Sì al Css ma non per un termovalorizzatore. Restano le polemiche anche dopo il voto unanime

Sì al Css ma non per un termovalorizzatore. Restano le polemiche anche dopo il voto unanime

Serena Sframeli

Sì al Css ma non per un termovalorizzatore. Restano le polemiche anche dopo il voto unanime

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martedì 07 Aprile 2015 - 08:07

Dopo l’ultima seduta consiliare in cui all’unanimità è stata approvata la delibera per ribadire la contrarietà del consiglio all’impiego della termovalorizzazione nel territorio, i 4 consiglieri "dissidenti" intervengono con una nota stampa per alcune precisazioni

Quanto farà ancora discutere la vertenza Edipower e il consiglio comunale di San Filippo del Mela? Intervengono ora i 4 consiglieri che avevano presentato la proposta di delibera per dire no al Css: Silvia Di Giovanni, Pippo De Mariano, Caterina Sgrò e Felice Bartolone. Durante la seduta del 26 marzo la proposta dei quattro era stata bocciata; ad una settimana di distanza il consiglio di San Filippo del Mela ha approvato un atto di indirizzo per ribadire la sua contrarietà all’impiego della termovalorizzazione nel territorio.

La delibera è stata approvata all’unanimità e non esclude la possibilità di utilizzare il Css, ma ne vuole impedire l’impiego in impianti assimilabili a termovalorizzatori o inceneritori.

I 4 consiglieri si ritengono certo soddisfatti per l’importante risultato ottenuto all’unanimità, a tutela della prioritaria salvaguardia della salute pubblica e dell’ambiente, non dimenticando comunque la problematica occupazionale.

“La proposta approvata- si legge nella nota– arriva proprio a distanza di due mesi esatti, dalla richiesta avanzata informalmente al Sindaco Pasquale Aliprandi; era infatti il 2 febbraio 2015, quando il Capogruppo Di Giovanni e il suo Vice Bartolone rappresentavano allo stesso, durante un sano e costruttivo colloquio chiarificatore, che la protesta da parte delle Associazioni e Comitati Ambientalisti, degli stessi lavoratori e dell’intera cittadinanza del comprensorio del Mela, aveva raggiunto livelli preoccupanti. I Consiglieri rappresentavano in quella sede che gli effetti nocivi inerenti la combustione del css, erano ormai di dominio pubblico e che per tali ragioni, i tempi erano divenuti ormai maturi per affrontare l’intera questione in Consiglio Comunale, al fine di fissare dei chiari paletti rispetto l’idea progettuale riguardante la riconversione della CTE di Archi, sempre manifestata dalla società a2a”.

Dopo una divergenza di vedute su come affrontare la questione si arriva alla richiesta di convocazione del consiglio comunale avanzata dai 4 per discutere sulla delicata questione e alla bocciatura della proposta.

“Con una mossa a sorpresa, l’Amministrazione Comunale e tutti gli undici Consiglieri, senza che vi fossero nuovi elementi oltre quelli già conosciuti, hanno deciso di abbandonare la famosa strategia politica attendista sempre adottata, e in soli tre giorni dalla loro disapprovazione della proposta di deliberazione, hanno redatto e presentato in data 30 marzo 2015, un’ulteriore proposta di delibera, contenente i medesimi principi e le identiche richieste, già proposte dai quattro Consiglieri nella loro proposta. Tale proposta, integrata rispetto quella originaria, per un senso di responsabilità e maturità politica, è stata votata anche dai quattro consiglieri, perché riprendeva fedelmente i loro reali principi e le intenzioni.I Consiglieri Silvia Di Giovanni, Pippo de Mariano, Caterina Sgrò e Felice Bartolone, nella seduta di Consiglio, seppur condividendo nel merito il documento deliberativo, hanno tuttavia sollevato due aspetti non trascurabili; il primo, legato alla loro estromissione, da parte degli undici Consiglieri, estensori dell’ultima proposta deliberativa, riguardante la stesura del documento in parola, nonostante i contenuti condivisibili; in secondo luogo, è scaturito un ovvio interrogativo, al quale nessuno degli undici Consiglieri, nella medesima seduta, ha saputo dar risposta, vale a dire: ma se in soli tre giorni – da venerdì 27 alla domenica 29 marzo – gli undici Consiglieri sono riusciti a stilare un documento condivisibile nel merito all’unanimità e senza che vi fossero nuovi elementi, perché non si è pensato di applicare la stessa solerzia già dall'11 marzo 2015? Cioè da quando sono emersi i nuovi elementi, in maniera tale da poter inserire la medesima proposta, già nella seduta del 26 marzo 2015, ed evitare allo stesso tempo, che a distanza di soli sei giorni, venisse convocato un ulteriore Consiglio Comunale con un identico ordine del giorno, e il conseguente sperpero di denaro pubblico”.

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