gazzi». Secondo Barbalace non stanno in piedi neanche le ragioni ambientali portate da Caminiti (che scrive: «le fasi di costruzione comporterebbero gravi disagi all’area circostante densamente abitata in termini di rumori, traffico di mezzi di cantiere e polveri». L’esponente del Pd sottolinea che «qualunque cantiere crea il problema dei mezzi in aree urbanizzate, è ridicolo! Si ha l’idea di quante case butti giù la Via del Mare? Come si fa a dire una cosa del genere mentre programmiamo di mettere in piedi il cantiere di una delle opere più grandi mai fatte al mondo?». Caminiti aggiunge nel parere che «il tracciato ferroviario proposto in corrispondenza dell’imbocco della galleria dei peloritani appare tecnicamente irrealizzabile, atteso che il raggio di curvatura minimo deve essere di m. 300». Barbalace spiega che «il tracciato proposto dall’emendamento è puramente indicativo e necessita degli opportuni approfondimenti tecnici, anche se ha ottenuto un primo placet dai tecnici di Rfi nel corso di un incontro che abbiamo avuto con loro a Roma. Va detto poi che questa soluzione è proposta al fine di poter avere la fermata della stazione metropolitana su viale Europa, e questa, è evidente, è una scelta politica».

L’APPRODO MARITTIMO

Ma il vero nodo sul quale vertono i disaccordi è quello relativo all’approdo della stazione marittima, che secondo Barbalace dovrebbe essere trasferito dall’attuale sede a Contesse. Argomento che, secondo il presidente della Commissione Ponte, «è di primaria importanza visto che spostare tale approdo significa liberare la città dalla cortina di ferro. Una soluzione che si può applicare sia a Contesse che eventualmente a Gazzi». Ma per Caminiti «si rilevano difficoltà di natura tecnica circa l’approdo marittimo (opera peraltro non prevista e non finanziabile nell’ambito della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina in quanto non connessa), atteso che in mancanza di idoneo studio di fattibilità, soprattutto dal punto di vista meteo-marino, la proposta di emendamento non è condivisibile. Certo è che l’esperienza acquisita durante le fasi di esercizio del porto di Tremestieri dimostra che il beccheggio dei Ferry-Boat all’ormeggio non consentirebbe l’ingresso dei vagoni. Si rileva infine, che la particolare manovra dei Ferry-Boat all’uscita del Porto potrebbe intralciare le rotte delle Ro-Ro dirette a Tremestieri il cui traffico si prevede in aumento anche in relazione del completamento della portualità previsto nel breve termine».

Anche qui Barbalace non è d’accordo col parere espresso da Caminiti, prima di tutto perché, a suo dire, «che qualcosa faccia riscontrare delle difficoltà non significa che sia irrealizzabile. Se il problema è economico il discorso cambia, ma mi chiedo: cosa c’è di finanziato al momento? Inoltre, si boccia l’approdo marittimo a Contesse perché opera non finanziabile, ma così facendo si rinuncia definitivamente a liberare la città dai binari ferroviari. Sbaglio o stiamo scrivendo delle linee guida di pianificazione strategica? E ancora: come si fa ad esprimere un parere se al tempo stesso si ammette che serve lo studio di fattibilità? Senza studio di fattibilità con quali criteri si esprime un parere negativo? Non mi pare che il tecnico debba condividere con il politico una proposta di emendamento, il tecnico deve fare il tecnico ed esprimere parere tecnico. Anche il problema del beccheggio è stretta temente legato ai costi di realizzazione, non a questioni tecniche. E infine – conclude Barbalace – quando si scrive che la manovra dei traghetti “potrebbe” intralciare le rotte della Ro-Ro, usa il condizionale, il che dà la misura che siamo in presenza di opinioni personali, non supportate da criteri tecnici. Se le rotte sono state verificate, allora il “potrebbe” non dovrebbe esistere, altrimenti si tratta solo di ipotesi personali».

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