Tre motivi principali per i quali non c’è il visto sulla delibera Cipess
Si è presa ventinove giorni su trenta disponibili, la Corte dei conti, per pubblicare le motivazioni del no all’atto Cipess del 6 agosto 2025, che aveva approvato il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto.
Il Collegio, presieduto dal presidente Ermanno Granelli e con relatrice la consigliera Carmela Mirabella, ha ravvisato tre profili di illegittimità di “immediata e decisiva rilevanza”, oltre a diverse altre osservazioni con finalità conformativa per la successiva azione amministrativa.
Le tre motivazioni principali
La Corte dei conti ha concentrato la sua analisi sulla legittimità dell’atto, inquadrandolo anche in considerazione dell’importanza strategica dell’opera e delle risorse pubbliche destinate. Le tre principali violazioni contestate attengono al rispetto delle normative europee (Direttiva Habitat e Direttiva Appalti) e all’esclusione di un’autorità di regolazione nazionale.
Violazione della direttiva Habitat: la procedura Iropi non basta
Il primo profilo di illegittimità riguarda la procedura seguita per superare il parere negativo sulla valutazione di incidenza appropriata ambientale (VIncA) espresso dalla Commissione tecnica Via-Vas del Mase (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica). Il Consiglio dei ministri, con una delibera del 9 aprile 2025, aveva approvato la cosiddetta relazione Iropi (Imperative Reasons of Overriding Public Interest), dichiarando la sussistenza di motivi imperativi di interesse pubblico.
Secondo il Collegio, questa procedura in deroga è viziata per un difetto di istruttoria adeguata, non risultando coerente con i limiti tassativi imposti dalla direttiva Habitat. In particolare, la Corte ha contestato: l‘assenza di soluzioni alternative, cioè che “le verifiche sull’assenza di alternative al Ponte non sono state supportate da una valutazione basata esclusivamente su criteri ambientali, ma sono risultate estremamente sintetiche e assiomatiche”; e la prevalenza dei motivi economici: “Le considerazioni sull’interesse pubblico imperativo (che, per la direttiva, devono essere legate a salute dell’uomo, sicurezza pubblica o conseguenze positive primarie per l’ambiente)” sono state ritenute carenti, mentre la relazione si è soffermata “eccessivamente sugli effetti economici, i quali, in assenza degli altri, richiederebbero il previo parere della Commissione europea”.
Le modifiche sostanziali agli appalti
La Corte ha ritenuto violato l’articolo 72 della direttiva europea numero 2014/24/UE (Direttiva Appalti), richiamato dal decreto legge numero 35/2023 come parametro di legittimità per il riavvio dei contratti (come quelli con il Contraente generale).
Il Collegio ha concluso che le modifiche apportate ai contratti originari risultano sostanziali, al punto da configurare le condizioni che “avrebbero attratto ulteriori partecipanti alla procedura di aggiudicazione”. Tra queste modifiche, si evidenziano: il cambio radicale nelle modalità di finanziamento, passato da un modello con il 60% di risorse da reperire sui mercati internazionali senza garanzia dello Stato a un modello finanziato integralmente su risorse pubbliche; le novità negli indici di aggiornamento del corrispettivo del contraente generale; la riduzione della quota di prefinanziamento a carico del contraente generale, passata dal 15% proposto in gara fino a un limite del 5%.
Per la Corte, queste modifiche avrebbero imposto la necessità di una nuova competizione concorrenziale. Inoltre, l’Amministrazione “non ha fornito la documentazione necessaria per dimostrare che l’aggiornamento dei costi non avesse superato il limite del 50% previsto dalla stessa direttiva, al di sopra del quale una gara diventa obbligatoria”.
L’Autorità dei trasporti esclusa illegittimamente
La terza motivazione è relativa alla mancata acquisizione del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) nell’ambito della procedura di approvazione del Piano economico-finanziario (Pef).
