Il Capitalismo è giunto al capolinea. Cosa ne sarà di noi?

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Il Capitalismo è giunto al capolinea. Cosa ne sarà di noi?

giovedì 28 Aprile 2011 - 10:05

Il filosofo-ribelle, Slavoj Žižek, presenterà al Salone di Torino il suo nuovo saggio

Vivere alla fine dei tempi, (edito da Ponte alle Grazie), pp. 620, €26,50), il nuovo saggio del filosofo Slavoj Žižek, verrà presentato al prossimo Salone del Libro di Torino (domenica 15 aprile – Sala Azzurra). Il controverso pensatore, nato a Lubiana nel 1949, incontrerà il pubblico italiano con il giornalista e saggista Antonio Gnoli al proprio fianco.

Žižek, che è stato ribattezzato “il filosofo più pericoloso d’Occidente”, trae spunto da una considerazione dai risvolti imprevedibili ovvero che il Capitalismo sta per chiudersi per analizzare come l’Occidente sta vivendo la fine di un’epoca.

La Trama

Non c’è più alcun dubbio: il capitalismo si sta avvicinando ai suoi ultimi giorni. I quattro cavalieri che annunciano la ventura Apocalisse sono secondo Slavoj Žižek: la crisi ecologica globale; i gravi squilibri del sistema economico-finanziario; la rivoluzione biogenetica; le esplosive fratture sociali. Ma se per molti la crisi del capitalismo è Armageddon tout court, in che modo la società occidentale sta vivendo il «tempo della fine»? Nello stesso modo in cui si vive un lutto, ovvero, secondo il classico modello psicoanalitico, attraverso le cinque fasi della negazione (nel nostro caso, ideologica), la rabbia, la contrattazione (con il ritorno della critica dell’economia politica), la depressione (ovvero, nei termini di Žižek, la nascita del «Cogito Proletario») e infine l’accettazione: ciascuna di esse costituisce una parte del libro. Solo attraversando questi momenti potremo fare della crisi la possibilità reale, concreta di un nuovo inizio, il viatico per la fondazione della società futura. Per dirla con Mao Zedong: «Grande disordine sotto il cielo: la situazione è eccellente».

La mossa base del pensiero di Žižek è prendere una nostra credenza invalsa e rovesciarla con un guanto, capovolgerla con l’abilità e l’apparente naturalezza del prestigiatore, con quel tanto in più di nevrosi, o di umorismo, che la gravità dei temi comporta,mostrandoci con veemente chiarezza che le cose – nella Storia, nella politica, nell’inconscio, nei rapporti fra gli esseri umani, nell’arte – non sono mai state come abbiamo sempre creduto fossero, e stanno invece in un modo tutto diverso, un modo che ora ci pare evidente.

In questo libro Žižek, svela il futuro: non è apocalissi, come fa pensare il titolo,ma un nuovo inizio.

Slavoj Žižek (Lubiana, 1949) è fra i più innovativi e carismatici pensatori del nostro tempo. Insegna nella sua città natale e in molti atenei americani ed europei.Autore di numerosi volumi, tra i quali Benvenuti nel deserto del reale (Meltemi, 2002), Tredici volte Lenin (Feltrinelli, 2003), Il soggetto scabroso (Raffaello Cortina, 2003), L’epidemia dell’immaginario (Meltemi, 2004), Leggere Lacan (Bollati, 2009), ha pubblicato per Ponte alle Grazie i suoi due maggiori successi in Italia e nel mondo, In difesa delle cause perse (2009) e Dalla tragedia alla farsa (2010).

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