Burrascano e Spicuzza: «Il sindaco con indifferenza snobba qualsiasi richiesta di apertura politica. Non si può più rimandare una verifica»

Il “non” voto di Angelo Burrascano in commissione Bilancio ha delle motivazioni chiare, messe su carta dallo stesso insieme a Nino Spicuzza, col quale condivide l’appartenenza alla corrente del Pdl che fa riferimento a Nino Germanà. Da tempo i due chiedono una verifica di giunta, minacciando addirittura di autosospendersi dal partito. Oggi ritengono che un approfondimento, che parta dal sindaco Giuseppe Buzzanca ma anche dai parlamentari, non sia più rimandabile. Nel documento Burrascano e Spicuzza sottolineano come le tensioni siano iniziate già pochi mesi dopo le elezioni, sfociando nella eclatante votazione dei revisori dei conti (che in un primo momento, si ricorderà, videro sconfitta la maggioranza).

«Eventi del genere – sottolineano – sono la cartina di tornasole della disarmonia politica che esiste tra coloro che guidano l’amministrazione e coloro che invece la dovrebbero sostenere. L’assordante silenzio del sindaco verso coloro che chiedono semplicemente una verifica politica è disarmante, politicamente discutibile e mostra quanto poca considerazione abbia dei consiglieri della coalizione di maggioranza. Questo atteggiamento si comprenderebbe e si giustificherebbe solo se questa fosse una giunta tecnica, ma non è così. Questa è una giunta d’espressione politica e dunque non può che ricondursi alle regole della politica. In passato esisteva una metodica politicamente accettata e condivisa da tutti (ivi compresa l’opposizione), oggi sembra esistere solo un’azione politica, quella del sindaco, che con indifferenza “snobba” qualsiasi richiesta di apertura politica nei confronti di coloro che ricevendo quel consenso elettorale gli hanno permesso di ricoprire l’ambita poltrona».

«Riteniamo pertanto – concludono Burrascano e Spicuzza – irrimandabile, viste anche le ultime novità politiche (nascita del Pdl Sicilia), la verifica delle posizioni attualmente ricoperte in giunta da esponenti riconducibili al Pdl, rispettando quel giusto rapporto d’espressione politica con i rappresentanti presenti in aula consiliare».