Indignazione e incredulità. Dal web si alza un coro unanime: «Forza Alì, non mollare»

Indignazione e incredulità. Dal web si alza un coro unanime: «Forza Alì, non mollare»

Indignazione e incredulità. Dal web si alza un coro unanime: «Forza Alì, non mollare»

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martedì 17 Aprile 2012 - 16:39

Centinaia i messaggi di solidarietà che nelle ultime ora stanno circolando sui social network per la feroce aggressione subita dal venditore di rose Alì, messinese d’adozione. L’uomo si trova ricoverato in gravi condizioni al reparto di rianimazione dell’ospedale Papardo

«Ehi amico come va?». Era questa una delle tipiche frasi con cui Alì avvicinava i potenziali clienti, la maggior parte dei quali già conosciuti o incontrati almeno una volta. Saranno pochi, infatti, coloro ai quali, girando per il centro storico nelle ore notturne, in qualunque giorno della settimana, non sarà capitato di incontrare il 57 enne egiziano, venditore di rose, ormai messinese d’adozione, diventato uomo simbolo della movida cittadina. Con il passare degli anni Alì ha imparato a conoscere le abitudini dei giovani messinesi e non solo: lo vedevi girare in piazza Lepanto, per poi rincontrarlo tra i tavoli di un cocktail bar o di una pizzeria impegnato ad intrattenere conversazione con sconosciuti trattati però come amici di vecchia data; in tanti lo ricordano anche sulle piste delle più note discoteche della città, con “in braccio” le immancabili rose, compagne di vita e di lavoro, che anche in circostanze del genere era capace di “piazzare”.

Incredulità e indignazione hanno seguito la notizia dell’aggressione di cui è stato vittima lunedì sera: un colpo solo, secco, sferrato con rabbia e violenza, è stato sufficiente per tramortirlo e farlo cadere a terra privo di sensi. Sentimenti che nelle ultime ore hanno trovato sfogo nelle centinaia di messaggi di solidarietà e incoraggiamento rivolti nei suoi confronti. L’uomo al momento si trova ricoverato in gravissime condizioni nel reparto di rianimazione dell’ospedale Papardo ed i medici non hanno ancora sciolto la prognosi. In tanti sui social network, Facebook o Twitter, hanno proposto di organizzare iniziative di solidarietà, hanno condiviso fotografie di Alì, hanno raccontato aneddoti che lo riguardano, hanno ricordato serate trascorse sugli scalini del “chitarrista”, come spesso viene “soprannominata” la statua di Don Giovanni D’Austria di piazza Lepanto, ascoltandolo parlare.

Gli bastavano pochi attimi per “inquadrare” le persone e capire come muoversi, quale delle tante maschere indossare per la situazione: ciò con un atteggiamento, inutile nasconderlo, che non sempre, proprio a causa della sua schiettezza, al limite della sfacciataggine, incontrava i favori e le simpatie di tutti. Eppure, alla fine, l’aveva vinta quasi sempre lui, perché quella rosa che avresti giurato di non comprare, in un modo o nell’altro riusciva sempre a passare dalle sue alle tue mani. E anche stavolta siamo certi che sarà lui ad averla vinta. Forza Alì. (ELENA DE PASQUALE).

(FOTO STURIALE)

7 commenti

  1. Si sentirà soddisfatto questo “nostro” concittadino.
    E magari sarà andato a letto orgoglioso del suo gesto.
    Queste sono le persone delle quali io non avrei pietà: sarei razzista verso questi imbecilli e prepotenti costringendoli ad espatriare per vendere onestamente rose a 5000 km da casa.
    Vorrei anche sapere cosa pensa di avere concluso, se è capace di pensare.
    Auguri ad Alì

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  2. Pietro Zappia, solo un verme come lei può colpire un uomo alle spalle. I vermi come lei non hanno il coraggio di affrontare alla pari un uomo a viso aperto. A dir poco mi fa infinitamente schifo. Provo anche compassione per la sua compagna che invece di camminare è costretta a strisciare per tenerle il passo.

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  3. Forza Alì, speriamo che torni presto a vendere rose !!!

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  4. conosco molto bene Alì per sapere che non ha fatto nulla per meritare le “ire” di quel mostro, forza Alì fagli vedere di che pasta sei fatto.

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  5. Forza Alì, speriamo che torni presto a vendere rose !!!

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  6. La mia solidarietà affettuosa ad ALI,con il quale mi sono spesso incrociato sorridendoci reciprocamente. A Pietro Zappia,che rischia ed auguro un’accusa di tentato omicidio premeditato,manifesto la mia pena per la sua vita sprecata dall’ignoranza e dagli istinti primordiali.Alla ragazza di Pietro Zappia esprimo la mia meraviglia per l’aridità del suo amore, capace solo di scatenare tanta violenza nel suo uomo. Fortunatamente sono pochissimi i messinesi così crudeli,uomini inutili alla nostra comunità, uomini di oggi ma anche delle caverne, uomini da curare per recuperarli alla convivenza civile.

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  7. Un gesto cosi’ crudele e spietato puo’ essere fatto solo da chi non c’è con la testa .
    Spero solo che Ali’ possa riprendersi,abbiamo solo da imparare da persone come lui,sempre gentile e amico di tutti.

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