Il Cipess aveva escluso l’Art basandosi sulla classificazione del tratto di rete oggetto della concessione come “strada extraurbana di categoria B”. La Corte ha disatteso questa interpretazione, richiamando la competenza generale dell’Art che si radica nella “previsione del pedaggio, indipendentemente dalla tipologia di strada”. L’apporto tecnico dell’Autorità era considerato un “doveroso contributo” per la tutela dell’utenza e la sostenibilità economica e finanziaria dell’opera, come richiesto dal d.l. numero 35/2023.
Le altre osservazioni con finalità conformativa
Il Collegio ha infine fornito indicazioni (con finalità “conformativa” per le amministrazioni coinvolte) su ulteriori profili, che non sono stati ritenuti dirimenti per la ricusa del visto, ma che evidenziano altre carenze: Mancanza del parere Nars (Non è stato acquisito l’avviso preventivo del Nucleo di consulenza per l’Attuazione delle linee guida per la Regolazione dei Servizi di pubblica utilità (Nars); Verifica requisiti di gara (È stato richiamato il principio generale di continuità secondo cui il possesso dei requisiti di gara per Contraente generale, Project Management Consultant e Monitore ambientale deve essere verificato per tutta la durata del contratto; Necessaria motivazione (È stata ribadita l’esigenza di garantire effettività al principio di trasparenza, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di una motivazione adeguata e non integrata in un momento successivo); Mancanza di un secondo parere del Consiglio Superiore dei lavori pubblici (L’assenza di un parere aggiornato da parte di questo organo consultivo è stata ritenuta una lacuna istruttoria, dato che il parere utilizzato risaliva al 1997 e il progetto ha subito varianti).
In conclusione, la delibera Cipess numero 41/2025 è stata dichiarata non conforme a legge e il Collegio ha disposto la ricusa del visto, bloccando l’efficacia dell’atto che avrebbe dovuto dare il via definitivo alla realizzazione dell’opera.

Mettetevi l’anima in pace e pensiamo a fare qualcosa di veramente utile per sud e soprattutto in tempi brevi!!
Insomma, il progetto è un terno al lotto.Proviamo e come va va.
… ancora con sto Ponte!
E basta!!!
Il grande imbroglio con tante violazioni e non rispetto delle leggi deve essere chiuso una volta per tutti, subito!!!
Il ministro ci deve spiegare come mai ha deciso di passare da un 60% di investimenti privati ad un ,100% di pubblico mentre contestualmente usava la riforma Fornero in campagna elettorale e non.
Il ministro parla a vanvera di risorse pubbliche non è in grado di programmare nulla di concreto che non sia prodotto del routinario lavoro dei ministero e non è in grado di fornire alcun indirizzo politico percorribile al ministero delle infrastrutture, mentre si sbizzarrisce a promuovere iniziative per conto di quello delle finanze.
Usa i costi della riforma tecnica necessarie immediatamente dopo uno degli ultimi governi Berlusconi usati per fare campagna sapendo però benissimo di non potere modificare nulla di nulla.
I soldi del ponte usati alla medesima maniera.
Una continua campagna di raccolta voti sventolando sotto il naso degli Italiani soldi che non ci sono o investimenti economicamente non calibrati.
Il ministro ha una gran bocca e poca voglia di fare e dire le cose in modo corretto.
Il ministro detta in poche parole non è cosa, e mentre straparla di chiodi che bloccherebbero intere tratte ferroviarie in avaria impegna e spreca investimenti pubblici in opere di interesse elettorale più che nazionale.
Un modello di certo apprezzato dagli avventori del patatone di Pontida, meno da chi avendo famiglia si preoccupa seriamente del futuro dei propri figli.
La corte dei conti, da quanto si legge, sembra un organo dello stato, degno di questo nome.
Il karma arriva sempre e chiunque voglia fare le cose scavalcando le priorità dei territori, ambiente e persone, ne subisce le conseguenze.
