Recovery Fund. I 7 governatori delle Regioni del Sud: più soldi a chi ha il Pil più basso

Recovery Fund. I 7 governatori delle Regioni del Sud: più soldi a chi ha il Pil più basso

Rosaria Brancato

Recovery Fund. I 7 governatori delle Regioni del Sud: più soldi a chi ha il Pil più basso

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martedì 26 Gennaio 2021 - 13:03

La proposta sarà presentata oggi in sede di Conferenza Stato Regioni

La bozza del Recovery Fund, peraltro oggi al centro delle tensioni che hanno portato alla crisi di governo, scontenta tutti i territori del Mezzogiorno. La distribuzione delle risorse non è bilanciata e non risponde neanche alle istanze delle Regioni del Sud, che ne escono ancora penalizzate. Uno squilibrio che ha spinto infatti i 7 governatori delle Regioni del Sud a protestare, indipendentemente dal “colore politico”.

Riscrivere il Recovery Fund

Il fronte comune nei confronti del governo giallorosso ha visto in campo i sette governatori Vito Bardi (Basilicata), Vincenzo De Luca (Campania), Michele Emiliano (Puglia), Marco Marsilio (Abruzzo), Nello Musumeci (Sicilia), Antonino Spirlì (Calabria) e Donato Toma (Molise). Tutti insieme hanno chiesto una riscrittura del Recovery Plan e una redistribuzione dei fondi europei. Anche la Sicilia, come più volte evidenziato nelle scorse settimane da più parti, è fortemente penalizzata nonostante le richieste presentate.

Più soldi a chi ha pil più basso

La proposta che i 7 governatori hanno preparato è di grande impatto, oltre ad essere unitaria: le risorse a fondo perduto Ue dovrebbero essere date in proporzione al prodotto interno lordo dei singoli territori. Le Regioni con il Pil più basso abbiano di più, proprio per invertire la tendenza ed agganciare la crescita. In sostanza il capovolgimento dell’infelice frase dell’assessore alla sanità della Lombardia Letizia Moratti a proposito del vaccino a chi ha il Pil più alto. I sette governatori chiedono che davvero le risorse del Recovery Fund diventano opportunità per colmare il gap.

Il Ponte tra le priorità

Sulla proposta interviene la parlamentare messinese Matilde Siracusano che ricorda come in questo scenario saranno fondamentali gli investimenti e le grandi opere. “I sette governatori sono d’accordo su questo punto e, soprattutto, ritengono il Ponte sullo Stretto di Messina un volano irrinunciabile per lo sviluppo, l’occupazione e l’attrattività del Mezzogiorno- scrive Siracusano- Il collegamento stabile e veloce tra Sicilia e Calabria è la richiesta dei presidenti di Regione, deve essere inserito tra i progetti per usufruire dei fondi europei: su questo non potranno esserci equivoci”.

Le altre opere

Oltre al Ponte sullo Stretto, fondamentali saranno il raddoppio della linea ferroviaria Reggio Calabria-Bari, l’Alta velocità Reggio Calabria-Salerno e fino alla Sicilia, la centralità per le città turistiche e portuali, le risorse per eliminare definitivamente le baraccopoli di Messina.

“Bene questa collaborazione propositiva tra sette governatori del Centro-Sud, auspico che anche in Parlamento possa crearsi un fronte, tra deputati e senatori meridionali, per lavorare attivamente al definitivo rilancio del Mezzogiorno del nostro Paese”.

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3 commenti

  1. Giovanni Cucinotta 26 Gennaio 2021 15:15

    Qualcuno dei governatori del Sud si è studiato le linee guida della commissione europea circa i settori finanziabili? Non sono soldi dati a progetti generici ma con determinate finalità. Sono in grado le regioni del Sud a calare nelle loro realtà queste linee guida? Ricordo poi all’onorevole Siracusano che il ponte sullo stretto non rientra nei progetti del recovery fund.
    Qualcuno si prende la briga di studiare i documenti prima di rilasciare dichiarazioni?

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  2. L’Italia ha avuto la fetta più grossa del Recovery fund, 210 miliardi, non per liberalità dell’UE ma sulla base di tre indici specifici: reddito, disoccupazione e popolazione. Senza il Sud con gli indici dell’Italia centrosettentrionale sarebbero toccati non più di 90 miliardi. Ossia, i 210 miliardi ci toccano solo a causa degli indici disastrosi del Sud, e servono proprio per equilibrare questa scandalosa sproporzione. Se vanno al nord, invece, non potranno che aumentare la forbice economica, e quindi mancheranno l’obiettivo proposto. Di conseguenza, o vanno al Sud o l’Europa provvederà a ritirarli.

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  3. L’AV fino a Reggio Calabria è fondamentale.
    Ma servono i progetti.
    L’alta velocità in Sicilia è fondamentale.
    Sono opere che altrove, in Italia, immaginano, vogliono, progettano e costruiscono.
    È tutti i territori ne traggono vantaggio.
    Dagli studenti alle aziende.
    Meno inquinamento, più turismo, più vantaggio competitivo per le società’ … più risorse per l’indotto .. +++
    Le infrastrutture sono come un flusso d’aria su un braciere .. per il Sud quasi spento

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