L'ex esponente del Pd si sofferma sulla situazione locale, regionale e nazionale del partito e si chiede: "vogliamo consegnare il Paese a Grillo? Io non ci sto".
Cari Amici del Pd,
la mia lettera aperta a Renzi, concepita prima delle vacanze di Natale, ha suscitato diverse reazioni all’interno, ma soprattutto all’esterno del Partito. Dall’interno del Partito in verità ho ricevuto diversi messaggi che, con tono più o meno convinto mi invitavano a rivedere le mie decisioni ed a restare; tuttavia nessuno riusciva ad essere convincente. Rimane inspiegabile infatti il prolungato e mal gestito commissariamento del Pd messinese, l’ambiguità nei rapporti con le istituzioni (il renziano Eller è Assessore al Comune di Messina dove il Pd dovrebbe essere opposizione), l’assenza su temi di vitale importanza come l’Ospedale Piemonte, la chiusura della sede della Banca d’Italia (che ad Agrigento viene salvata), il destino della Camera di Commercio, Via Don Blasco, 2° Tribunale, l’Autorità Portuale (a Salerno c’è, a Messina, 1° porto passeggeri d’Italia viene tolta, ministro Delrio, del Pd) e si potrebbe continuare, col Ponte, per esempio, che Renzi dice di voler promuovere e che viene “bocciato” ii Commissione Finanze presieduta da Francesco Boccia, del Pd naturalmente. (Ce l’hanno proprio con Messina questi del Pd? Una sorta di accanimento!)
Ma vogliamo un po’ vedere un elenchino di argomenti di politica nazionale e fare qualche riflessione? Vediamolo: 1. Italicum: approvato e già spazzato via; 2. Riforma Costituzionale: bocciata; 3. Jobs Act: sottoposto a referendum; 4. Trasformazione banche popolari in spa: riforma sospesa dal Consiglio di Stato; 5. Riforma Pubblica Amministrazione: la Consulta ha bocciato il cuore della riforma; 6. Restituzione del bonus degli 80 euro da parte di coloro che hanno percepito un reddito inferiore alla no tax area (8.150 euro); 7. Crescita mostruosa dei “buoni lavoro” (voucher); 8. Fallimento della legge 107 sulla “buona scuola”. Inoltre, senza volere aggiungere nulla su scandali e scandaletti, che sono imperniati sul classico rituale italico del “tengo famiglia”, sorvolando sulle volgarità di Giachetti e sulle allucinanti esternazioni del Ministro Poletti, delle dichiarazioni di Orfini ne vogliamo parlare? Un autentico siluro lanciato contro il Governo Gentiloni a 18 giorni dal suo insediamento proprio da colui che ha orchestrato l’abbattimento di Ignazio Marino, consentendo alla Raggi di conquistare Roma. Vogliamo dare le chiavi di Palazzo Chigi a Grillo? Pare che Mattarella non sia d’accordo con la frettolosità della linea Orfini-Renzi, Emanuele Macaluso, che spesso riflette anche il pensiero di Giorgio Napolitano, si dichiara indignato per questo comportamento. Per quanto mi riguarda non ritengo di poter dare sostegno ad una linea avventurista che vuole anteporre agli interessi generali del Paese il desiderio di personale rivincita di chi è stato sonoramente sconfitto dagli elettori al referendum perché sosteneva una tesi improponibile.
Cari amici, il modello leaderistico, che attualmente prevale in un partito come il Pd, quasi certamente determinerà una vittoria plebiscitaria dei “renziani” in campo locale e nazionale, ma per andare su una strada che mi sembra assolutamente sbagliata. Per questo, pur prendendo atto del sincero affetto con cui qualcuno ha cercato di trattenermi, devo dirvi che ormai è giunto il tempo di prendere strade diverse e che, dopo tanto silenzio, a cui sono stato costretto da chi si è ben guardato dal creare le condizioni per animare confronti è dibattiti, cercherò di riprendere un percorso di normalità che segua prevalentemente il filone dei pensieri a me particolarmente cari: il mezzogiorno, il mondo cattolico ed i diritti dei più indifesi. Un forte abbraccio a tutti.
Giovanni Frazzica
