Traffico di droga tra Reggio Calabria e Messina. Sette arresti. NOMI e VIDEO

Traffico di droga tra Reggio Calabria e Messina. Sette arresti. NOMI e VIDEO

Dario Rondinella

Traffico di droga tra Reggio Calabria e Messina. Sette arresti. NOMI e VIDEO

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martedì 02 Marzo 2021 - 07:51

Arrestati 5 reggini e 2 messinesi

Tra Reggio Calabria e Messina, 7 persone sono state tratte in arresto dai carabinieri (4 in carcere e 3 agli arresti domiciliari) perché ritenute responsabili, a vario titolo ed in concorso tra loro, di detenzione, vendita, acquisto e cessione di sostanze stupefacenti, del tipo marijuana, hashish e cocaina. I destinatari della misura cautelare, sono quasi tutti già gravati da precedenti di polizia.

I FATTI

Questa operazione è scaturita in seguito ad una serie di danneggiamenti con arma da fuoco che hanno interessato il Comune di Varapodio negli ultimi mesi del 2018 e che hanno catalizzato l’attenzione degli investigatori nel territorio. Gli sviluppi delle attività investigative hanno permesso, in breve tempo, di far luce sull’esistenza di un gruppo criminale, essenzialmente di Varapodio, dedito in modo sistematico e professionale alla compravendita di sostanze stupefacenti del tipo hashish, marijuana e cocaina, ceduta anche al dettaglio proprio nella “piazza” del piccolo paese della Piana di Gioia Tauro.

Diversi gli acquirenti identificati, anche appena maggiorenni, che si rivolgevano ad alcuni degli indagati per comprare la singola dose di marijuana o cocaina da consumare. Il Ranieri Giuseppe, in particolare, è stato individuato come il principale protagonista di tali vendite, avvalendosi spesso per le materiali cessioni di Gerace Pietro, ma anche, soprattutto per i traffici verso il messinese, dell’intermediazione della figlia Ranieri Rosaria, del genero Mangano Francesco, nonché dello Spizzica Antonio.

Proprio Messina era infatti un’altra importante “piazza” di spaccio per il gruppo criminale, grazie a Maiorana Giovanni, il quale, avvalendosi dell’aiuto e intermediazione del genero Mazza Pietro, ha acquistato frequentemente cospicui quantità di marijuana e hashish di varia qualità dal Ranieri, nell’ordine di diversi kg per cessione, per poi procedere alla vendita al dettaglio nella provincia siciliana.

Gli indagati hanno adoperato particolari modalità organizzative per la vendita e il trasporto della sostanza, al fine di eludere eventuali controlli. In particolare, nel corso delle conversazioni intercettate, non facevano mai riferimenti alla compravendita di sostanza, ma le quantità e i relativi prezzi venivano individuati attraverso parole in codice, come “i minuti” o riferimento ad “animali” o altra merce da vendere, proprio per distogliere l’attenzione degli eventuali inquirenti. Massiccio è stato poi l’uso di servizi di messaggistica on-line, al fine di evitare chiamate tradizionali.

Nelle compravendite più cospicue verso il messinese, inoltre, frequente era l’abitudine di inviare prima dei campioni di sostanza, anche di pochi grammi, al fine di far testare la qualità della droga, che aveva diversi prezzi, per poi procedere alla vendita del quantitativo richiesto.

Spesso la sostanza stupefacente veniva nascosta in intercapedini della carrozzeria o nelle plastiche di allestimento interno delle vetture in uso per i trasporti, in modo da rendere molto più difficoltoso il ritrovamento della droga, in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine.

Nonostante i numerosi accorgimenti e strategie adoperate, gli investigatori sono riusciti a ricostruire un grave e solido quadro indiziario a loro carico, che ha permesso al Tribunale di Palmi di emettere l’ordinanza di applicazione di misura cautelare per tutti i soggetti a vario titolo coinvolti.

Tra l’altro, alcuni degli indagati sono legati tra di loro da strettissimi legami di parentela a conferma dell’esistenza di una struttura fondata su forti ed impermeabili vincoli di sangue e di una gestione delle singole attività illecite a vocazione principalmente familiare.

L’indagine ha quindi colpito in particolare il fenomeno dello spaccio al dettaglio che interessa anche il territorio della Piana di Gioia Tauro, parallelamente alla grande produzione e distribuzione di sostanza stupefacente, altrettanto duramente colpita con importanti operazioni che frequentemente consentono la distruzione di grandi piantagioni e l’arresto di numerose persone.

I NOMI

  1. GERACE Pietro, 39enne di Varapodio;
  2. RANIERI Giuseppe, 59enne di Varapodio;
  3. RANIERI Rosaria, 22enne di Varapodio, sottoposta agli arresti domiciliari;
  4. MANGANO Francesco, 31enne di Oppido Mamertina;
  5. MAIORANA Giovanni, 48enne di Messina;
  6. MAZZA Pietro, 26enne di Messina, sottoposto agli arresti domiciliari;
  7. SPIZZICA Antonio, 43enne di Gioia Tauro, sottoposto agli arresti domiciliari.

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