Hanno fatto bene! Bene hanno fatto a bocciarlo! Troppi soldi buttati al vento! Fate le strade, rafforzate i trasporti sullo stretto, fate gli acquedotti che in Sicilia sono un colabrodo, fate le ferrovie, investite il denaro che avevate destinato al Ponte per rendere la Sicilia più moderna ed efficiente! Hanno fatto bene a bocciarlo! E che non se ne parli mai più!
Prima di trasformare tutto in tifo da stadio, sarebbe opportuno informarsi: il NO della Corte dei Conti non è una bocciatura politica del Ponte, ma un rilievo tecnico su passaggi procedurali specifici.
C’è chi la legge con le lenti dell’ideologia)@Arcistufo2.0) e chi con quelle del proprio orticello;(@Fabio) ciò che li accomuna è la stessa miopia: poca informazione e ancor meno visione di cosa sia, oggi, la Sicilia e di quale ruolo potrebbe avere domani. E ciò che la Sicilia e Messina sono oggi senza il ponte è sotto gli occhi di tutti: un territorio che sopravvive più che vivere, sempre in bilico tra assistenzialismo, emigrazione continua e occasioni perse, ridotto troppo spesso a semplice luogo di villeggiatura e nulla più.
Colpa del.ponte ??? No miei cari.
Il problema non è ponte o strade. Il problema è un Paese che da decenni non riesce a fare più opere insieme, con programmazione, competenza e controllo della spesa. Strade, acquedotti e ferrovie vanno rifatti, senza dubbio(@Emanuele ). Ma dire NO a prescindere a un’infrastruttura strategica, senza nemmeno guardare ai dati e agli scenari, significa accettare e legittimare l’isolamento e la marginalità.
La differenza non la fa chi urla NO, a questo per quello ma chi pretende che tutto venga fatto, e fatto bene.
Ebbi già modo di svriverevin passato: Con o senza il Ponte, io resterò esattamente dove sono arrivato. Molti altri, senza visione e senza infrastrutture, resteranno esattamente dove il sistema li ha sempre tenuti… ai margini ,dipendenti e immobili.
Che tristezza .
Saluti
Lei Luca è troppo impegnato ad occuparsi del punto di vista altrui e poco incline a considerare il contesto nel quale avvengono i fatti.
La bocciatura tecnica del ponte è figlia di un approccio politico ricco di forzature.
Le due cose non sono scindibili come ritiene lei.
Evidenziare la reiterazione di certi comportamenti da parte del ministro, non è ideologia è spirito critico basato sui fatti e sulle dichiarazioni dello stesso.
Lei non sopporta proprio che si critichi Salvini perché io quello ho fatto, non il ponte.
Se non è ideologia la sua allora non lo è neppure la mia.
Mi sembra che l’intero castello di carta che reggeva la procedura di riesumazione del cadavere del Ponte sia crollata, morta e sepolta. Il documento non offre nessun appiglio per un recupero che non sia l’annullamento di tutto e l’eventuale ripartenza con una nuova gara.
L’unica cosa corretta detta dalla Corte dei conti è il rilievo sui costi finali dell’opera il resto è solo fumo o nebbia.
Fumo e nebbia come il progetto del ponte.
Similes cum similibus.
Non rispondo al Maestro di saggezza @luca…lui le sue personali perle di saggezza le può dispensare ai suoi conoscenti… Preferisco il mio orticello rispettando chi mi circonda e soprattutto la legge
Invito Tempostretto di non tagliare i miei messaggi…se non vi vanno bene come la risposta a @luca preferirei non lo pubblicaste. Grazie
Invito tempostretto a non tagliare i messaggi e se non c’è offesa come nella mia ultima risposta, pubblicarli integralmente, in alternativa preferirei vederli non pubblicati comunque nei due casi parliamo di censura
Censura perché ho tolto il guttalax
Senza parole