Lucia Tarro Celi, neo commissario del Cda: “Criteri nuovi e valorizzazione delle maestranze”

“La sventurata rispose…”. Ironizza citando il celebre passo dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni che si riferisce alla Monaca di Monza, la professoressa Lucia Tarro Celi, neo-nominata commissario del Cda del Teatro Vittorio Emanuele. Il presidente della Regione Rosario Crocetta ha firmato il decreto di nomina, procedendo contestualmente allo scioglimento del Consiglio d'amministrazione dell'ente. In base a quanto previsto dal provvedimento, che ha come proponente l'assessore alla Cultura Michela Stancheris, la nomina decadrà dopo tre mesi.

Umorismo a parte, la professoressa Tarro Celi a chi le chiede come mai ha accettato un compito tanto delicato risponde: “Per offrire un servizio ad una città che sta morendo…”. La professoressa sembra avere le idee molto chiare sul ruolo che a breve andrà a ricoprire all’interno del Teatro storico della città di Messina: “Il mio incarico consiste nel riassestare l’aspetto tecnico-amministrativo con riferimento al bilancio bocciato dalla regione per vari motivi, uno dei quali consiste nel fatto che il Cda passato non ha tenuto conto della somma di denaro riservata agli orchestrali, questo ha provocato la denuncia alla magistratura da parte degli stessi musicisti”. Il 20% dei finanziamenti regionali, infatti, spettava di diritto ai maestri orchestrali, che però non hanno mai usufruito di queste somme. Una delle priorità del neo commissario sarà proprio l’orchestra: “Il problema della stabilizzazione dell’orchestra non è cosa da poco. Stabilizzarli significa utilizzare gran parte dei finanziamenti. Il processo di stabilizzazione comporterà, quindi, un utilizzo dell’orchestra in termini completamente diversi, che valorizzerà le maestranze ricavandone allo stesso tempo, profitto. Oggi parlare del teatro e dei teatri significa tener conto della crisi economica e dei tagli. Bisogna adottare criteri nuovi, accorpare teatri, anche per condividere molte spese, valorizzare in generale ogni risorsa. Aprire le porte della struttura al territorio. Spero che il Vittorio Emanuele arriverà a produrre in termini culturali ed economici. Nelle mie intenzioni, dovrebbe diventare un punto di riferimento di altri teatri, da Taormina a Tindari, così d’estate, ad esempio l’orchestra potrebbe spostarsi a Taormina e girare i luoghi di villeggiatura della provincia”.

L’amministrazione di Renato Accorinti, intanto, è alla ricerca del nuovo Presidente del Teatro, con il quale il commissario si augura di condividere il percorso di riforma e rinascita dell’ente: “Traghettare l’ente verso una situazione di normalità, che dovrà essere gestita da un presidente con cui condividere, in quanto commissario del Cda, la strategia d’azione. Perché l’aspetto tecnico-amministrativo rappresenta solo una parte. Portarlo alla normalità significa, invece, avere un'idea di teatro nuova, significa non solo mettere i conti a posto, ma aprire nuove strade. Questi saranno, tra l’altro, mesi anormali, dal momento che il presidente si ritroverà a lavorare con un commissario e non con un consiglio di amministrazione. Tra l’altro il Cda è stato ridotto da sette unità a cinque in tutti i teatri d’Italia. Dovrà essere avviato l’iter per la nomina del nuovo Cda secondo i termini di legge, nel frattempo il presidente difficilmente potrà lavorare a pieno ritmo. Io avrò un ruolo transitorio, ma il presidente no, per questo deve essere super partes e competente, con caratteristiche anche manageriali, non perché la cultura diventi mercato, ma per non morire in questi tempi bui. Per la scelta del Presidente ho fiducia nel sindaco Accorinti e nell’assessore alla cultura Todesco”.

La situazione del Vittorio Emanuele è ormai per molti aspetti desolante, come sindacati e lavoratori hanno più volte denunciato in tutti questi mesi di vera e propria agonia. Uno scenario che rischia di complicare il lavoro che il nuovo commissario è chiamato a svolgere: “ Mi rendo conto che a questo punto arrivati sarà difficile fare scelte condivise. Tutti lamentano qualcosa e sono contro tutti. La mancanza della pianta organica, ad esempio, è scandalosa. La questione andava risolta, tra l’altro, in tempi in cui i finanziamenti erano ben diversi. Poi c’è il problema dei sessantuno lavoratori che sono stati inseriti come maschere, facenti parte, inizialmente, di cooperative. Il teatro prima era un’associazione, poi nel 1995 ci fu la legge che ha istituito l’ente teatro e Ordile ha fatto in modo che passassero tutti alle dipendenze della Regione, ma senza assegnare dei ruoli precisi. Manca, tra l’altro, un direttore amministrativo. Una cosa che ancora non mi spiego. C’è solo un facente funzione. Questo non aiuterà il mio lavoro dal momento che arriverò al Teatro senza nessuno che faccia i conti. Bisogna anche nominare i direttori artistici. Tutti gli incarichi sono scaduti. Per la nuova stagione bisogna nominare i direttori artistici e ridurre gli incarichi esterni. Bisogna fare tutti dei sacrifici, me compresa”.

Il progetto che la professoressa vuole portare avanti nell’arco di tempo concesso dal mandato istituzionale e tra mille difficoltà, è quello di un teatro che sia scrigno di cultura, ma anche fucina di idee e innovazione, oltre che trampolino di lancio per lo sviluppo delle maestranze tecnico-artistiche in particolare e dell’intero territorio in generale: “Voglio che diventi un laboratorio per le nuove generazioni che offra cultura e servizi, che si apra alla sperimentazione di linguaggi interattivi. Serve il coraggio per sperimentare un percorso che porti ad un ruolo nuovo del Teatro nel territorio. Il teatro deve porsi al centro delle rivoluzioni e innovazioni di immagine e linguaggi del nostro tempo. Abbiamo il palcoscenico più grande d’Italia e maestranze e tecnici che vanno valorizzati. Quando gli spettacoli si acquistano, invece, le compagnie si portano i loro tecnici ed i nostri non lavorano. Bisogna cambiare, e farlo tutti insieme”.

Le idee ci sono, ora non resta che mettersi al lavoro, con gli auguri di chi sogna una rinascita del Vittorio Emanuele, come avanguardia per una ripresa economico-culturale dell’intera città. (Eleonora Corace)